Kia Niro: primo contatto con l’ibrida
Il primo Crossover ibrido Kia provato su strada
Kia Niro il giorno dopo. Superata la fase delle primissime impressioni a caldo di cui abbiamo dato conto da Barcellona in tempo reale dopo i chilometri iniziali di assaggio, proviamo ora a tracciarne un profilo più ponderato per confermare o anche smentire le sensazioni più immediate. Parliamo anzitutto di un modello del tutto nuovo, realizzato su una piattaforma altrettanto inedita e dedicata al sistema di propulsione ibrida per entrare a pieno titolo nell’area della “mobilità sostenibile”, obiettivo non più rinviabile per nessun costruttore. Obiettivo che per il gruppo Hyundai, in cui Kia detiene un ruolo più che rilevante, si riassume in consumi ridotti fino alla media dei 4 litri per 100 km con emissioni non superiori agli 88 g/km da proporre ai clienti del segmento C. In altri termini quel che servirà per restare fra i grandi “players” dell’auto nei prossimi cinque anni: qui si giocherà la partita dell’auto alternativa in chiave ecologica.
Questo di oggi con Kia Niro, dunque, è solo il primo passo: dietro l’angolo infatti ci sono l’ibrido plug-in, l’elettrico e, nel caso di ulteriori scenari, anche l’idrogeno mentre Niro per Kia e Ioniq per la capogruppo, diventeranno d’ora in poi i modelli più strategici della forte industria automobilistica coreana. La premessa è necessaria per consentire al consumatore di meglio interpretare contenuti e risultati pratici di questo “primo contatto” con il nuovo modello che potrebbe attirare il pubblico per il suo bell’aspetto di attualissimo crossover più ancora che per la tecnologia che la anima. Le due cose, però, vanno di pari passo dal momento che un’estetica seducente può di certo far superare più facilmente anche le inevitabili perplessità dei tanti che ancora oggi guardano all’ibrido con un “dignitoso” distacco. Puntare su un moderno crossover capace di riunire in 4,35 metri eleganza stilistica con un’aerodinamica da 0,29 di CX, un tocco di sportività, ma anche spazio e comfort adeguati alla missione della vettura non è stata una scelta facile, confessano quasi sottovoce i manager presenti al test drive. Per la cronaca, il design è il frutto dell’opera congiunta fra i centri stile Kia in California e in Corea.
E lo si capisce esaminando soprattutto gli interni della Niro dove i punti di compromesso comportavano non pochi rischi malgrado i margini consentiti dal passo abbastanza lungo e dagli sbalzi molto contenuti. Primo esempio fra tutti la profondità dei sedili anteriori e posteriori: davanti si possono memorizzare fino a 8 diverse posizioni lasciando sempre molto spazio per le gambe ai passeggeri posteriori e una estrema agilità di ingresso. Operazione eccellente salvo il fatto che in entrambi i casi la seduta è un po’ corta e alla lunga può non essere il massimo del comfort quanto lo è, invece, in altezza e in larghezza. In aggiunta, il compromesso è ben riuscito anche in funzione del bagagliaio con l’abbattimento degli schienali posteriori che formano un piano unico con quello del vano bagagli non enorme ma, anche in questo caso, più che accettabile. Non va dimenticato a questo proposito che la batteria del motore elettrico è piazzata proprio sotto il divano posteriore per tutta la sua larghezza e, ancora una curiosità, il raffreddamento è assicurato dalle due feritoie inserite nel vano delle portiere, mentre la batteria standard è alloggiata e nascosta nell’angolo destro del baule.
Per pilota e passeggero, a parte la profondità del sedile, lo spazio (1,80 metri) è dei più confortevoli corredato dai portaoggetti sul tunnel centrale. Di fronte la plancia semplice e lineare con al centro il sistema di infotainment HMI (Human-machine Interface) proposto ora dalla Kia completo di telecamera posteriore, assistenza alla guida e connettività Android Auto e Apple CarPlay. Al di sotto figurano gli altri comandi. Fra le ottime finiture, piacevoli anche al tatto, figurano tuttavia le protezioni delle maniglie di apertura, la modanatura lungo la plancia e l’angolo basso del volante in plastica. Con i colori scuri ciò non stona particolarmente ma diventa quasi inaccettabile in bianco provocando il classico “effetto lavandino” simile ad altri modelli della concorrenza altrettanto inguardabili.
Restando in area comandi e strumenti si fa notare il cruscotto piuttosto originale in cui è compreso l’indicatore circolare del sistema ibrido che rappresenta la “coscienza” del pilota al quale segnala costantemente le fasi di ricarica della batteria in rilascio ma anche il livello dei consumi di energia oltre all’andatura in elettrico o a benzina. Manca invece il contagiri che, malgrado tutto, resta ancora uno strumento fondamentale in presenza di un normale motore termico come il 1,6 da 105 cv di cui è dotata la Niro. Nel caso specifico non essendoci lo spazio per tutto, Kia ha preferito evidentemente sottolineare le diversità tecnologiche di questa ibrida che pure richiede la sua specifica strumentazione. Infine, sempre dal punto di vista di chi guida, visibilità anteriore e posteriore senza penalità anche escludendo la telecamera posteriore. Un po’ “duri” semmai i sedili in generale ma sappiamo bene che si tratta di un fattore molto relativo a seconda delle persone.
