Gruppo Volkswagen: Herbert Diess nuovo presidente
Herbert Diess sostituisce Matthias Müller alla guida del gruppo Volkswagen. Nuovo assetto organizzativo della galassia tedesca per aumentare l’efficienza in vista della “svolta elettrica” del 2025
E’ ufficiale: Herbert Diess è il nuovo presidente del consiglio di amministrazione del gruppo Volkswagen al posto di Matthias Müller. La decisione è stata presa durante la riunione del consiglio di sorveglianza del 12 aprile. La sostituzione è immediata. Viene dunque confermato ciò che era circolato in questi giorni. Il cambio al vertice è il centro di una complessa revisione della struttura organizzativa di ciò che è una vera e propria galassia che spazia dalle auto ai camion, passando dalle moto Ducati. I vari brand verranno raggruppati in tre divisioni, Volume, Premium e Super Premium. L’obiettivo primario è rendere il tutto più efficiente dal punto di vista dei costi, per non disperdere risorse in vista della strategia a lungo termine verso l’elettrificazione.
Müller (nella foto sopra), 64 anni, ha retto il timone del gruppo per tre anni. E’ stato “prelevato” dal comando della Porsche nel settembre 2015 dopo l’esplosione dello scandalo dieselgate e le dimissioni del suo predecessore Martin Winterkorn. Il periodo più critico nella lunga storia della Volkswagen. Müller ha effettivamente ottenuto risultati importanti, non solo facendo sopravvivere il gruppo, cosa che in quei caotici giorni non veniva data per scontata; ma anche aumentando profitti e mantenendo il vertice nelle vendite mondiali di autovetture. Il comunicato della società sul cambio al vertice non specifica le motivazioni di questa decisione. Parla solo di accordo consensuale ed esprime i ringraziamenti di rito a Müller.
Herbert Diess (nella foto di copertina) ha 59 anni, laureato in ingegneria. Dopo un periodo nel mondo accademico, è entrato nel 1989 alla Bosch. Nel 1996 è passato alla BMW. Dal 1° luglio 2015 ha ricoperto il ruolo di CEO del marchio Volkswagen. E’ stato decisivo nella durissima trattativa con i potenti sindacati interni, strappando un accordo che porterà al taglio complessivo di 30.000 dipendenti, pari ad un risparmio di 3,7 miliardi di euro.