Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio: test drive a Dubai
Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio: abbiamo provato il suv più veloce del mondo.
Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio – Se penso a Dubai mi vengono in mente i suoi grattacieli nuovi di zecca, il lusso estremo dei suoi resort, così come il suo caldo estremo in estate. Mi vengono in mente isole nate dal nulla, piscine enormi e la pista da sci indoor, pazzie realizzate grazie a soluzioni ingegneristiche all’avanguardia, oltre che ad una disponibilità economica fuori dal normale.
Ma cosa c’è fuori Dubai? Il deserto ovviamente, dove la sabbia è la padrona assoluta. Domina il paesaggio, domina i colori, invade le strade e le persone. No, non sono le dune viste in film, foto o documentari, perchè spostandosi verso nord il panorama cambia. Prima colline, poi la roccia diventa sempre più ripida per trasformarsi in montagna. In alto, sul confine con l’Oman c’è il Jabel Jais, la montagna più alta degli Emirati con i suoi 1931 metri di altezza sul livello del mare. Una strada appena realizzata con due corsie in salita, ed una in discesa. Ci sono curve, curvoni e tornanti. Si, perchè la Jabel Al Jais Road è lo Stelvio degli Emirati e sarà proprio li che proverò l’Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio.
Un Quadrifoglio che nasce subito “cattivissimo”: la Stelvio può già fregiarsi del titolo “the fastest suv in the world”. Il record ottenuto al Nürburgring con 7:51.7 sul giro è solo l’inizio, perchè pare che Alfa Romeo tornerà in Germania per migliorarlo.
Un motore V6 biturbo da 2,9 litri e 515 cavalli, conoscenze Ferrari travasate in Alfa per far nascere un motore da urlo. Tecnologie all’avanguardia, senza che l’elettronica prevalga sul resto. Ne cito qualcuna: il sistema DNA permette di scegliere come sarà il comportamento della vettura (Dynamic, Natural, Advanced Efficiency). La trazione integrale Q4 trasferisce in condizioni normali il 100% della coppia all’asse posteriore mentre all’avvicinarsi del limite trasferisce fino al 50% della coppia sull’asse anteriore. Il sistema Alfa Active Suspension controlla le sospensioni in maniera continua ed attiva, calibrandosi con la modalità DNA selezionata. L’Alfa Chassis Domain Control adatta dinamicamente ed in tempo reale l’assetto della vettura: serve per prevenire e gestire le situazioni critiche. L’Alfa Active Torque Vectoring permette al differenziale posteriore di controllare separatamente la coppia per ogni ruota. Ci sono anche i freni carboceramici Brembo, optional, da una parte “fin troppo”, dall’altra “troppo belli” per non averli.
All’esterno, il design rivendica l’identità italiana. Mentre i loghi Stelvio e Q4 rientrano in una certa sobrietà, il quadrifoglio verde su campo bianco è una dichiarazione di intenti, che sulla carrozzeria rossa non può che far innamorare. Il frontale dalle grandi prese d’aria ha una stretta parentela con quello della Giulia, sebbene appaia qui più compatto e meno schiacciato verso il basso. Bandite le linee rigide e fredde, in stile teutonico. Sull’Alfa Stelvio sono sinuose, quasi sensuali, mai anonime, come linee del cofano con le prese d’aria aggiuntive. Sportività ed aggressività, con eleganza, senza esagerazioni fuori luogo, come nei fari anteriori rastremati. Lateralmente si cercano le proporzioni, senza originalità non richieste, badando al sodo con solo un accenno di muscolarità. Il posteriore gioca con linee tonde, che sdrammatizzano l’imponenza del portellone. Una considerazione sulle dimensioni: i 470 cm di lunghezza, 216 cm in larghezza e 168 cm in altezza, sono quasi “nascosti” dal disegno della vettura, facendola sembrare più piccola di quanto lo sia in realtà.
Salendo a bordo, sono stupito della comodità della Stelvio Quadrifoglio, anche se a pensarci bene è un punto fondamentale quando si parla di SUV. I sedili sono sportivi ed avvolgenti: è facile trovare la migliore configurazione personale grazie ai vari comandi elettrici.
