Piano industriale FCA: tutti i dettagli sui prossimi cinque anni
Il piano industriale del gruppo FCA 2018-2022, l’ultimo firmato da Sergio Marchionne, parte dall’azzeramento del debito. Si punterà con decisione verso l’elettrificazione dei modelli e la ricerca sulla guida autonoma
Aggiornamento 18.05: Marchionne: “L’Alfa Romeo 4C ha un futuro limitato perché per ragioni strutturali non potrà più essere omologata. Inoltre nel prossimo piano non ci sarà una berlina di segmento E perché tale segmento di mercato si sta chiudendo. Per quanto riguarda la capacità produttiva delle fabbriche italiane, non c’è da preoccuparsi su quale modello arriverà. Sarà uno o un altro, ma arriverà”.
Aggiornamento 18.00: Marchionne: “Era impossibile 14 anni fa immaginare un futuro come quello che si è verificato. Non l’avrei sognato nemmeno come incubo. Era inconcepibile. Nel 2004 non c’era nessuno nella General Motors che pensasse ad un salvataggio governativo. Da noi invece nessuno si aspettava di essere salvato. Siamo diversi. Siamo nati indebitati e uscire al 30 giugno 2018 senza debiti è un passo fenomenale”.
Aggiornamento 17.30: Sergio Marchionne sul temuto ridimensionamento delle fabbriche torinesi: “La presenza a Torino è storica e importante e rimarrà tale anche in futuro”. Il presidente di FCA, John Elkann, ha aggiunto: “FCA ha rafforzato la componente italiana. Penso che oggi non sia mai stata così forte come negli ultimi 20 anni. Per questo somo molto grato a Sergio per quello che ha fatto”.
Aggiornamento 14.20: “Non esiste la bacchetta magica” – è tornato a parlare Sergio Marchionne (che si è già tolto la cravatta), sul problema di rispettare le nuove norme sulle emissioni di CO2 – “Industria e mondo politico devono collaborare per ridurre la dipendenza dal petrolio. FCA è stata pioniera nel gas naturale e in Brasile sul bioetanolo. Investiremo oltre 9 miliardi di dollari sull’elettrificazione dei nostri prodotti. Allo stesso tempo i motori convenzionali a combustione interna continueranno ad essere offerti nella maggior parte dei nostri modelli. C’è ancora una situazione d’incertezza normativa. Non si può adottare una tecnologia unica, ma adeguare ogni tecnologia alle esigenze dei diversi mercati. In Europa crediamo che l’introduzione di diversi livelli di elettrificazione sarà obbligatorio. I proprietari di auto diesel si troveranno di fronte a crescenti limitazioni di circolazione nei centri urbani. Crediamo che il diesel vedrà un forte declino nel mercato entro la fine del decennio. Quindi prevediamo un phase-out entro il 2021. Continueremo ad offrire diesel nei veicoli commerciali leggeri”.
Piano Industriale FCA – Mark Chernoby sulle emissioni
Aggiornamento 14.00: Il direttore tecnico del gruppo FCA, Harald Wester, ha illustrato le prossime strategie sulla guida autonoma. “Sono tante le tecnologie coinvolte per la guida autonoma, le strade sono diverse. Quale scegliere? Molte domande restano ancora senza risposta e troppe aree sono ancora inesplorate. Oggi non c’è un motivo razionale per scegliere una soluzione piuttosto che un’altra. Nemmeno noi abbiamo una soluzione migliore. Non dobbiamo fare scelte avventate, vanno evitati errori costosi. Dobbiamo essere vicini agli sviluppi della guida autonoma, beneficiare degli sviluppi ma non eccedere nei costi. FCA collaborerà con BMW, Waymo e Aptive. La partnership con BMW è nata per sviluppare un sistema di guida autonoma di livello 3. Si lavorerà al campus BMW di Monaco. Si condivideranno investimenti e dati. Collaborazione con Aptiv: soluzioni per guida autonoma livello 2+ dei prossimi anni. Si comincerà con i modelli del 2020, in particolare la nuova Jeep Grand Cherokee. L’approccio generale di FCA si riassume in offrire inizialmente veicoli a livello L2+ e L3, per arrivare a sfruttare le opportunità di business dei livelli successivi”.
Piano Industriale FCA – Harald Wester su guida autonoma
Marchionne ha proseguito parlando del brand Fiat: “Dobbiamo focalizzarci per sfruttare nuove tecnologie. Le nostre city car sono in buona posizione per l’elettrificazione. La Fiat 500 è il veicolo ideale per una soluzione full electric. Pensiamo di sfruttare lo status iconico di questa vettura e applicarlo alla tecnologia green, espandendo la gamma del modello. Includendo il ritorno di una Fiat 500 Giardiniera. Mentre 500X e 500L riceveranno motorizzazioni ibride. Vogliamo sfruttare il successo anche della Fiat Panda con motore a combustione ecologico. Per quanto riguarda i marchi premium, i nuovi modelli saranno prevalentemente prodotti in Italia. Entro il 2022 aumenteremo l’utilizzo della capacità produttiva europea e italiana, eliminando i prodotti a basso margine e aumentando quelli premium e green”.
