Volkswagen Polo 2018: primo contatto
La nuova Volkswagen Polo provata con i due 95 cavalli 1.0 TSI e 1.6 TDI. Ecco com’è e come va.
Anche dopo aver provato tante generazioni di segmento B, un modello più di tutti mi ha da sempre colpito per via delle sue qualità, la Volkswagen Polo. La compatta è una delle regine indiscusse di questo segmento e per capire se anche la nuova generazione è degna del nome che porta sono andato ad Amburgo dove la casa tedesca ha organizzato i primi test drive della cinque porte. Già durante il nostro primo incontro, avvenuto a Berlino in occasione del lancio mondiale, la piccola di Wolfsburg mi aveva impressionato tanto per le nuove tecnologie di cui è dotata, quanto per il design che ha saputo evolvere in chiave moderna un concetto senza tempo di due volumi dalle dimensioni contenute.
Nei suoi 4 metri e 5 centimetri la Polo racchiude tutte le tecnologie che fino a pochi anni fa erano riservate a modelli decisamente più elitari. Un esempio è l’Active Info Display, qui presente nella sua seconda generazione che debutta nel segmento delle compatte proprio con la Polo dopo essere stato montato dalle ammiraglie del marchio a seguito dell’introduzione nella gamma Audi. L’infotainment, sempre chiaro e ben visibile, risulta facile e intuitivo nell’utilizzo, con lo schermo in vetro che, durante la nostra prova, è sempre rimasto pulito e non ha mostrato impronte delle dita. In abbinata alla seconda generazione dell’Active Info Display, poi, lo schermo da 8 pollici centrale può essere utilizzato per visualizzare informazioni aggiuntive. Se sul quadro strumenti digitale si decide di visualizzare la mappa, al centro della plancia appare una schermata con bussola e informazioni sulla posizione.
Proprio la nuova versione dell’Active Info Display si è dimostrata essere più semplice rispetto al più grande modello da 12.3 pollici utilizzato sui modelli superiori, visualizzando però tutto quello che serve per avere sempre ogni parametro dell’auto sotto controllo. Per il resto si spazia dai sistemi di sicurezza attiva ormai presenti su tutti i nuovi modelli, come la frenata autonoma in caso di emergenza (che per la prima volta in questo segmento riconosce anche i pedoni), al moderno impianto di infotainment con compatibilità con Android Auto e Apple CarPlay, un accessorio praticamente indispensabile per le nuove generazioni, target di pubblico a cui si rivolge maggiormente la Polo.
Proprio per i più giovani Volkswagen ha creato degli allestimenti totalmente personalizzabili con 14 colori per la carrozzeria e 8 diverse tonalità per il dash pad, ovvero la copertura in plastica del cruscotto. Parlando di plastica c’è da dire che all’interno della compatta ce n’è davvero tanta ma, quasi sempre, è di ottima qualità. Per trovare superfici ruvide e rigide serve guardare nella parte bassa dell’abitacolo oppure sui fianchetti delle portiere, con tutto il resto delle coperture che risulta piacevole da toccare e infonde un senso di robustezza grazie alla particolare cura dedicata all’assemblaggio e agli accoppiamenti dei pannelli.
L’abitacolo, pur trattandosi di una compatta, è comodo, spazioso e silenzioso. Sulla nuova Polo si viaggia comodi in quattro, valige comprese grazie al bagagliaio da 351 litri, con i due passeggeri anteriori che hanno tanto spazio per il segmento. Il guidatore, anche se molto alto, può sfruttare le regolazioni di sedile e volante per trovare una posizione di guida perfetta per le proprie esigenze, avendo comunque tutti i comandi secondari a portata di mano. I sedili sono comodi e sostengono bene il corpo ma tra i difetti di quest’auto c’è la visibilità anteriore. Il cofano è piuttosto spiovente e, abbinato alla plancia alta, non fa minimamente percepire gli angoli anteriori dell’auto, cosa che in manovra potrebbe creare qualche problema. Dietro, invece, non c’è nessun problema grazie alla presenza della videocamera di retromarcia e dei sensori di parcheggio.
Passando alla gamma, la nuova Volkswagen Polo, che arriverà sul mercato il prossimo mese di ottobre, sarà inizialmente proposta con dei 1.0 tre cilindri benzina. Le potenze partono dai 65 cavalli dell’MPI aspirato, disponibile anche in versione da 75 cavalli, per arrivare al turbo TSI da 95 cavalli che presto sarà affiancato da una più potente versione da 115 cavalli. Per la prima volta sulla compatta arriverà anche una versione bifuel a Metano, la 1.0 TGI da 90 cavalli, che sarà poi seguita dalla sportiva Volkswagen Polo GTI con il 2.0 turbo da 200 cavalli e dalle varianti a gasolio basate sul 1.6 TDI di derivazione Golf nei tagli di potenza da 80 e 95 cavalli.
[rating title=”Voto” value=”8.5″ value_title=”Primo contatto” layout=”left”]Per il primo contatto ho scelto di guidare due delle versioni che andranno per la maggiore in Italia, ovvero la 1.0 TSI e la 1.6 TDI, entrambe da 95 cavalli. Del turbodiesel colpiscono soprattutto la silenziosità e l’ottimo isolamento, anche per quanto riguarda le vibrazioni. Le prestazioni non sono niente male e l’abbinamento con il cinque marce manuale è decisamente riuscito. La coppia, 250 Nm, permette di non cambiare marcia anche quando si cerca una ripresa ma si è solo attorno ai mille giri. Corposo e particolarmente elastico, questo diesel propone ottimi consumi, rivelandosi essere una delle unità più interessanti in assoluto per questo modello.
I costi chilometrici salgono leggermente nel caso del 1.0 TSI che per via del suo prezzo (17.100 euro)che, probabilmente, rimarrà nettamente inferiore rispetto all’unità a gasolio (di cui non sono stati ancora comunicati i listini), potrebbe rivelarsi la scelta più adatta per molti clienti. Il tre cilindri vibra poco e risulta piuttosto silenzioso. Nonostante questo le prestazioni non sono niente male, le riprese, a patto di non tirargli troppo il collo, sono coinvolgenti e le accelerazioni al semaforo sono rapide e scattanti. Buona anche la frizione, un po’ lunga ma leggera e dolce nelle cambiate, aggettivi che possono descrivere anche il cambio, preciso e con una rapportatura perfetta per una compatta di questo tipo.
Come su tutti gli ultimi modelli Volkswagen, poi, il guidatore può configurare alcuni parametri dell’auto, premendo un tasto per selezionare 4 diverse modalità di guida. Lo sterzo può dunque essere più o meno diretto a seconda della situazione ma, in ogni caso, risulta sempre morbido e leggero. La Polo si lascia dunque guidare con grande facilità, tanto in città, dove l’assetto copre bene le sconnessioni, quanto tra le curve veloci nelle quali emerge una taratura un po’ più rigida di quello che mi sarei aspettato. Ciò, tuttavia, non si ripercuote in maniera sensibile sul comfort di marcia: la Volkswagen Polo 2018 è comoda anche sulle strade più dissestate.
Volkswagen ha creato un’auto degna del nome Polo: in passato le 5 precedenti generazioni hanno saputo vendere complessivamente 14 milioni di esemplari e con la sesta versione c’è da scommettere che il muro dei 15 milioni si infrangerà molto presto. Questo anche grazie a dei listini che, pur non avendo politiche aggressive per quanto riguarda i prezzi d’attacco (il modello d’ingresso è proposto a 13.600 euro), si dimostrano essere più che in linea con il segmento, proponendo però alcune dotazioni assenti sulle rivali.