Auto ibride Toyota: le tecnologie migliori per consumare di meno
Quasi tutte le case automobilistiche hanno ormai modelli di auto ibride, scopri le diverse tecnologie utilizzate e quale scegliere per risparmiare carburante.
Le nubi sempre più cupe presenti sul futuro dei motori diesel, stanno spingendo sempre più automobilisti verso l’acquisto di un’auto ibrida, perchè generalmente consumano meno, o perché sono spesso escluse dai provvedimenti restrittivi della circolazione adottati per contenere l’inquinamento. Le auto ibride sono mediamente più care rispetto alle versioni spinte dal solo motore endotermico, occorre quindi fare un’attenta valutazione sul tipo di utilizzo per godere pienamente dei vantaggi propri di questo tipo di trazione.
Ricordiamo che, in termini di consumi, le ibride danno il meglio in città, dove l’unità elettrica arriva in ausilio al motore termico in fase di accelerazione o sostituendosi del tutto per qualche Km. Con il termine “ibrido” si intendono diversi tipi di propulsione, divisibili in tre macro categorie: mild-hybrid (o micro-hybrid), full-hybrid e plug-in hybrid. Vediamo in dettaglio il funzionamento e le caratteristiche.
Auto ibride con sistema mild hybrid – MHEV
Il sistema mild-hybrid (MHEV – mild-hybrid electric vehicle) è il più semplice e non richiede grossi accorgimenti sul proprio stile di guida. Le auto mild hybrid prevedono un impianto elettrico parallelo, alimentato da batterie da 12 o 48 Volt con tecnologia al litio. Gli accumulatori supplementari lavorano insieme ad un motore elettrico di piccole dimensioni (le cui funzioni, in alcuni casi, vengono sostenute da un motorino d’avviamento “maggiorato” e collegato all’alternatore), accoppiato al motore termico con una cinghia o mediante l’albero motore.
Il sistema mild-hybrid non consente di viaggiare solo in elettrico a causa della modesta capacità delle batterie, ma da il suo contributo nel ridurre consumi ed emissioni. Contributo che diventa tangibile soprattutto nelle aree urbane, con minimo adattamento del proprio stile di guida: è fondamentale il recupero dell’energia cinetica in rilascio e in frenata. Bisogna evitare brusche accelerazioni ed allungare al massimo le frenate, veleggiando il più possibile grazie alla funzione start & stop che spegne il motore in rilascio o tenendo la velocità col minimo del gas.
Un apposito quadrante nel quadro strumenti indica quanto il piccolo motore elettrico stia contribuendo alla spinta, riportando i flussi di energia. Il sistema mild-hybrid promette una riduzione media del 10% in termini di consumo di carburante ed emissioni di CO2, riduzione che sale mediamente al 15-20% nella circolazione urbana.
In Italia le mild hybrid sono assimilate in tutto alle ibride e dunque godono degli stessi vantaggi, come l’esenzione del bollo auto per 3 o 5 anni, l’accesso alle Ztl e il parcheggio gratis sulle strisce blu, anche se le disposizioni non sono uniformi in tutte le regioni o città. Tra le ormai tante auto dotate di sistema mild-hybrid c’è la Suzuki Swift, che abbassa i consumi da un minimo di 0,3 l/100 km nel ciclo combinato e da un minimo di 0,9 a salire nel ciclo urbano.
Auto ibride con sistema Full Hybrid – HEV
Le auto full-hybrid (hybrid electric vehicle) sono le ibride “classiche“, ovvero dotate del sistema inventato da Toyota oltre vent’anni fa ed oggi ripreso in larga scala da molti costruttori. Lo schema prevede un motore termico affiancato da uno elettrico, un generatore/alternatore ed il pacco batterie. Anche in questo caso il motore elettrico interviene in fase di accelerazione, disattivandosi quando la velocità diventa costante.
In fase di rilascio il sistema recupera energia e per ricaricare le batterie, che torneranno ad essere in grado di far viaggiare l’auto in modalità solo elettrica, seppur per pochi chilometri e a velocità limitata. Quest’ultimo aspetto è quello che differenzia una full-hybrid da una mild-hybrid: quest’ultime non hanno autonomia in elettrico. Per questo le full-hybrid, rispetto allo stesso modello con motore endotermico, permettono un maggior risparmio sul consumo di carburante se utilizzate in città, mentre in autostrada i vantaggi di questa tecnologia si riducono al minimo. Tra le auto full-hybrid che consumano meno c’è la Toyota Yaris: 3.3 l/100 Km.
Auto ibride con sistema Plug-in Hybrid – PHEV
Coloro che vogliono risparmiare sul carburante pur viaggiando spesso in autostrada, magari per tragitti brevi, sono “costretti” a scegliere un’auto ibrida plug-in. Le plug-in hybrid, comunemente dette ibride alla spina, vantano infatti un’autonomia in elettrico attorno ai 50 km, grazie a batterie molto più capienti rispetto a quelle presenti sulle full-hybrid.
Lo schema è identico a quello delle ibride classiche. Rispetto a quest’ultime hanno però lo svantaggio di dover essere ricaricate, nel proprio garage o presso una colonnina, altrimenti non si può godere dei vantaggi che normalmente offrono. Le ibride plug-in sono infatti più pesanti rispetto alle ibride tradizionali. Prendiamo ad esempio la Toyota Prius, proposta sia in versione full-hybrid sia plug-in hybrid: la prima ha una massa a vuoto di 1400 Kg, contro i 1535 kg della ibrida alla spina.
Le plug-in hybrid costano anche di più delle full-hybrid: la Prius ibrida ha un prezzo di partenza, al netto di offerte in corso, di 29.500 euro, mentre la versione alla spina parte da 41.650 euro. Più di 10.000 euro: non pochi. Quindi occorre fare un’attenta valutazione dell’utilizzo prima dell’acquisto: percorrendo 50 Km al giorno, ricaricandola tutti i giorni, un’ibrida plug-in promette un risparmio di circa 600 euro all’anno, una cifra interessante se si pensa di tenere l’auto diversi anni.