Aggiornamento 11.55: Tim Kuniskis, capo dei brand Maserati e Alfa Romeo, ha illustrato un futuro elettrico e prestigioso per la Maserati. “Esiste un’abbondanza di clienti che esige il contrario della normalità e questi sono i clienti Maserati. Le vendite del marchio sono passate da 6.000 unità nel 2012 a 50.000 nel 2017. Ci espanderemo nel settore dell’elettrificazione ma non snatureremo mai il nostro brand. Alfieri sarà la nostra auto di punta. Sarà un coupé di lusso elettrico e leggero da oltre 300 Km/h e accelerazione 0-100 sotto i 2 secondi; ci sarà anche versione ibrida plug-in. Da Alfieri deriverà un SUV di media dimensione, il primo di Maserati, anch’esso basato su una nuova architettura leggera, che comprenderà anche un modello Trofeo. Elimineremo i motori diesel entro il 2022 e li sostituiremo con ibridi avanzati. Ci sarà anche una nuova gamma full electric, chiamata Maserati Blue. Ne faranno parte Alfieri, Alfieri Cabrio, Quattroporte e Levante, queste due anche in versione ibrida plug-in. Tutti i nuovi motopropulsori di Maserati verranno forniti da Ferrari. Stiamo prendendo di mira Porsche e Tesla. Obiettivo vendite per il 2022: 100.000 unità”.
Piano Industriale FCA – Tim Kuniskis e il futuro di Maserati
Aggiornamento 11.45: Sportività pura per il futuro di Alfa Romeo, come sottolineato dal capo del brand, Tim Kuniskis. “A fine 2017 siamo arrivati a 170.000 unità vendute oggi da 66.000 nel 2014. Con Giulia e Stelvio abbiamo creato creato una nuova generazione di appassionati del marchio. Ora abbiamo nuovi prodotti da lanciare e questi chiuderanno il divario che ancora abbiamo. Vogliamo rimanere fedeli al Dna Alfa. Arriveranno un nuovo Suv compatto e un nuovo Suv full size. Avvieremo un’espansione in Cina, dove lanceremo prodotti esclusivi, come versioni a passo lungo di Giulia e Stelvio.
Nei prossimi anni abbandoneremo i motori diesel. Arriveranno e-booster, ibridi e ibridi plug-in. Resteremo fedeli alle nostre radici sportive. Arriverà una nuova sportiva e anche una supercar: il ritorno della 8C, potenza da oltre 700 cavalli; nascerà proprio a Balocco. Arriverà anche la nuova Alfa GTV, un modello Quadrifoglio da oltre 600 cavalli. Ma anche una nuova sportiva compatta nel segmento della Giulietta. In totale 6 nuovi prodotti con diversi livelli di elettrificazione. L’obiettivo delle vendite nel 2022: 400mila unità”.
Aggiornamento 10.55: Mike Manley, responsabile dei marchi Jeep e Ram, ha delineato l’espansione nei prossimi anni. Sarà fondamentale l’elettrificazione, che andrà a compensare l’ufficiale abbandono dell’alimentazione diesel in Europa. Jeep entrerà nel segmento A con un piccolo SUV che si collocherà sotto la Renegade. Arriverà anche, nel 2020, un SUV nel segmento E con l’opzione di una terza fila di sedili. E nel 2020 ci sarà il lancio, nel settore dei SUV di grandi dimensioni, del Grand Wagoneer, un nome storico che ritorna. Nel 2021 i modelli Jeep disporranno di guida autonoma di livello 3 e alta connettività. In totale ci saranno 7 modelli nuovi o rinnovati. Fra questi, la versione Desert Hawk su Compass e gli altri SUV, certificata per fuoristrada estremo (sabbia, appunto), un’evoluzione del Trail Hawk Rating.
FCA – Mike Manley presenta serie Desert Hawk
Aggiornamento 10.15: Sergio Marchionne ha indossato la cravatta sopra il maglione. Il debito è azzerato. In apertura del Capital Markets Day di FCA, l’amministratore delegato ha dichiarato: “Oggi, come potete ben vedere dalla mia cravatta ben annodata, prevdo che a fine giugno avremo una situazione finanziaria positiva. Rimane ancora del lavoro da fare in questo mese per arrivare a quel punto, ma al momento sono molto fiducioso. Pur essendo un risultato che ci rende molto orgogliosi, dobbiamo essere realisti. Non c’è nulla di cui vantarsi: non siamo migliori degli altri, ma migliori di prima. E’ un traguardo significativo perché sana una debolezza strutturale che per troppi anni ha gravato su di noi. Trasmette un senso di forza e sicurezza agli azionisti. Ci offre nuove opportunità per investire, avendo sempre ben presente le lezioni imparate”.