Tanta attenzione alle caratteristiche di abitabilità e funzionalità sembravano più importanti legate come sono alla propulsione ibrida che di suo offre oltre al lato ecologico un clima di guida molto particolare grazie alla sua silenziosità. Il quattro cilindri a ciclo Atkinson si fa sentire solo nei rari momenti di accelerazione ma non disturba mai. Guida e comfort per i passeggeri sono una delle esperienze da fare per chi non ha mai provato una ibrida. Nel caso della Niro c’è anche da aggiungere l’immediatezza di contatto nell’uso. Per capirsi meglio una classica ibrida può ispirare qualche imbarazzo quando manca l’abitudine, mentre in questo caso non si avverte praticamente alcuna differenza con un’auto tradizionale. Al punto che se si dovesse consigliare a un qualsiasi automobilista poco interessato alla tecnica, si potrebbe scommettere che non si accorgerebbe di nulla. Quasi la Niro fosse una vettura da principianti. Il cambio automatico sequenziale e l’accorto uso dell’acceleratore pur senza rinunciare alle prestazioni necessarie porta progressivamente a cambiare stile di guida senza soffrirne.
Una critica potrebbe essere rivolta invece allo sterzo meno preciso di quanto ci si aspetti: ci si fa la mano, naturalmente, ma qualche ulteriore attenzione in sede tecnica non guasterebbe. In compenso stabilità e tenuta non offrono il fianco a censure per di più guidando un’auto da 11,5” sugli 0-100, ovvero senza alcuna velleità sportiveggiante. La famiglia in questo caso ringrazia.
Kia Niro: ibrida alla coreana
Debutto mondiale al salone di Ginevra, un breve assaggio in maggio a Francoforte ed ecco ora l’inedita Kia Niro sbarcata a Barcellona, divenuta già da tempo una delle più classiche “area test” internazionali per i nuovi modelli.
Per l’arrivo sul mercato e del relativo listino invece, si dovrà aspettare la fine di Settembre come per tutte le altre novità di questo periodo.
Inedita, la Niro che abbiamo appena iniziato a guidare sulle strade catalane, non lo è solo come nuova proposta nel variegato mondo dei crossover, ma soprattutto per essere la prima ibrida della marca coreana. Ridurre i consumi e le emissioni è diventata ormai una missione irrinunciabile anche per tutti i costruttori che per anni non hanno voluto credere nella formula “brevettata” vent’anni fa dalla Toyota. Uno dopo l’altro ci stanno arrivando tutti a ritmo serrato.
Nel caso della Kia, ad esempio, la Niro sarà rapidamente seguita dalla Optima. La berlina che ha avuto tanto successo negli Usa si è evoluta in ibrida-plug, ma è da sottolineare come l’intero programma preveda altri 9 modelli da qui al 2020. Sono comprese le elettriche “pure”, senza escludere l’idrogeno.
In questo senso la Niro segnerà una nuova tappa nel lungo percorso di crescita della Kia. Se prima era legata all’immagine dei prezzi contenuti, oggi è sempre più orientata alle migliori caratteristiche tecnologiche ed estetiche. Proprio il design, per cominciare, conquista con facilità il suo primo punto di vantaggio.
Visibilmente ispirato al family feeling imposto dalla best seller Sportage, diventa più “gentile” e armonioso in proporzione alle dimensioni più ridotte, 4,35 metri di lunghezza, 1,80 di larghezza e 1,53 di altezza che, in particolare, denuncia il “taglio” crossover del segmento C. In più lo spoiler posteriore accentua la linea filante del tetto proseguendo con la stessa angolazione.
Il risultato è un modello dallo stile molto caratterizzato, elegante e ben riconoscibile senza ricorrere ad eccessive esibizioni muscolari. Stessa sensazione al primo ingresso a bordo rigorosamente in stile Kia, e ancor più in quello della Sportage di cui conserva in proporzione gli spazi per 5 passeggeri e un discreto vano bagagli. Personalizzata anche la plancia “leggera” e per nulla ingombra. Ma una nota di merito si aggiunge per la strumentazione davvero gradevole con un tocco di originalità grafica che non guasta anche in relazione alle indicazioni di funzionamento della tecnologia ibrida.
Comincia qui la parte più inedita della Niro dotata di un motore a benzina 1,6 a iniezione da 105 cv e 265 Nm di coppia, naturalmente euro 6, abbinato a un piccolo motore elettrico da 44 cv. In totale la Niro può contare su 141 cv che non mostrano ambizioni sportive ma ai primi km percorsi sembrano offrire comunque ottime andature.
In termini di prestazioni dichiarate dalla Casa si parla di 162 Km/h come punta massima e di una accelerazione 0-100 in 11,5” a fronte di consumi da omologazione di 3,8 lt/100 km nel ciclo combinato, con 88 g/km di Co2. Il tutto, almeno in questi primi chilometri di marcia, accompagnato da un confortevole silenzio.
La prova continua, ma resta ancora da dare una minima indicazione di prezzo non ancora definito ma che, in linea con la concorrenza, farà perno intorno ai 25 -26.000 euro.
Scheda Tecnica Kia Niro