Volkswagen Arteon: primo contatto
La nuova ammiraglia della Casa di Wolfsburg è una testimonial di design e tecnologia: abbiamo provato Volkswagen Arteon
Volkswagen Arteon arriverà a luglio in Italia e noi l’abbiamo guidata sule strade di Hannover in Germania riportando la prima certezza. A quindici anni dal lancio della eccellente ma pretenziosa Phaeton, le strategie del marchio tedesco sono cambiate a tal punto da disegnare per la Arteon un ruolo da ammiraglia della gamma del tutto nuovo. Se è vero che deriva meccanicamente dalla Passat, si presenta come un manifesto del nuovo stile di carrozzeria Volkswagen e, contemporaneamente, diventa il testimone delle tecnologie di guida assistita di tutto il gruppo di Wolfsburg. Nessuna novità invece dal punto di vista squisitamente tecnico. Sul nostro mercato sarà disponibile con quattro motorizzazioni, tutte turbo: un TSI a benzina da 280 Cv e tre turbodiesel TDI, rispettivamente 150, 190 e 240 CV, con cambio a doppia frizione di serie per tutte le versioni. Il propulsore TSI 280 Cv e il TDI 240 Cv, inoltre, sono dotati di trazione integrale 4Motion, il TDI 190 Cv è disponibile con trazione integrale o anteriore, il 150 Cv solo con trazione anteriore. I prezzi vanno da 46.500 a 55.300 euro
Di difficoltoso, per Arteon, c’è solo il paragone con la Phaeton, una vettura presentata nel 2002 e il cui progetto nasceva dalla volontà di Ferdinand Piech. Doveva essere l’auto per proiettare Volkswagen in cima la mondo del lusso, sviluppata sulla base della Audi A8 e costruita nell’avveniristica “Gläserne Manufaktur”, la fabbrica di cristallo nel centro della città di Dresda. Di Phaeton dovevano costruirsene 20.000 l’anno, ma al 18 marzo 2016 la produzione è definitivamente cessata ad appena 84.253 unità. Oggi Volkswagen Arteon nasce con uno scopo diverso, ora che Volkswagen è diversa. Resterà ammiraglia, almeno nell’accezione di auto con motorizzazione tradizionale, anche quando in cima al listino si posizionerà una berlina a trazione elettrica.
Con 486 centimetri di lunghezza, 187 di larghezza e 142 di altezza, Volkswagen Arteon si presenta con una carrozzeria dalle proporzioni da coupé a cinque porte ispirata allo Sport Coupé Concept GTE. Il cofano motore allungato si congiunge con i parafanghi in quella che sarà la nuova “faccia” Volkswagen da qui in avanti, in questo caso sottolineata con una griglia a tutta larghezza con cui si fondono i proiettori. Dalle auto sportive viene invece il taglio alto delle fiancate, gli incavi sotto le portiere posteriori come mai Volkswagen ha osato fare, e poi il design della coda decisamente rialzata e avvolgente. Berlina sportiva è dire poco, perché Volkswagen Arteon è veramente coraggiosa, anche se la sostanza della meccanica parla di intelligente integrazione con il resto della gamma.
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Alla base di Volkswagen Arteon c’è infatti la piattaforma modulare Mqb, l’architrave di tutti i modelli Volkswagen con un potenziale tanto grande da prestarsi alla produzione di ben 7 milioni di veicoli prodotti entro il 2018.
Il pianale Mqb in questo caso è stato portato alla sua massima estensione vista finora, con 284cm di distanza tra le ruote anteriori e posteriori, 9 in più della Passat. Non solo un esercizio di stile, ma la ricerca di una spaziosità interna che ha paragoni con un asso come Skoda Superb. Il vano bagagli che si spalanca sotto il portellone ha una capienza che oscilla tra i 563 ed i 1.557 litri, ma soprattutto l’abitabilità per i passeggeri è clamorosa, con addirittura più di un metro libero a disposizione delle gambe di quelli posteriori.
La Volkswagen Arteon, con un cruscotto dominato da una griglia continua che incorpora anche le bocchette di aerazione e riprende lo stile della calandra, ma che resta però l’unico elemento realmente distintivo rispetto agli interni della sorella Passat.
