MINI Cooper S 2016: il video test
Il potenziale della MINI Cooper S? Altissimo! Sia per l’ottima base, sia perchè, volendo, si può affinare e perfezionare all’inverosimile… basta scegliere i giusti accessori dal catalogo MINI. Ecco la prova della MINI Cooper S in attesa del montaggio e della prova della versione accessoriata.
MINI Cooper S – Nome in codice F56. E’ questa la sigla della terza generazione di MINI anglo-tedesca. La MINI più grande, più potente e più pratica della storia. Una MINI rinnovata da cima a fondo nel segno della continuità e della tradizione, sempre fedele allo stile e alle caratteristiche che ne hanno decretato il successo degli ultimi 15 anni.
Ebbene sì, sono già passati 15 anni dal primo lancio storico della nuova MINI, quella made in BMW, poi la seconda generazione nel 2007 e poi dal 2014 la m.y. attualmente in vendita. Tanti cambiamenti, ma sempre la stessa MINI, di nome e di fatto, anticonvenzionale, trendy, unica, divertente e inimitabile. Ma non solo… MINI è da sempre stata anche una compatta ultra personalizzabile tetto, cerchi, calotte, mascherine tutto è cominciato da pochi elementi, oggi di fatto ci si può cucire addosso la propria MINI come fosse un abito di alta sartoria.
Ed è il percorso che abbiamo voluto sperimentare con la “nostra” MINI, una Cooper S di ultima generazione rigorosamente Racing Green con stripe White, sulla quale abbiamo dato sfogo alla nostra passione per l’estetica, la meccanica, l’aerodinamica e la dinamica, concedendoci diversi accessori cool e immancabili per possedere e guidare una MINI “3puntozero”. Il risultato è stupefacente, ma per il momento godiamoci la versione “standard” che già di suo si presenta con un nuovo telaio, classiche sospensioni raffinate con un bel multilink al posteriore e il nuovo motore Twin Power Turbo da 192 cavalli.
Una compatta brillante e sportiva, più matura della precedente generazione e più “macchina” con maggior comfort, spazio a bordo e quindi versatilità. In vendita a 25.800 Euro, l’abbiamo sottoposta a un severo test su strada e in pista per scoprirne pregi e difetti. Vediamo allora com’è e come va la MINI Cooper S F56 di serie, prima dell’allestimento dei componenti speciali e della prova della versione “customizzata”.
Com’è fuori
Più lunga, più larga, più alta ma globalmente ancora più piantata a terra, la MINI F56 anche a primo sguardo è così. E la Cooper S non fa eccezione, anzi. L’assetto ribassato, le gomme larghe e l’estetica più sportiva accentuano questa sensazione, un grosso go-kart da strada.
Rispetto alla precedente è cresciuta di circa 120 millimetri in lunghezza, 44 in larghezza, 7 in altezza e 42 e 34 mm in carreggiate. Il nuovo telaio ha portato anche un considerevole aumento del passo di 28 mm con un vantaggio anche per lo spazio a bordo e il bagaglio che raggiunge i 211 litri. Rimane sempre una MINI e le misure sono li a sottolinearlo 382 cm x 173 x 141.
La nostra Cooper S adotta cerchi in lega da 16 pollici e pneumatici 195/55 R16 stripes bianche in tinta con tetto e specchietti e un kit estetico John Cooper Works che comprende un paraurti anteriore e posteriore specifici con alettone di maggiori dimensioni. Luci full led all’anteriore come gli stop al posteriore e doppio terminale di scarico centrale sono gli altri elementi distintivi e inequivocabili.
Com’è dentro
Anche dentro c’è più spazio, ma l’atmosfera di bordo è sempre quella. Si sta raccolti, meno costretti che in passato ma sempre a stretto contatto con la vettura e con chi siede a bordo. Il rapporto con la MINI è rimasto intimo e immediato come sempre. A dominare la scena è il grande elemento circolare che ora non ha più il tachimetro al suo interno, ma un moderno impianto multimediale con schermo optional da 8,8 pollici e un anello a led che cambia colore in base al profilo selezionato e alla illuminazione di bordo.
Il gruppo strumenti contagiri e contachilometri è compatto e tutto di fronte al pilota, subito dietro al volante in pelle a tre razze multifunzione.
Sulla consolle centrale ritroviamo le classiche levette “aeronautiche” ma il comando degli alzacristalli ora è posto direttamente sulle porte. Fa la sua comparsa invece nel tunnel centrale una ghiera intorno al cambio da cui si possono selezionare i tre diversi driving mode, Green, Mid e Sport che determinano diverso settaggio per sterzo acceleratore ed eventualmente assetto sportivo a controllo elettrico. L’accesso al sistema multimediale MINI Connected è garantito dalla rotella e dai tasti fisici accanto alla leva del freno a mano, da cui si controlla e comanda un sistema infotainment semplicemente di classe superiore.
Com’è sotto
Nasce sul nuovo pianale e adotta l’unico 4 cilindri benzina della gamma. La MINI Cooper S F56 ha abbandonato il buon 1.6 turbo per adottare un 2.0 Twin Power Turbo con iniezione diretta di carburante e comando variabile degli alberi camme di aspirazione e scarico il Doppio Vanos in abbinamento al Valvetronic.
