Alfredo Altavilla lascia FCA: si dimette il Responsabile in Europa. E’ ufficiale
Il responsabile delle attività in Europa si è dimesso dal gruppo. L’azienda ha confermato nel primo pomeriggio di lunedì 23. Altavilla era in corsa per sostituire Sergio Marchionne prima della malattia dell’ex AD. Pesanti cali dei titoli di borsa. Il futuro del gruppo.
Alfredo Altavilla si è dimesso dal gruppo FCA. Egli è stato fino a poche ore fa il responsabile dell’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) del gruppo. La notizia era circolata sulla stampa nazionale già nella mattinata di lunedì 23 luglio, ma pochi minuti fa è stata confermata ufficialmente da parte dell’azienda, attraverso una nota: “Alfredo Altavilla lascerà il Gruppo per perseguire altri interessi professionali. L’azienda, nel ringraziarlo per il contributo prestato, gli formula i migliori auguri per il proseguimento della sua carriera“.
La nota scritta di FCA prosegue indicando che Mike Manley assumerà la carica ad interim di COO (Chief Operating Officer, direttore operativo) Emea e che Altavilla lo assisterà fino alla fine di agosto. Nel primo pomeriggio di lunedì, dopo la diffusione di questa notizia, i titoli azionari della Borsa di Milano legati ad FCA hanno accentuato il loro calo, sia direttamente FCA che Ferrari, CNH ed Exor.
Nei mesi scorsi il nome di Altavilla ha fatto parte della rosa dei sostituti di Sergio Marchionne nel ruolo di amministratore delegato, quando ancora si pensava che il manager italo-canadese sarebbe arrivato alla scadenza prevista del suo incarico, cioè aprile 2019. Ma quando lo stato di salute di Marchionne è precipitato negli ultimi giorni, il Cda ha optato invece per Mike Manley.
Altavilla ha 55 anni, è nato a Taranto. E’ arrivato alla Fiat nel 1990. E’ stato il più stretto collaboratore di Marchionne e ha ricoperto incarichi di primaria importanza nelle maggiori divisioni del gruppo Fiat, poi diventato FCA. Da Iveco a Fiat Powertrain Technologies, da Chrysler alla joint venture turca Tofas, per arrivare a FCA Bank.
Il suo lavoro è stato strategico in particolare ai tempi dell’uscita dall’accordo con la General Motors (che ha fatto entrare nelle casse del gruppo circa 2 miliardi di dollari) e nel momento dell’acquisizione della Chrysler. Recentemente Altavilla è entrato nel consiglio di amministrazione di Tim.
Gruppo FCA: i possibili scenari
E ora cosa potrebbe accadere nel gruppo FCA? Quali saranno le prime mosse di Manley? I mercati finanziari hanno mostrato di essere preoccupati per l’uscita di scena improvvisa di Marchionne. Più cinicamente e logicamente, stanno cercando di mettere a segno manovre speculative approfittando proprio di questo momento in cui FCA è più debole, perché l’avvicendamento al vertice non è ancora consolidato.
Il piano industriale per i prossimi 5 anni è chiaro e sul quel versante non ci dovrebbero essere particolari sorprese. Ci sono delle operazioni già tracciate da Marchionne che attendono solo di essere messe tecnicamente in moto, come lo scorporo della Magneti Marelli. Poi c’è l’incognita strategica sul lungo termine, la grande incompiuta di Sergio Marchionne: una fusione o un’alleanza con un altro grande gruppo mondiale. Perché oggi le dimensioni industriali sono fondamentali per tenere i costi di produzione sotto controllo.
Mai sbocciato l’amore con la General Motors, mai seriamente fattibile la voce dell’acquisizione da parte dei cinesi di Great Wall, l’unica voce che rimane in piedi, benché ripetutamente smentita dagli interessati, è una possibile alleanza col gruppo Hyundai. Sarebbero diversi gli elementi concreti che renderebbero appetibile per entrambi i soggetti un accordo di lungo respiro, se non una vera e propria fusione. Hyundai possiede strutture industriali più avanzate, maggiore esperienza nel settore dell’elettrificazione (sia a batterie che nella ricerca sull’idrogeno), la produzione diretta di acciaio con Hyundai Steel. FCA possiede direttamente o indirettamente (Ferrari) i marchi più prestigiosi, quindi Maserati, Jeep e Alfa Romeo. La carne al fuoco è tanta, ora tocca a Manley destreggiarsi nella cucina.