Supercar forze dell’ordine: servizi veloci
Dai leggendari inseguimenti negli anni ’60 con la Ferrari della Polizia alle odierne missioni di trasporto organi con le Lamborghini Huracàn della Stradale o l’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio dei Carabinieri
Tutto cominciò da una battuta di un brigadiere esasperato perché non aveva un mezzo abbastanza veloce per acciuffare i criminali. Lo presero in parola e la Polizia si dotò di una Ferrari. Fu la prima supercar delle forze dell’ordine italiane. Era il 1962. Da allora l’elenco si è leggermente allungato, ovviamente di poco, dati i costi e le particolarità di queste vetture. Ma Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri hanno potuto disporre ogni tanto di automezzi molto speciali. Si tratta di donazioni o comodati gratuiti da parte delle case automobilistiche, perché il ritorno d’immagine è importante.
Oggi le istituzioni utilizzano queste vetture velocissime principalmente per servizi specifici e particolari, su tutti il trasporto veloce di organi per gli ospedali in cui sono necessarie operazioni molto urgenti, per le quali il normale trasporto in ambulanza o automedica non è sufficientemente rapido. Potrà quindi essere interessante una rapida panoramica su questi bolidi con la sirena.
Supercar delle forze dell’ordine: la mitica Ferrari della Polizia
Questa è una storia raccontata infinite volte ovunque, ma ogni tanto è piacevole richiamarla alla memoria. Siamo nel 1960. Da soli otto anni è stata istituita la Squadra volante della Polizia, la cui dotazione è composta principalmente dall’Alfa Romeo 1900, la prima celebre “Pantera” (dal colore nero d’ordinanza delle 1900 ministeriali). Veloce per l’epoca, però i criminali hanno cominciato ad organizzarsi. Ora usano auto truccate per fuggire. La Polizia è in difficoltà. L’Alfa Romeo, azienda statale, ha appena prodotto la nuova 2600, velocissima (145 cavalli e 200 Km/h, tanti per quegli anni). Ma non basta.
A Roma la Volante è composta nel 1960 da una sola autovettura: un’unica auto per l’intera Capitale d’Italia, già allora i vertici ministeriali e politici non brillavano per lungimiranza. Gli agenti fanno ciò che possono, ma la delinquenza ha fin troppo spesso la meglio. Qualcuno nelle alte sfere comincia ad accorgersi che forse è il caso di provvedere. Arriviamo al 1962. Il capo della Polizia si chiama Angelo Vicari. Convoca una riunione con gli agenti della Mobile romana. I nervi sono molto tesi, gli uomini invocano urgentemente mezzi più consistenti. Vicari allora chiede cosa serve per potenziare la Squadra, un centro nevralgico per l’attività dell’istituzione. Un giovane brigadiere, messosi in luce per l’estrema abilità nella guida inseguendo (e catturando) delinquenti per tutta Roma, lo guarda dritto negli occhi e, senza esitazione, gli lancia una provocazione: “Abbiamo bisogno di una Ferrari”.
Quel brigadiere si chiamava Armando Spatafora. Vicari lo prese in parola e riuscì effettivamente a far assegnare alla Squadra mobile di Roma una vettura col Cavallino sul cofano: la Ferrari 250 GT/E. Nera, targata Polizia 29444, codice radio “Siena Monza 44”. Una vera e propria supercar per quegli anni. Fu la prima Ferrari a quattro posti, anzi 2+2. Il motore V12 da 2.953 cc erogava la bellezza di 240 cavalli. La vettura raggiungeva una velocità massima di 230 Km/h. Ora nessuno poteva più scappare.
Spatafora fu promosso maresciallo e venne inviato a Maranello per imparare come gestire al meglio su strada tutta quella potenza. Tuttavia la sua abilità era tale che impressionò non solo i collaudatori ma, a quanto pare, lo stesso Enzo Ferrari il quale, si racconta, gli offrì di diventare pilota per la sua scuderia. Spatafora lo ringraziò ma gli rispose che lui era un poliziotto e voleva continuare ad esserlo. Negli anni seguenti Spatafora seminò il panico tra i delinquenti guidando la famosa Ferrari della Polizia. La vita del maresciallo Spatafora è stata raccontata in un libro scritto da sua figlia Carmen, intitolato “Il poliziotto con la Ferrari”. Le sue vicende, seppure con molte libertà artistiche, sono state riprese anche in un film degli anni ’70, “Poliziotto sprint”, interpretato da un giovane Maurizio Merli, indimenticato emblema del genere “poliziottesco”.
Le altre supercar delle forze dell’ordine: dalle Lamborghini alla Giulia Quadrifoglio
L’elenco delle supercar in dotazione alle forze dell’ordine non è lungo, dicevamo. La prima supercar dei Carabinieri fu una Lotus Evora S, donata all’Arma in due esemplari da Lotus Cars nel 2011: motore V6 3.5 da 350 cavalli e 277 Km/h. Nel 2004 è stata la volta della Lamborghini Gallardo Polizia, due esemplari donati dalla casa di Sant’Agata Bolognese: motore V10 5.0 da 500 cavalli e 310 Km/h, aggiornata nel 2009. Nel 2015 è arrivata la Lamborghini Huracàn Polizia, assegnata alla Stradale di Roma; il suo V10 5.2 arriva a 610 cavalli e permette di raggiungere 325 Km/h. Nel 2017 un altro esemplare è stato donato alla Stradale di Bologna. Infine nel 2016 è arrivata una Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio dei Carabinieri, l’unica tra questi bolidi a non essere una coupé: il suo motore V6 2.9 biturbo da 510 cavalli consente una velocità massima di 307 Km/h.