Vendite auto Italia: ottobre di sofferenza
Difficile situazione economica generale e incertezza politica fanno frenare pesantemente il mercato ad ottobre che registra un -8%. Crollo vendite diesel e aumento CO2. Volvo la migliore del mese, Jeep sempre inarrivabile nell’anno. Molto male Alfa Romeo, forti cali per Renault, Fiat, Audi e Hyundai
E’ inutile girarci attorno, il mercato va male. Le vendite auto in Italia ad ottobre 2018 sono calate bruscamente: un preoccupante -8% rispetto allo stesso mese di un anno fa; sono state immatricolate 147.753 autovetture. E questa volta non ci sono situazioni anomale di mezzo, come il passaggio ai test di omologazione WLTP che ha creato in tutta Europa un’altalena illusoria tra luglio e settembre. Il dato mensile accentua del resto l’andamento annuale che si attesta su un altrettanto negativo -3,3%, pari a 1.649.678 unità immatricolate da gennaio ad ottobre 2018. I problemi sono, come sempre, prevalentemente di natura economica, aggravati non poco dall’incertezza politica.
Vendite auto Italia ottobre 2018: chi compra di meno
Diamo un’occhiata alla struttura del mercato. Se ci si soffermasse sulle sole vendite auto ai privati, qualcuno potrebbe rallegrarsi, poiché ad ottobre hanno registrato un +3,6%. Entusiasmo fuori luogo, per due motivi: innanzitutto ci sono sempre promozioni piuttosto aggressive, in particolare sui modelli più piccoli, che infatti sono saliti. In secondo luogo, il mercato in Italia lo movimentano le aziende. Allora vediamo che il noleggio ha preso una bella botta, -16,6% generale; sono 24.880 unità, il -19,8% di queste sul lungo termine.
Invece le vendite alle società vanno interpretate, perché il -29,7% generale (26.389 unità) ha poco senso. Notiamo infatti che in questa quota c’è un -36% di autoimmatricolazioni (concessionari e produttori che intestano le auto a se stessi, fonte soprattutto di auto poi vendute con forti sconti come Km zero); questo è un dato positivo, perché vendere a se stessi è solo un trucco contabile che non genera reali profitti. Il dato che invece decifra meglio la situazione è quello delle “altre società”, cioè le vendite effettive alle aziende; qui si registra un pesante -9,5%. A livello annuale (gennaio-ottobre) i privati segnano -4%, il noleggio +1,6% (di cui +4,3% a lungo termine), le società -6,6%.
Come detto, va male. Le famiglie sono alle prese con una situazione dell’occupazione sempre instabile, fatta soprattutto di posti di lavoro precari e malpagati. Le aziende stanno alla finestra, perché il peso fiscale non è diminuito, tutt’altro, e nemmeno sono migliorate le condizioni normative per operare; gli ostacoli burocratici non sono stati abbassati, le infrastrutture esistenti se possibile peggiorano e tira brutta aria per quelle nuove. Tutto ciò sconsiglia di aumentare le spese.
Aggiungiamo poi, soprattutto per quanto riguarda le famiglie, l’accanimento politico col quale tutte le grandi città e molte regioni stanno massacrando il diesel (ma non solo), ed ecco che il quadro si completa: nessuno ha voglia di accollarsi debiti per parecchi anni quando c’è il rischio concreto di non poter circolare.
Vendite auto: funerale per il diesel, CO2 in aumento
Non lo hanno solo ucciso, stanno anche oltraggiando il suo cadavere. Ogni mese il diesel viene portato di fronte ad un plotone di esecuzione e fucilato a ripetizione, così per divertirsi un po’. Ad ottobre si registra un -27% che farà esultare tutti i fanatici. Evviva, l’aria è più pulita, il gasolio sporco e cattivo non c’è più. Ma fateci il piacere: l’alternativa è sempre e solo la benzina: +22,5%. Salgono di molto anche le ibride: +27,3%. Però anche qui i numeri vanno letti dal di dietro. Intanto le auto ibride hanno una quota di mercato del 5,5% contro il 41,7% della benzina, quindi l’impatto è ancora molto modesto; in secondo luogo, cominciano ad entrare in questa classifica anche i modelli mild hybrid i quali, sebbene giuridicamente considerati ibridi come gli altri, tecnicamente sono solo lontani parenti, in fatto di consumi ed emissioni; sarebbe più corretto considerarli come degli start/stop evoluti e conteggiarli a parte.
Nemmeno le auto a gas hanno avuto un bel mese: GPL -3,4%, metano addirittura -62,7%. Le auto elettriche crescono del 149,8% ma 587 vetture a batterie su oltre 147mila vendute influiscono sull’inquinamento quanto la riduzione del funzionamento per un paio d’ore al giorno di un paio di caloriferi. Risultato: ad ottobre la media ponderata di emissioni di CO2 è salita del 2,4%, ora ammonta a 115,5 g/Km. L’aumento annuale è dello 0,2%, destinato a salire di molto proprio a causa dell’imminente sorpasso della benzina sul diesel. Perché la quota di mercato del gasolio nell’ottobre di un anno fa era del 55,5% contro il 31,3% della benzina; ad ottobre 2018 invece siamo passati a 44% contro 41,7%. Non va molto meglio sul dato annuale, 52,4% contro 34,3% (nei 10 mesi 2017 era 56%,7% contro 31,9%). Complimenti a tutti.
