Mercedes Classe E Cabriolet: primo contatto
Condivide la piattaforma e la capote della ammiraglia S, vive di un lusso chiaro ma non ostentato. Mercedes completa la gamma delle cabrio con la sua Classe E. La prova tra Svizzera, Francia e Italia
Mercedes Classe E Cabriolet – CASE: Connectivity autonomous, shared and servies, electric drive. Con questo acrononimo ha esordito Ola Kallenius, membro del Board of Management di Daimler AG, nella sua analisi del mondo Mercedes in quella che è la strada di un mondo automotive oramai ben definita. Interconnessione la parola d’ordine, posta su vari livelli e realtà, e questa la farà da padrone per il futuro – per non dire presente – del mondo della viabilità. Eppure questa visione integrata dell’automobile non è l’unica strada tracciata. Sopratutto negli ultimi tempi, in Italia sta prepotentemente tornando in voga quell’idea di sano piacere senza filtri, quel “bello per il bello” che solletica l’animo e l’ego. Sono quei piaceri fini a se stessi che poi, a ben vedere, risultano essere il sale della vita.
Un orologio di marca, un oggetto in oro, un capo di alta sartoria, una cabrio. E se la domanda, seppur marginale e di nicchia, punta a questi ideali, a questi sogni romantici, la risposta non tarda ad arrivare, sopratutto da parte di Mercedes che all’ultimo Salone di Ginevra aveva svelato – tra le altre – anche la nuova Classe E Cabriolet. Numeri di nicchia si dirà: vero ma al contempo questo segmento completa una gamma con il vento tra i capelli per cui Stoccarda ha sempre avuto una passione fin dal 1992 con quella SL Roadster, primogenita di una stirpe che ha retto il colpo anche quando il mondo cabrio stava per recitare il proprio “de profundis”.
Una Classe E figlia concettuale di quella Classe S Cabrio con cui ne condivide i due elementi fondamentali, ovvero la piattaforma e la capote. Non è ammiraglia nell’animo, ma punta comunque a quel mondo che verrebbe da definirlo con un ossimoro: “lusso accessibile”, non alla portata di tutti, ma per chi vuole e può regalarsi uno status, ancor prima che una macchina.
Con alle spalle le Alpi in bella vista, il management della Stella ci snocciola quei dati tecnici già conosciuti alla kermesse ginevrina: 74 millimetri più larga, con un passo più lungo di 113, trazione 4Matic, Cambio 9G Tronic, 4 cilindri diesel e benzina a disposizione più il V6 turbo. E per tornare a quel concetto di interconnessione, non poteva ovviamente mancare il pacchetto di guida semi automatica fino a 210 km/h, con un Intelligent Drive in continua evoluzione. Dall’altro lato ecco i punti forti del mondo cabrio con a disposizione l’Aircarf per il collo, ma sopratutto l’Aircap, frangivento a gestione elettronica.
Serviranno? Risposta semplice e immediata: si. Sopratutto il secondo, considerando anche la temperatura esterna, devia perfettamente il flusso d’aria di una calda estate oramai giunta tra le Alpi, mentre ci troviamo a bordo di una Classe E 220d assegnataci, bianca con interni che ricordano il lignaggio di una barca a vela. C’è lusso ma non opulenza, tecnologia e spazio, tanto spazio a bordo. Già perchè a ben vedere, i posti – quattro – sono reali grazie anche alle modifiche in merito alle misure, ma è altresì vero che la linea di cintura è alta, rendendo l’abitacolo avvolgente. Il che si lega ad un cofano prorompente che evidenzia le dimensioni generose di questa Classe E, mai abbandonata a linee aggressive, ma fluide ed eleganti.
