Lauda: “Ferrari vince? Certo, grazie ad uno svizzero”
Niki come sempre senza peli sulla lingua: Binotto è svizzero, ed il suo ordine fa lavorare bene gli italiani. L’equilibrio un bene per la F1? Non me ne frega un c…”
In principio furono gli Spaghetti degli italiani, con tanto di pizza confezionata da Arrivabene il giorno dopo. La storia recente di Lauda e della Ferrari in Formula 1 è sempre stata dettata da frecciatine sempre poco eleganti da parte di Niki, che ha fatto della schiettezza il suo credo nella vita. Schiettezza si, eleganza no. E più di una volta è inciampato in qualche sua dichiarazione.
A ben vedere in effetti, come ricorda il prestigioso collega Marco Mensurati de La Repubblica, l’Ego di Lauda è sempre stato un qualcosa di smisurato visto che fin dal 1974, alla domanda su cosa avesse trovato in Ferrari, la risposta era “un grande casino”. E non tardò nemmeno a sparare a vista nel 2009, all’indomani dell’era di successi targati Schumacher. Inutile però rivangare come Niki quando era consulente a Maranello non utilizzò proprio gli stessi termini, ma questa è un’altra storia.
Che Lauda abbia un pochino sempre il dente avvelenato con Ferrari può anche essere comprensibile, considerando come mentre l’austriaco si trovava ancora in lotta tra la vita e la morte sul letto di ospedale in Germania, il Drake non si fece troppi scrupoli a cercare un sostituto – Audetto cercò prima Fittipaldi poi trovò Petterson – fatto questo che diede ancor più carica a Lauda, tornato poi in quel di Monza.
Insomma, Niki è cosi. E’ uno che riuscire a dire nel 2014 che “A Maranello hanno fatto una macchina di merda” e che nel 2015 parlò dei famosi spaghetti mangiati dagli italiani, a sottolineare come fossimo fannulloni.
Facile parlare nell’era del predominio Mercedes, difficile esser signori quando si prendono batoste. Meglio cercare scuse avrà pensato, sia mai che noi italiani riuscissimo in qualcosa di buono. Ed allora nell’intervista del collega de la Repubblica la domanda topica arriva subito:
Gli spaghetti sono finiti, il merito è tecnico visto che la macchina va bene. Gli italiani allora non fanno solo casino. Ma Lauda gira bene la questione, con una risata: “Voi considerate Binotto italiano, invece è Svizzero. E si vede. La Ferrari funziona perchè c’è uno svizzero che ha organizzato gli italiani, facendoli lavorare, lasciandoli libere di esprimere fantasia e idee”
Disamina che poi, a ben vedere, non è cosi lontana dalla realtà con quell’organizzazione voluta da Marchionne e Arrivabene orizzontale. Una disamina che premia comunque il lavoro di Maranello, riconosciuto da Lauda. Peccato sempre per quell’acredine. Eppure lui è cosi, nel bene o nel male. Dice quel che pensa, e si preoccupa poco delle conseguenze. Come per la Red Bull “Ce l’aspettavamo grande ed invece ci siamo trovati la Ferrari. Avevamo capito che sarebbe stata forte fin dalle prove. In qualifica è veloce come noi, in gara perfino più veloce”.
Alla fine comunque, si riconduce tutto in un’unica frase, quella che ha caratterizzato la sua carriera e probabilmente la sua vita: “E’ un bene per lo sport l’equilibrio e lo spettacolo, ma a me non frega un c… dello sport. Io voglio vincere tutte le gare”.