Nissan, richiamate 1,2 milioni di vetture: il governo giapponese controlla le fabbriche
Formalmente Nissan è indagata per controlli di qualità inappropriati sulle vetture, ma si fanno strada dubbi sulle emissioni
Nissan richiama in tutta fretta 1,2 milioni di vetture dopo essere stata accusata da parte del governo giapponese di controlli inadeguati, mentre il Ministero dei Trasporti nipponico ha condotto ispezioni nei due stabilimenti di Tochigi and Kyoto, evidentemente propedeutici ad una indagine che prenderà presto il via. Oppure no, questo il dubbio, perché attorno al maxi richiamo di ben 24 modelli, prodotti dal ottobre 2014 ad oggi e venduti solo in Giappone, si snoda un giallo politico e industriale che non sembra solo una faccenda burocratica. L’intervento così rapido del governo potrebbe sembrare un modo per stoppare uno scandalo sul nascere?
Badando al fatto scatenante, viene infatti da sorridere, perché parliamo di inadempimenti tecnici da parte della casa giapponese, presi apparentemente dal governo così sul serio da autorizzare provvedimenti a prima vista sproporzionati, facendo perfino calare del 2% il titolo della casa automobilistica alla Borsa di Tokyo. La prassi in Giappone prevede che i veicoli, prima di essere venduti, debbano essere registrati dal governo, con un procedimento che prevede controlli di qualità finali all’uscita della catena di montaggio. Questi controlli sono svolti da tecnici interni che devono avere requisiti professionali e rispettare standard di verifica. “Ci sono state irregolarità”, questo sostiene il governo di Tokyo, però non è ancora chiaro se in alcuni o tutti i sei stabilimenti Nissan nel paese, e soprattutto la natura di questi errori. I tecnici erano professionalmente impreparati? Controlli di sicurezza all’acqua di rose? O peggio, dati su emissioni e consumi dichiarati e controfirmati, ma dubbi?
Questo è il vero nodo e non è piccolo, considerando come parte dell’industria dell’auto giapponese abbia negli ultimi tempi attraversato scandali con dati falsati e scarsi controlli di qualità, come è capitato a Suzuki che lo scorso anno ha ammesso di aver adottato metodi inappropriati di rilevazione dei consumi in Giappone, la stessa furbizia attribuita Mitsubishi Motors, finita pesantemente sotto indagine da parte del Ministero dei Trasporti giapponese dopo una denuncia arrivata proprio dalla Nissan, nel frattempo diventata partner del marchio dei tre diamanti. Proprio Nissan ora prevede una spesa di 222 milioni di dollari per il richiamo delle sue 1,2 milioni di vetture, ma stranamente non è prevista nessuna sostituzione di organi meccanici. Comunque una cifra eccessiva per far rifare a queste vetture dei …semplici controlli burocratici.