Range Rover Velar: primo contatto [Video]
La nuova Range Rover Velar provata sulle strade e sui sentieri della Norvegia.
Questa volta Gerry McGovern ha davvero fatto centro. Il capo del Design del Gruppo Jaguar Land Rover ha creato un’auto, la Velar, che fin da subito si é fatta apprezzare per il suo aspetto filante ma muscoloso, dinamico ma elegante. Personalmente, già al Salone di Ginevra l’avevo definita come la Range Rover più bella di sempre e qui in Norvegia, dove l’ho potuta guidare per due giorni, posso tranquillamente dire che é anche una delle migliori.
Non solo design dunque ma tanti contenuti che, messi assieme, rendono questo SUV un prodotto davvero unico, un trait d’union atteso da tanto nella famiglia Range Rover. Non chiamatela riempitivo però: la Range Rover Velar ha un’anima tutta sua e incarna concetti molto differenti rispetto alla sorella minore Evoque evolvendo il carattere di sua maestà Range Rover. I richiami alla regina della gamma sono chiari e marcati a partire dal design per arrivare poi alla tecnologia e alla meccanica.
Rispetto alla Sport, però, le differenze dimensionali non sono poi così eccessive. Con i suoi 4 metri e 80 centimetri, la Range Rover Velar è 5 cm più piccola della Sport e misura 20 centimetri in meno rispetto alla Range Rover. Trattandosi di un SUV così grande all’interno non potevano che regnare comfort e spaziosità. Il bagagliaio è molto grande (673 litri) ma ha una soglia di carico davvero molto alta, con il vano che risulta ben sfruttabile nonostante l’importante presenza dellle coperture dei passaruota posteriori. Ottima, invece, l’abitabilità dei passeggeri anteriori che hanno tanto spazio per testa, spalle e gambe (peccato solo che le cinture non siano regolabili in altezza). Non si può dire lo stesso per chi siede dietro: se da una parte l’altezza per la testa non manca (anche chi è molto alto può viaggiare comodamente), dall’altra per le gambe non c’è poi così tanto spazio: sembra quasi di essere su un SUV di segmento inferiore.
Detto ciò, il comfort di viaggio è ai massimi livelli: sugli esemplari provati, tutti a sei cilindri, erano presenti solo le sospensioni pneumatiche che isolano in maniera impeccabile le sconnessoni, sia sull’asfalto, sia nell’offroad meno spinto. Tarabili su diverse altezze, le sospensioni possono trasformarsi rendendo l’auto rigida per la guida dinamica o ideale per l’offroad: basta solo sfiorare il grande schermo integrato nel tunnel centrale che permette di regolare, oltre alle modalità di guida dell’auto, anche il climatizzatore e altre impostazioni. Proprio questo touch screen da 10 pollici è esteticamente piacevole ma non molto intuitivo nell’utilizzo: per premere la zona giusta serve abbassare lo sguardo distraendosi dalla strada.
A esso si abbina uno schermo che a occhio sembra più piccolo ma che è sempre da 10 pollici destinato all’infotainment: questa coppia di touch screen compone il nuovo Touch Pro Duo, al debutto sulla gamma Range Rover. Il sistema multimediale è fluido, facile da usare e ha tutte le più moderne funzioni, connessione a internet e a smartphone (con tecnologie Incontrol Apps per iOS e Android) comprese. Dal punto di vista tecnologico non mancano nemmeno un quadro strumenti digitale, il Driver Display, da 12.3 pollici (di serie a partire dall’allestimento SE), così come dotazioni come la frenata autonoma in caso di emergenza, il mantenimento della corsia di marcia e il rilevamento della stanchezza del guidatore.
[rating title=”VOTO” value=”8.5″ value_title=”Primo Contatto” layout=”left”]Sarà merito di tutta questa tecnologia che regna sovrana sull’auto ma la Range Rover Velar mi è sembrata davvero facile da guidare, oltre che piacevole. Il SUV britannico, una volta in movimento, non lascia trasparire la prorpia mole, anche se c’è da dire che le due tonnellate che si sentono in maniera marcata, soprattutto in accelerazione, più a pelle che sul cronometro. Con il sei cilindri diesel da 300 cavalli e 700 Nm la Velar scatta infatti da 0 a 100 in 6.5 secondi, tempo ulteriormente migliorabile se si sceglie il più performante V6 benzina da 380 cavalli e 450 Nm che archivia lo stesso scatto in 5.7 secondi. In entrambi i casi c’è però da fare i conti con dei consumi in linea con l’esclusività di questo modello: nel dichiarato, la diesel arriva a 6.4 litri per 100 km, mentre la benzina si ferma attorno ai 10 chilometri al litro (9.4 l/100 km). Se si vuole consumare meno c’è però un’offerta di quattro cilindri due litri diesel da 180 o 240 cavalli non ancora disponibili al momento della nostra prova.
Tutta la gamma è proposta con la trazione integrale permanente di serie, una vera e propria raison d’être per il marchio Land Rover. Le quattro ruote motrici, oltre a essere indispensabili nell’offroad più spinto (che la Velar ha affrontato senza il minimo problema anche con cerchi da 21 pollici), il 4WD permette di scaricare a terra al meglio tutta la potenza dei propulsori sovralimentati della gamma. Il diesel, dall’alto dei suoi 700 Nm di coppia, si è dimostrato tondo e dolce nell’erogazione, potendo però all’occorrenza sfoderare prestazioni degne di nota. Ancor più piacevole il sei cilindri a benzina con compressore volumetrico che, pur non avendo un suono paragonabile al fratello montato sulla Range Rover Sport (non disponibile in Italia), risulta coinvolgente e invoglia a spingere.
L’anima dinamica della Velar si fa sentire anche in curva dove l’aderenza è elevata, così come la tenuta di strada: per trovare un pelo nell’uovo la precisione di guida non è elevatissima ma trattandosi di un SUV di queste dimensioni glielo si può anche perdonare. La Range Rover Velar si è lasciata guidare piacevolmente sulle impeccabili strade che costeggiano i fiordi della Norvegia, dimostrandosi estremamente silenziosa e sfoderando un comfort da ammiraglia pur restando sempre pronta a scattare. Merito anche del cambio, l’ormai onnipresente ZF a 8 rapporti che ha praticamente rivoluzionato il mercato delle trasmissioni automatiche. Sulla Velar la taratura predilige il comfort alle prestazioni anche se c’è da dire che la rapidità di cambiata è degna di nota, così come la reattività in ripresa.
Se a questo si aggiungono le finiture impeccabili degli interni, i materiali d’alta gamma e le sceniche soluzioni tecnologiche che la Velar offre ai propri clienti non si può che restare colpiti da un’auto di questo tipo. La quarta Range Rover ha davvero tutte le carte in regola per avere successo: è un modello talmente interessante che potrebbe andare a insidiare le sorelle maggiori: in Land Rover dicono di no, staremo a vedere. Per potervela portare a casa dovete però esssere pronti a spendere almeno 58.800 euro sia che vogliate la 4 cilindri benzina da 250 cavalli, sia la diesel da 180 cavalli. Per avere le motorizzazioni V6 protagoniste della nostra prova servono almeno 69.000 euro per la SD6 e 69.700 per la P380: se poi si vuoleesagerare a listino c’è anche la fist edition da 112.400 euro.