La mole è imponente, e si fa al contempo anche sentire con il volante tra le mani. Non è pesante da portare questa cabrio, ma si predispone più per la stabilità che per i cambi di direzione da sportiva. Non ci sorprende e, d’altronde, non lo vediamo come un limite. La risposta al pedale dell’acceleratore è invero un poco dura, ma una volta entrata in coppia, il 4 in linea risponde perfettamente a qualsivoglia desiderio. Corposo, energico, diretto: si avverte l’attacco della coppia fin da subito che spinge, ma al contempo è perfettamente legato con quel nove rapporti 9G-Tronic che snocciola marce in entrata ed in scalata senza il benchè minimo momento di “vuoto”.
Essere alla guida di questa Classe E non significa voler affrontare le curve, quanto piuttosto quasi poter veleggiare in scorrimento, per poi divertirsi maggiormente in uscita, senza forzare gli ingressi. E’ chiaro che una mappa Sport Plus porta ad avere una risposta più filante, rigida, diretta con il gas e impostata in termini di assetto rispetto ad una mappatura Comfort o Eco, ma comunque l’ideale di questa auto è quello di offrire potenza, prestazioni sì, ma principalmente esaltazione e gusto per la vita a bordo, anche grazie al sistema di sospensioni Air Body Control.
E’per questo che – tra autostrade, curve di montagna, città e perfino il traforo del Monte Bianco, ci siamo soffermati maggiormente su quella che è anche la vita a bordo. Listelli in legno a farla da padrone avevamo sottolineato appena entrati a bordo, ma al contempo, un concentrato di tecnologia al servizio di classe premium. Ergonomia regolabile in qualsiasi modo, davanti ai nostri occhi ecco capeggiare quel doppio display HD da 12,3 pollici che supporta sia la strumentazione che il sistema di infotainment che raggiunge un’area visuale totale di 31,2 cm. Efficace nel suo modo di essere nativo digitale, che fa il paio con concetti più tangibili: le bocchette dell’aria per esempio, sono un esempio della cura per i particolari decisamente elevata. Da aggiungere come la vettura sia praticamente tutta rivestita in pelle morbida. La strumentazione per la vita a bordo è a portata di click: niente touch screen, ma l’oramai consolidato sistema a cloche della casa tedesca.
[rating title=”Mercedes Classe E Cabrio” value=”8.5″ value_title=”Primo contatto” layout=”left”]Sul tunnel centrale capeggiano i comandi dell’anima di questa macchina, quella capote in tela che si apre e si chiude completamente in 20 secondi fino ad una velocità massima di 50 km/h. Comoda e di una cura decisamente elevata, considerando come l’insonorizzazione fosse davvero di pregevole livello una volta abbassata. Nota in calce su quello che, per una cabrio diviene poi il problema numero uno: lo spazio per il bagagliaio che, su questa classe E è pari a 385 litri, che diventano 310 con capote aperta. E’ pur vero comunque, che vi è la possibilità di abbassare i sedili nel rapporto 50:50.
Ultimi discorsi anche per il sistema di guida semi autonoma che capeggia su questa Classe E Cabrio. Il grado di affinamento, sopratutto per quanto concerne il sistema di sterzata autonoma, la regolazione della distanza Distronic, la stessa frenata d’emergenza attiva, o il cruise control adattativo in base anche alla segnaletica stradale stanno diventando sempre più precisi, chiari e funzionanti, nulla da eccepire.
Il problema rientra solo nel momento in cui questa interazione perde un punto fondamentale come la stessa segnaletica stradale. Durante dei lavori in corso su strada, dovendo passare su una corsia apposita tra una riga di mezzeria e l’altra, il sistema non riconosceva più i limiti, tanto per fare un esempio. Sono quei limiti che ancora non permettono una integrazione perfetta.
Ed allora, non resta in quei casi che tornare a prendere possesso noi al 100% del mezzo. Per certi versi, meglio cosi, perchè vetture del genere sono nate per quella nicchia che vuole un lusso presente ma non sfarzoso, per coloro che vogliono regalarsi un qualcosa di proprio, un regalo a tratti anche sfizioso seppur di classe, ma non esagerato, con il vento tra i capelli.
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