Vendite auto Italia: salgono solo i SUV e le citycar
Il dato sulle vendite per carrozzeria non è particolarmente interessante, nel senso che conferma un trend ormai consolidato: crescono forte i crossover, cioè i SUV con caratteristiche da fuoristrada meno marcate, ancora di più grazie all’offerta sempre più vasta di modelli compatti; crollano tutte le altre. Indichiamo solo la quota di mercato annuale, secondo i dati elaborati da Unrae: berline 50,0%, crossover 30,3% fuoristrada 9,7% (qui sono compresi anche i SUV più offroad, essenzialmente i 4×4), station wagon 4,6%, briciole per le altre.
Per quanto riguarda i segmenti di mercato (grosso modo la suddivisione per dimensioni), l’orgia di sconti e promozioni ha fatto guadagnare qualcosa alle citycar, +1,0% ad ottobre. Crescita misera ma anche unica: tutti gli altri segmenti hanno preso sberle non da poco: utilitarie -4,7%, medie -12,8%, medio-grandi -16,6%, grandi -4,3%, lusso -36,2%. Abbiamo visto sopra che le famiglie hanno comprato un po’ di più, mentre le società si sono fermate. Ecco spiegata anche la classifica per dimensione. Qui sotto elenchiamo le prime 10 auto per ogni segmento; più che ai nomi, fate attenzione alla differenza sul periodo precedente.
Mercato auto Italia ottobre: vendite per marca, Volvo la migliore
Arriviamo alle classifiche del “tifo”, quelle tutto sommato più divertenti. Cioè le vendite per marca. Ragioniamo in termini di performance, cioè la differenza in percentuale tra le vendite di un periodo e lo stesso dell’anno precedente. Per quanto riguarda il singolo mese di ottobre, cominciando dalle marche con volumi più grandi (sopra i 1.000 al mese), la migliore è stata la Volvo con un impressionante +47,34%; a grande distanza la Suzuki che ha registrato un eccellente +20,71%. Lontanissime le altre. Segnaliamo al terzo posto Skoda con 7,39%, poi Jeep con 7,30%. E’ lunghissima la lista delle marche in calo. La peggiore del mese è stata l’Alfa Romeo con un pesantissimo -41,11%; bruttissimo mese anche per la Renault, -28,22%; segue la Fiat con -20,73%, poi Audi -20,43% e Hyundai con -18,57%. L’altra marca italiana in questa graduatoria, la Lancia, ha registrato -0,4%.
Passiamo ai piccoli volumi. Filtriamo ulteriormente, altrimenti i dati diventano poco significativi: quindi indichiamo la graduatoria delle marche fra 100 e 1000 unità al mese. Ricordando sempre che con volumi così piccoli basta una variazione anche minima per ottenere differenze percentuali enormi. Mahindra ha sestuplicato le sue vendite, +636,36%; DR Motor registra +400%, Mitsubishi +154,46%, Jaguar +97,77%. Fra chi scende, troviamo in fondo la Porsche con -67,45%, seguita da Lexus con -27,69 e Maserati -6,75%.
Diamo un’occhiata ai marchi di ultra-nicchia, sotto 100 unità al mese. Tanto per intenderci, chi ha venduto di più è stata la Ferrari con 37 unità, il che è tutto dire. Ma la performance migliore è della Lamborghini, +300%, mentre a Maranello hanno ottenuto “solo” un +105,56%. Tutte le altre sono calate e anche parecchio. In fondo ci sono Infiniti con -86,55% e Tesla con -71,19%.
Vendite auto Italia 2018: la classifica su 10 mesi, Jeep irraggiungibile
Passiamo alla performance annuale fino a questo punto, quindi da gennaio ad ottobre. Fra i grandi volumi la Jeep è inarrivabile, +76,61%. Sempre tranquilla al secondo posto è la Seat, +16,88%. La lotta è invece serrata per il terzo gradino del podio, attualmente occupato da Volkswagen con 11,59%; ma è insidiata da Volvo con 10,73% e Skoda con 9,96%. Le marche con rendimento negativo vedono sempre in fondo la Lancia con -25,42%, seguita da Fiat con -20,29%; molto male anche Mini a -14,28%, Nissan a -10,93%. L’altra marca italiana in questa classifica, Alfa Romeo, è a +2,35%.
Chiudiamo con i piccoli volumi. Fra 100 e 1000 unità mensili, la migliore performance è sempre della DR Motor (1.145 esemplari totali) con +217,17%. Jaguar segna +72,82% con 7.815 unità; Mitsubishi +50,13% con 4.735 unità. Fra chi scende troviamo la Honda a -9,69% (7.603 unità), poi DS a -6,91% (2.236) e Maserati a -6,01% (2.407). Sotto i 100 mensili abbiamo Mahindra a +189,21% (697 esemplari totali), Lada +76,67% (53 unità), Lamborghini +58,12% (185), Ferrari +16,19% (366). Chi scende: Infiniti -69,84% (520 unità), Aston Martin -28,13% (23), Chevrolet -18,75% (39), Tesla -6,91% (377).
Nulla di nuovo per quanto riguarda le quote di mercato annuali. Troviamo sempre in testa Fiat col 17,25% delle auto vendute da gennaio a ottobre, poi Volkswagen 8,42%, Ford 6,88% e Renault 6,60%. Ricordiamo solo l’ingresso prepotente fra le prime 10 marche della Jeep, balzata dal 19° al 9° posto con una quota del 4,32%. Infine, qui sotto potete leggere la classifica delle 50 auto più vendute in Italia in assoluto.