FCA e CR7: come il contratto del secolo scatena una fake news
Ci siamo, un’altra fake news, questa volta è la Fiat che paga il contratto da nababbo a Cristiano Ronaldo…
L’arrivo del super campione CR7 ha scatenato i tifosi della vecchia Signora in tutto il mondo, il web si è subito attivato, come c’era d’aspettarselo e tra fotomontaggi, frasi, affermazioni, meme e tutto quello che il mondo online è solito evacuare in questi casi non sono mancate le fake news, sempre pronte a saltare fuori, servite su di un piatto d’argento per i babbioni digitali sempre connessi…
La fake news, ripresa da molti quotidiani online nazionali, è stata creata ad arte per poi diffondersi velocemente rimbalzando sui profili social di supporter e hater, di paranoici e cospirazionisti. La notizia farlocca nasce dal gesto amplificato online di un video che riprende l’affissione di un manifesto sul muro di recinzione dello stabilimento FCA di Pomigliano d’Arco ad opera di alcuni esponenti dei Si Cobas e dai cinque ex operai della stessa fabbrica, il cui licenziamento è stato oggetto di una sentenza della Corte di Cassazione nelle scorse settimane.
Il farlocco non è l’azione che replica goffamente un’operazione di guerilla marketing della fine degli anni novanta, ma nei contenuti espressi nel “comunicato” presente sul manifesto: Cristiano Ronaldo sarà pagato con i soldi da destinare agli operai. Come riportato lo scorso 11 luglio dal sito napoli.repubblica.it, uno degli ex operai licenziati per aver messo in scena usando un manichino il suicidio di Marchionne, indossa una maglia con la foto dello stesso manichino impiccato nel 2014 davanti al reparto logistico di Nola, ma con la testa di Ronaldo e la scritta:
“400 milioni presi dalle tasche degli operai? No grazie. La faccio finita.”
Cavalcando l’onda mediatica gli autori del gesto simbolico, da “avanguardia storica”, hanno pensato bene di diramare un comunicato di chiamata allo sciopero generale. La situazione diventa addirittura rovente per un famoso giornale sportivo italiano. L’Unione Sindacale di Base indice uno sciopero negli stabilimenti di Melfi dalle ore 22.00 di domenica 15 Luglio fino alle ore 06.00 di martedì 17 Luglio 2018. Ancora una volta i diritti degli operai calpestati per il gioco più bello del mondo: sacrifici familiari contro show business…
Ovviamente si è trattato di un’operazione isolata, non c’è stato nessuno sciopero, nessuna protesta fuori gli stabilimenti di Melfi nei giorni successivi alla firma del contratto calcistico del secolo. Chiedendo lumi ai diretti interessati, FCA, questa è stata la prima risposta:
“Nessun dipendente dello stabilimento di Pomigliano e del Centro logistico di Nola ha stamattina scioperato nell’ambito delle iniziative di protesta promosse nei giorni scorsi in tema calcistico davanti all’impianto campano. E’ la dimostrazione che si trattava di un’agitazione di carattere strumentale e che i lavoratori dello stabilimento di Pomigliano lo hanno capito perfettamente a differenza di quanti invece gli hanno voluto dare credito”.
Come se non bastasse il sigillo finale sulla fake news è stato apposto il giorno dopo, 12 luglio, da una nota stampa delle sigle sindacali FIM UILM FISMIC UGLM che smonta definitivamente la notizia e che ci è stato inviato da FCA dopo un secondo scambio di mail:
“I lavoratori di Melfi meritano rispetto. È incredibile che in una fase così delicata del gruppo FCA, a partire dello stabilimento di Melfi, qualcuno proclami lo sciopero su di una vicenda che nulla ha a che fare con il lavoro e con i lavoratori. Mentre alcuni lavorano quotidianamente affinché si possano costruire le basi per il futuro industriale dello stabilimento di Melfi, alla luce del nuovo piano industriale presentato dall’A.D. Marchionne il 1 giugno 2018, altri – sedicenti sindacati – per mera pubblicità giochino sulla pelle e sul futuro dei lavoratori. Fortunatamente, i lavoratori di Melfi, oltre ad aver dimostrato negli anni di essere persone serie, hanno quella maturità e quella responsabilità di affermare attraverso il loro impegno quotidiano che questo fantomatico sciopero, oltre a ledere l’immagine risulta essere fuorviante rispetto alle problematiche vere – ovvero il lavoro – che da sempre rappresenta il fulcro e l’obiettivo nobile di ciascuna vera organizzazione sindacale affinché si possa affermare che il lavoro è davvero un bene comune”.
No, CR7 non sarà pagato con i soldi della Fiat come si vocifera nei bar “digitali” di questo anno domini… Siamo nel 2018, innanzitutto oggi parliamo di FCA, la Fiat a cui tutti si riferiscono non esiste più da anni, ma, il punto centrale di tutto questa storia è che il brand automobilistico non c’entra nulla con l’acquisto di Ronaldo. La Fiat, come si dice online, non ha sborsato un centesimo, neanche a livello di sponsorship è stato mai definito nulla, ma proprio nulla. Come diceva Renzo Arbore in un celebre spot negli anni settanta: “Meditate gente, meditate…”