L’Arabia Saudita concede alle donne di guidare
Un’apertura voluta dal principe erede alla corona Mohammed bi Salman,che sta cercando di avviare un piano di modifiche sia politico che sociale.
L’Arabia Saudita ha annunciato martedi il permesso, il lasciapassare alle donne di guidare, mettendo fine dunque ad una lunga politica divenuta simbolo mondiale, globale di una repressione pressochè totale da parte del regno saudita.
La modifica, che avrà effetto nel mese di giugno del prossimo anno, è stata annunciata dalla televisione di stato in un evento simultaneo in quel di Washington, come riporta il New York Times.
La decisione conforta le tesi secondo cui la politica antecedente, contraria alla guida da parte delle donne, abbia fatto più danni che altro alla reputazione internazionale del regno,.
Certo è che la svolta si inserisce in un contesto dove sicuramente il cambio legislativo deve andare di pari passo con un cambio di mentalità e culturale chiaramente ben radicato. E’ da ricordare come in Arabia Saudita la forma legislativa è e rimane la monarchia assoluta, con la sharia quale legge fondamentale.
Solamente pochi giorni fa, come riportato da La Repubblica, il presidente del Consiglio della fatwa della provincia di Asir aveva mostrato enorme contrarietà per la guida delle donne con una infelice frase: “le donne non possono guidare perchè hanno un quarto di cervello”.
Quel che però bisogna sottolineare, è il cambio di rotta voluto proprio a livello culturale da parte dell’Arabia Saudita.
Negli ultimi anni ci sono state numerose proteste ed azioni di protesta per maggiori diritti, sopratutto da parte delle donne, sempre represse.
Ora però la situazione è inaspettatamente ribaltata: l’avvento del principe erede alla corona Mohammed bi Salman di 32 anni ha portato una grande sferzata di modernità con annessa volontà di proporre diritti civili, tanto da aver presentato un piano di grande portata per rivedere la società e l’economia del regno, all’interno del quale vi è anche la concessione alle donne di poter guidare.
Al di là dell’immagine che porterà sia internamente che esternamente, questa concessione, questa svolta potrebbe aiutare anche la stessa economia saudita.
Il prezzo al barile ribassato del petrolio ha limitato i posti di lavoro governativi, tanto che il regno sta cercando di spingere più cittadini, comprese dunque le donne, a cercare un’opzione lavorativa privata più redditizia. Serve dunque un incentivo anche a spostarsi, ad un pendolarismo automobilistico ancora poco avvezzo a quel mondo. Ecco allora incentivi lavorativi proprio a tal riguardo, anche nei confronti delle donne.
Certo è che, nonostante l’annuncio, ci saranno dei periodi di assestamento necessari, dovuti ad una svolta epocale cosi grande che si inserisce in un discorso sociale ben più ampio: innanzitutto il regno di dispone di infrastrutture per le donne affinchè possano imparare ad ottenere una licenza di guida. Inoltre, la polizia – così è – dovrà essere addestrata ad interagire con le donne, cosa estremamente rara all’interno del regno.
Una delle tante contraddizioni di un paese che, comunque, cerca di aprirsi, con la nuova generazione sociale, ad una visione più aperta nei confronti dei diritti civili e umani.
Che la guida delle auto possa essere un ariete, un cavallo di troia per l’apertura di quel piano politico e sociale voluto dal 32enne principe saudita?