La potenza disponibile è di 192 cv dai 4.700 ai 6.000 giri/min, mentre la coppia massima di 280 Nm è pronta a soli 1.250 giri/min, che diventano 300 Nm quando è in funzione l’overboost. 6,8 i secondi necessari per passare da 0 a 100 km/h e 235 km/h la velocità massima. La nostra Cooper S adotta una trasmissione manuale a sei rapporti, ma è disponibile anche con cambio automatico/sequenziale Steptronic a sei marce.
L’architettura delle sospensioni si rifà ad uno schema conosciuto: MacPherson all’asse anteriore e multilink a quello posteriore. Lo sterzo, è di tipo elettrico EPAS con servoassistenza variabile in funzione della velocità e del driving mode impostato.
I profili disponibili sono 3: Green che privilegia i consumi e il comfort, Mid equivalente a un set-up Normal e Sport con cui la Cooper S dà il meglio di se in termini di risposta, potenza e reattività dei comandi. L’impianto frenante è composto da quattro dischi chiamati a frenare una massa di 1.160 kg a secco.
Come va: la Cooper S su strada e in pista
Città, extraurbano o autostrada poco cambia, ogni volta che si prende in mano il volante della MINI Cooper S c’è solo da gioire, una prerogativa MINI da sempre e la F56 non fa eccezione, anzi. Il lavoro svolto dai tecnici sull’ultima generazione di MINI è stato proprio quello di ampliare e allargare il campo di utilizzo della compatta anglotedesca rendendola più piacevole da guidare in ogni contesto.
Una MINI meno estrema, più gradevole e godibile 365 giorni l’anno, non per questo però meno MINI. La Cooper S si riconferma una vettura tutta da guidare. Basta sedersi in abitacolo per ritrovare quella classica impostazione di guida sportiva con la seduta bassa, le gambe distese e un volante perfettamente verticale.
E proprio lo sterzo è uno dei protagonisti assoluti, perché è vivo e reattivo, un collegamento diretto con l’asfalto che permette di entrare in perfetta armonia con la MINI anche dopo pochi metri. Preciso e comunicativo come pochi, ha una servoassistenza moderata con un carico volante che in Sport diventa corposo e aiuta a percepire la risposta dell’avantreno. Pochi filtri insomma, la Cooper S “parla” al pilota in maniera schietta soprattutto quando si sfruttano appieno le potenzialità del 2.0 turbo che risponde imprimendo leggere reazioni allo sterzo.
Il feeling immediato è garantito anche dalle sospensioni con un McPherson all’anteriore e un multilink al posteriore che rendono la MINI precisa e istintiva nella guida e senza strane reazioni al posteriore. Il nuovo telaio più rigido ha portato una maggiorazione del passo che ha aumentato la stabilità in curva e ridotto la sensibilità al tiro-rilascio. Anche l’assetto è meno rigido che in passato e questo permette un comfort di bordo nettamente superiore, soprattutto se come la nostra è dotata di cerchi da 16 pollici.
In curva la Cooper S è sincera, con una tendenza ad allargare la curva con l’anteriore e una mobilità del posteriore che non mette mai in difficoltà, anche quando come nel nostro caso si disattivano i controlli di stabilità. Il gokart feeling è garantito dalla risposta dei comandi, ma globalmente la nuova Cooper S è più facile e godibile che in passato.
Anche il motore, il due litri Twin Power turbo ha un carattere più dolce, con una progressione lineare ed energica anche dai 1.500 giri, con un ingresso in coppia deciso che fa scattare la Mini in 6,8 secondi da 0 a 100 km/h. L’erogazione piatta aumenta il piacere di guida in ogni contesto anche se filtra un po’ le emozioni. Le prestazioni però, ci sono tutte e basta gettare un occhio al contachilometri per capire quanto si sta andando forti, ma tutto avviene in maniera più progressiva, più “smooth” per dirla all’inglese.
In pista questa caratteristica aiuta a sfruttare al massimo il potenziale, utilizzando una marcia lunga per scaricare al meglio tutta la potenza a disposizione, ma toglie un po’ di gusto al volante. E’ meno “arrabbiata” della precedente, meno incisiva ma comunque molto efficace. In curva è abbastanza piatta e veloce, ancora incollata alla strada confermandosi, come sempre, una delle migliori trazioni anteriori da guidare, ma non è più così affilata come la precedente. Un compito passato di mano… per chi cerca queste caratteristiche meglio puntare sulla John Cooper Works, o meglio ancora puntare a personalizzarla con gli accessori del catalogo ufficiale MINI con cui si può letteralmente costruire la Cooper S che più si preferisce.
Un po’ come noi di autoblog, che partendo da questa base abbiamo selezionato una serie di accessori che più rispecchiano il nostro modo di intendere la Cooper S. Quali componenti abbiamo scelto? Lo scoprirete solo nelle prossime puntate, in cui seguiremo passo passo il montaggio e l’allestimento di tutti i componenti e poi la riproveremo su strada ed in pista, sensazioni oggettivi e soggettive, cronometro alla mano per scoprire come è quanto è cambiata la nostra MINI Cooper S. Stay tuned!
Iniziativa in collaborazione con BMW Italia