General Motors taglia 14.700 lavoratori in Nord America. Crisi in arrivo?
General Motors è il primo gruppo automobilistico americano, e ha un ruolo importante nell’economia Usa. I tagli mirano a rendere il gruppo più competitivo, ma potrebbero essere legati ai rischi di una prossima recessione.
Brutte notizia in arrivo da General Motors: il colosso automobilistico americano licenzierà a 14.700 operai e operai impiegati in Nord America e avvierà la chiusura di cinque impianti di assemblaggio. La decisione presa a Detroit è punta a ristrutturare le attività produttive riducendo i costi, per concentrarsi maggiormente sui veicoli autonomi ed elettrici.
I tagli al personale riguardano 8.100 impiegati, una parte dei quali verrà licenziata e un’altra parte ricollocata in stabilimenti che producono SUV e camion (settori in crescita). Mentre sono 6.600 gli operai da tagliare negli stabilimenti General Motors di Stati Uniti e Canada. Per altri 54.000 dipendenti si prospettano riduzioni salariali significative.
La maggior parte delle fabbriche interessate costruisce automobili che usciranno di produzione entro il 2019, come ad esempio la Chevrolet Volt, auto ibrida plug-in. Non è ancora chiaro se tutti gli impianti in questione verranno chiusi definitavamente o se – almeno in parte – possano essere riconvertiti alla produzione di nuovi modelli. Il loro futuro verrà deciso nei colloqui che l’azienda aprirà con il sindacato United Auto Workers il prossimo anno.
Gli impianti General Motors a rischio chiusura
Tra gli impianti General Motors coinvolti nel piano di ristrutturazione vi sono quello di Detroit/Hamtramck, che produce la Buick LaCrosse, le Chevrolet Impala e Volt e la Cadillac CT6, tutte automobili che stanno deludendo sul mercato e che usciranno di produzione entro giugno 2019. Anche la fabbrica di Lordstown, Ohio, che produce la Chevrolet Cruze, è nella lista; la Cruze uscirà di produzione a marzo.
Tagli anche negli stabilimenti che producono componenti come i cambi automatici e i sistemi di trasmissione. Secondo General Motors, lo stabilimento di Warren, Michigan, dovrebbe essere fermato il 1 ° agosto prossimo, mentre quello di Baltimora avrebbe interromperà la prduzione la produzione il 1 ° aprile, ha detto GM. In Canada, lo stabilimento di Oshawa, Ontario, smetterà di produrre i pickup full-size Impala e Cadillac XTS da ottobre 2019.
La ristrutturazione aziendale permetterà di risparmiare 6,5 miliardi di dollari entro la fine del prossimo anno, dei quali 4,5 di riduzioni dei costi e 1,5 miliardi di spesa in conto capitale. Tagli dolorosi dunque, che secondo Mary Barra – Ceo di General Motors – non dipendono da una recessione in vista, quanto piuttosto da una riorganizzazione necessaria a rendere in gruppo capace di affrontare le sfide future.
Secondo Barra, infatti, l’industria automobilistica sta cambiando rapidamente e si sta muovendo verso la propulsione elettrica, i veicoli autonomi e la condivisione del viaggio, e GM deve adattarsi. Ma c’è una particolare attenzione anche verso i SUV e i “truck” (categoria che include anche i celebri pickup americani), che infatti non subiranno tagli, anzi verranno rafforzati. A testimonianza che, agli americani, il “macchinone” piace sempre.
Solo una ristrutturazione o c’è una crisi in vista?
Nonostante le dichiarazioni rassicuranti di Mary Barra, però, qualche nuvola all’orizzonte dell’economia americana c’è, sulla scia del sempre più probabile rallentamento dell’economia globale. Un rallentamento dovuto principalmente a tre fattori: il rialzo dei tassi da parte delle banche centrali, l’esaurirsi dello stimolo fiscale conseguente alla riforma di Trump, e il graduale rallentamento della crescita della Cina necessario per il compimento di un cambiamento strutturale di quella economia.
E non aiutano certo i dazi sull’alluminio imposti dall’amministrazione Trump. Su questo Mary Barra si è sbilanciata dicendo che le tariffe sull’alluminio importato e sull’acciaio hanno colpito General Motors, ma senza metterle in correlazione diretta con la ristrutturazione in atto.
Trump: taglieremo i sussidi a General Motors
Donald Trump non ha preso bene l’annuncio dei tagli di General Motors. In una serie di tweet, il Presidente ha ringraziato ironicamente Mary Barra, preannunciando che taglierà i sussidi e le agevolazioni a General Motors perché intende proteggere i lavoratori americani.
Very disappointed with General Motors and their CEO, Mary Barra, for closing plants in Ohio, Michigan and Maryland. Nothing being closed in Mexico & China. The U.S. saved General Motors, and this is the THANKS we get! We are now looking at cutting all @GM subsidies, including….
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 27 novembre 2018