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Gruppo Volkswagen: i motori del futuro

La rivoluzione green di Wolkswagen parte da motori efficienti adatti ad ogni esigenza, ce li hanno mostrati nel centro prove di Ehra-Lessien, ad una manciata di chilometri da Wolfsburg.

Obiettivo: diventare leader della mobilità elettrica entro il 2025, reinventando l’automobile. Per centrare l’ambizioso traguardo il Gruppo Wolkswagen mette sul piatto programmi, progetti e 34 miliardi di investimenti puntando su un evoluzione costante della specie destinata, nei piani, a diventare rivoluzione nel giro di 7/8 anni.

Una rivoluzione all’insegna del rispetto delle norme ambientali, attuali, future ed ipotizzabili, che non può non iniziare da una gamma di propulsori di ultimissima generazione, principalmente ibridi o elettrici ma che abbracciano anche quelli a combustione interna benzina, diesel o gas. E’ quanto emerso davanti ad una platea ristretto in un workshop battezzato Future Talk XXL, nel centro prove Volkswagen di Ehra-Lessien che sorge ad una manciata di chilometri da Wolfsburg.

Una finestra sull’innovazione concreta, non basata su soluzioni futuribili o improbabili, ma mostrando unità già in uso o di prossima generazione presenti sui modelli che era possibile provare nell’enorme spazio antistante l’ingresso del centro prove.

Tra i diversi  progetti illustrati grande spazio all’ibrido, plug-in e non, dove spicca l’innovativa trasmissione Vario.Drive che integra il motore elettrico in un cambio automatico a quattro marce fisse e cinque elettriche, con guadagno in termini di peso e ingombro. Consente alle vetture ibride plug-in di allungare fino a 100 km l’autonomia in modalità solo elettrica, grazie all’aumentata efficienza complessiva del sistema. La versatilità della piattaforma modulare MQB consente ai progettisti di declinare l’offerta ibrida per le diverse esigenze d’utilizzo, spaziando dal massimo risultato in termini di risparmio di carburante ed emissioni fino alla brillantezza della Golf GTE Performance Concept. 

Le diverse architetture prevedono un generatore 12 V per la funzione start&stop abbinato ad un convertitore DC/DC per il micro-hybrid, generatore e batteria da 48 V, che consente un risparmio di 0.4 l/100 km anche in mezzo al traffico ed infine il mild-hybrid plus, che aggiunge un secondo motore elettrico posizionabile sia sull’assale anteriore come in quello posteriore. Per tenere a bada le emissioni senza sacrificare le prestazioni è stato rivisto anche il 1.5l TSI EVO da 130 CV abbinato ad una delle prime applicazioni di turbina a geometria variabile su propulsori a benzina, perlomeno nelle cubature in questione.

La coppia massima sarà disponibile già 1.300 giri/min, mentre i consumi si abbasseranno fino a 1 litro ogni 100 km. Adotta un funzionamento a Ciclo Miller, caratterizzato da una fase di compressione accorciata rispetto al classico Ciclo Otto, ottenuta con la chiusura anticipata delle valvole di aspirazione. Migliora quindi il rendimento termico e si compensa la minore potenza con un turbocompressore ottimizzato a ogni regime grazie alla geometria variabile attuata elettricamente, ottenendo molta più prontezza alla pressione del gas.

A tal proposito è stata migliorata anche l’efficienza delle unità a gas, dove si lavora per l’introduzione dell’iniezione diretta che ne garantirebbe un ulteriore incremento che si traduce in migliori prestazioni e maggior risparmio. Nei piani del Gruppo saranno 15 i modelli equipaggiati con questo tipo di propulsione nel prossimo futuro.

Purtroppo, oltre al buon spunto in accelerazione offerto dalla Golf GTE Performance Concept e la sorprendente reattività della Golf con motore TGI a metano, non c’è molto da raccontare in merito alle prove svolte nell’ovale di Ehra-Lessien effettuate a velocità costante (120 Km/h). Sarebbe stato interessante fare una prova consumi, ma il contesto e soprattutto il tempo a disposizione non lo consentivano.

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