Razionali per carità, anche se con cadute di stile evidenti come la guida dei sedili elettrici fin troppo a vista, le regolazioni con leva a mano del volante oppure le paddle del cambio automatico in plastica giocattolo, così come quella che riveste la parte inferiore delle portiere. Difetti di gioventù, mentre sono da manuale gli assemblaggi, come per altro l’allineamento delle lamiere della carrozzeria.
Altra conferma viene dalle motorizzazioni. Tra le quattro varianti turbo, TSI a benzina da 280 Cv e tre turbodiesel TDI da 150, 190 e 240 Cv scegliamo di provare quest’ultima, in abbinamento solo alla trazione 4Motion integrale e al cambio DSG automatico a sette rapporti. Per quello che significa il più potente di tutti i TDI 4 cilindri della Volkswagen, l’attenzione cade sulla godibilità estrema della Arteon. Se la massima potenza arriva infatti a 4.000 giri, la coppia di 500 Nm spunta tra 1.750 e 2.500 giri, con una mappatura del propulsore che consente di allungare oltre i 5.000 con una spinta perfino disarmante. Alla voce consumi, Volkswagen dichiara 5,9 l/100 km nel ciclo combinato e 7,1 l/100 km nel ciclo urbano, numeri molto più che ragionevoli.
Nel breve test sulle strade della periferia di Hannover, per altro vigilate in modo ossessivo dalla pubblica sicurezza, il motore biturbo ha sfoderato doti di ripresa degne di una supercar. Il tutto senza il minimo ritardo alla pressione del gas a conferma che il lavoro di Volkswagen sul diesel non è affatto finito, come non lo è la strada del cambio DSG a sette rapporti: preciso sempre e ora seriamente “cattivo” in modalità sport, con scalate dure e rapide che su Volkswagen Arteon danno l’esatto senso della berlina sportiva. Piatta in inserimento in curva e molto ben gestita nei trasferimenti di carico, Arteon incassa i frutto del passo extralarge con una compostezza generale davvero convincente.
Volkswagen Arteon: la tecnologia a bordo
“Arteon è lo stato dell’arte del Gruppo Volkswagen nella guida assistita”. Prima del nostro test tocca ad Andrea Alessi, direttore di Volkswagen Italia, spiegare quanto il nuovo ruolo di ammiraglia per Arteon vada oltre il presidiare dall’alto i listini, quanto piuttosto guardare lontano. Cosa vediamo qui che ritroveremo su tutti gli altri modelli?: “L’integrazione dei sistemi su questa vettura è totale”.
Il più evidente salto in avanti per Arteon sta infatti nel aver creato un unico ambiente software e hardware dove coesistono finalmente tutte le funzioni possibili di assistenza, chiamate in causa da una logica che riconosce le circostanze. Ad esempio il Cruise Control Adattivo ACC ora considera anche i limiti di velocità e i dati relativi al percorso del sistema di navigazione al fine di adeguare la velocità in modo automatico, e riduce così l’andatura in anticipo prima di curve, rotatorie e incroci.
In combinazione con il cambio automatico DSG, la Arteon con ACC è anche in grado di far ripartire la vettura in modo automatico in coda o in città, mentre il Lane Assist (assistenza per il mantenimento della corsia) e l’ACC lavorano in tandem per l’assistenza alla guida in colonna , con la Arteon che è in grado di viaggiare in modo parzialmente automatizzato fino a 60 km/h anche in una andatura fatta di frenate e ripartenze.
Nell’integrazione dei sistemi rientra poi un ampio capitolo sicurezza, con l’Emergency Assist di seconda generazione, che interviene qualora il guidatore dovesse perdere conoscenza per qualsiasi motivo. Il sistema oltre a frenare la vettura provvede anche a sterzare dirigendosi verso la corsia più a destra, a condizione che i veicoli che seguono lo consentano appoggiandosi al cruise control adattivo al Side Assist, ovvero il dispositivo di assistenza al cambio di corsia.
Volkswagen Arteon: Listino Prezzi
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