FCA: Sergio Marchionne su guida autonoma ed emissioni
Aggiornamento ore 8.40: Poco prima dell’avvio del Capital Market Day di FCA c’è la conferma che in questa giornata non verrà illustrata la posizione specifica dei marchi Fiat, Lancia e Chrysler. Si parlerà invece in un capitolo dedicato di guida autonoma e connettività. E’ notizia di poche ore l’estensione dell’accordo fra FCA e Alphabet, cioè Google, per la fornitura alla flotta di veicoli autonomi del gigante californiano di un lotto quantificato fino a 65.000 esemplari di Chrysler Pacifica. Lo scorso gennaio ne erano stati consegnati 600. Sono in corso anche discussioni per l’introduzione dei sistemi di guida autonoma sviluppati da Waymo in un futuro modello di produzione di FCA.
Sergio Marchionne si appresta a presentare l’ultimo piano industriale FCA da lui firmato nel ruolo di amministratore delegato del gruppo. Lo storico centro prove circondato dalla pista di Balocco (Vercelli) farà da cornice ad una giornata importante, quella del 1° giugno 2018, in termini tecnico-finanziari soprannominata “FCA Capital Markets Day”. Sono parecchi i temi fondamentali che la strategia per i prossimi cinque anni dovrà affrontare. Marchionne è arrivato nel 2004 al vertice di quello che allora si chiamava semplicemente gruppo Fiat in una situazione a dir poco critica, in cui la stessa sopravvivenza era a rischio. Il manager italo-canadese (il quale oggi ha 65 anni) ha preso per mano l’azienda e l’ha trascinata fuori dalle acque pericolose, risanandola e rilanciandola, questo nessuno lo può negare. Lo testimoniano i numeri: il valore del gruppo è aumentato di 11 volte dall’arrivo di Marchionne.
Le sfide di domani a cui il piano industriale 2018-2022 deve rispondere sono di natura differente ma altrettanto critiche. Cominciamo dalla questione strettamente finanziaria. Gli sforzi maggiori nell’ultimo anno sono stati diretti verso l’azzeramento del debito industriale netto. Al punto che più volte Marchionne ha dichiarato che, in caso di successo, si sarebbe presentato a questo appuntamento indossando giacca e cravatta invece del rituale maglione.
Uno degli obiettivi che invece l’attuale CEO non ha raggiunto, pur impiegando notevole energia, è la creazione di una stretta partnership industriale con un altro gruppo. Falliti i ripetuti tentativi di fusione con la General Motors, stoppato a quanto sembra un interesse troppo aggressivo (acquisizione dei soli marchi redditizi) da parte dei cinesi di Great Wall, ora il gruppo FCA sta correndo da solo. Accentuando una tendenza già in atto da tempo: rinunciare ai grossi volumi di produzione per concentrarsi invece su modelli che consentano ampi margini di redditività.
E qui arriviamo alla questione che più ci interessa. I marchi e la produzione di auto. Il fiore all’occhiello della gestione Marchionne è senz’altro l’acquisizione della Chrysler col seguente rilancio del marchio Jeep. Il quale, da solo, oggi realizza circa il 70% dei profitti di tutto il gruppo; non solo negli Stati Uniti ma anche in Asia, Brasile ed Europa. Quindi resterà al centro dell’attenzione anche nei prossimi anni.
E gli altri, invece? Il brand Fiat non è in forma. I modelli generalisti sono quelli dove i margini di profitto sono molto ridotti. Fiat ha una gamma di prodotto poco estesa e ormai in larga parte abbastanza datata. Soprattutto, è scarsa in SUV. Freemont è decisamente vetusto e anche il crossover 500X ha ormai raggiunto i quattro anni di età. Le vendite sono calate soprattutto in Europa, dove la quota di mercato di Fiat è scesa a fine 2017 sotto quella dei brand tedeschi premium. La prima parte del 2018 è stata negativa anche in Italia, scesa del 15%. E anche in Brasile, uno dei mercati principali per il marchio italiano, la quota è diminuita: 8% contro il 9 dello scorso anno, mentre nel 2013 era al 22%.
Allora, sempre seguendo la strategia di puntare su produzioni ad alto margine, Marchionne ha messo in chiaro che i modelli Fiat oggi più venduti, Panda e 500, verranno costruiti in nazioni a basso costo del lavoro. Quindi la Panda lascerà Pomigliano per la fabbrica polacca di Tichy e la 500 proseguirà in Serbia. A Mirafiori Punto a Alfa Mito sono a fine vita e non avranno eredi. Anche per la Tipo, prodotta in Turchia, non sembra prospettarsi un lungo futuro, nonostante le vendite italiane siano al momento eccellenti.