I materiali degli interni sono di alta qualità: pelle con cuciture rosse, Alcantara e fibra di carbonio. Mi piace il volante che utilizza tutti e tre questi materiali, sia per il tipo di impugnatura sia per la sensazione al tatto. Nel cruscotto in evidenza il contagiri e tachimetro, mentre per tutte le altre informazioni c’è un pannello LCD centrale. Il pannello del sistema multimediale da 8,8″ è integrato alla consolle: una soluzione che spazza via finalmente tutti i tablet posticci e plasticosi visti su altre vetture, segmento lusso compreso. Il sistema di Alfa si chiama Connect 3D ed è compatibile sia con Apple Car Play sia con Android Auto. Facile da usare, si appoggia su TomTom per quanto riguarda la sezione navigazione. E’ presente il sintonizzatore DAB, davvero buono il suono prodotto dall’impianto firmato Harman Kardon. Da sottolineare infine che nella vettura di prova tutti gli accoppiamenti erano ben fatti e che non ho mai avvertito scricchiolii o rumori. Anzi, c’è da rimarcare la buona insonorizzazione generale.
Avvio la Stelvio tramite il pulsante rosso posto sul volante, un vezzo che mi piace moltissimo. Incomincio la prova nelle modalità Advanced Efficiency e Natural. Con il selettore in “A”, mi posso permette una guida rilassata, risparmiando carburante. Questo avviene grazie alla funzione “sailing”, che praticamente ferma il motore quando si rilascia l’acceleratore, ed alla disattivazione di tre cilindri sue sei quando non necessario averli a disposizione tutti. “N” è meno drastica, regolando sia l’erogazione di potenza sia la taratura delle sospensioni per garantire il massimo comfort ed una guida sicura. Le differenze in queste due modalità sono difficilmente avvertibili, nel senso che guidare in “A” non è così tragico come presentato nella teoria.
E’ proseguendo sulla Jabel Al Jais Road che sposto il selettore in Dynamic. I parametri di controllo del motore vengono settati per una erogazione della potenza maggiore, la velocità del cambio aumenta così come viene modificata la risposta delle sospensioni per ottenere una guida più sportiva. A proposito di cambio, si tratta di un automatico ZF a 8 rapporti che offre un’ottima risposta. E’ possibile cambiare manualmente grazie alle palette in alluminio, fissate al piantone e non al volante, come si addice nelle auto sportive.
Incomincio ad affrontare le prime curve con la consapevolezza di guidare una vettura equilibrata, che difficilmente ti porta oltre al limite grazie ad una facilità di guida difficilmente riscontrabile su altre vetture. Lo sterzo leggero e preciso è piacevole, la taratura delle sospensioni è ottima, tanto che anche nei curvoni più impegnativi la Stelvio Quadrifoglio non soffre, non si scompone e non presenta di fenomeni di rollio.
[rating title=”Voto” value=”10″ value_title=”Primo contatto” layout=”left”]I cavalli sono ben 510 ma la Stelvio è tutto fuorchè scorbutica. Non è una di quelle automobili che ti mettono in soggezione, perchè magari ti puniscono alla minima indecisione. E questo nonostante il motore ti possa portare ad accelerazioni e velocità che lasciano a bocca aperta. La sensazione è che gli ingegneri Alfa Romeo si siano dedicati al piacere di guida piuttosto che al piacere di fornire potenza per inseguire record numerici. Anche in uscita di curva, il sovrasterzo è gestibile e godibile, senza che questo possa causare timori vari.
Il momento della modalità “race” arriva su un tratto di strada chiuso al pubblico, con il suono del V6 da 2,9 litri che diventa un urlo di guerra. Vengono disabilitati i controlli di stabilità e trazione. Un piccolo assaggio di quanto può aver fatto questa Stelvio Quadrifoglio durante il record al Nürburgring. L’accelerazione mi schiaccia sul sedile, e girare i tornanti sapendo che non incrocerò nessuno diventa un’esperienza da cardiopalma.
Nell’epoca delle fake news non ho strumenti per certificare come vera la frase di Henry Ford “Tutte le volte che vedo un’Alfa Romeo mi tolgo il cappello“. Sono però sicuro che se fosse vivo, e se provasse la Stelvio Quadrifoglio… beh il cappello se lo toglierebbe davvero.
Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio Scheda Tecnica
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