Tassa sulle emissioni: industria contro l’ecotassa, si paga sopra 160 g/Km
Primi dettagli sulla modifica alla tassa sulle emissioni. Il sottosegretario Dall’Orco annuncia che pagheranno le auto sopra 160 g/Km di CO2. I rappresentanti di costruttori esteri, indotto del settore automobilistico e concessionari protestano vivacemente: una tassa inutile che non migliorerà l’aria e farà la fine del superbollo
Aggiornamento 18/12 – 2 – Qualcosa si comincia a sapere sulla nuova tassa sulle emissioni. L’ecotassa 2.0 colpirebbe le auto nuove con emissioni superiori a 160 g/Km di CO2. E’ quanto ha annunciato il sottosegretario ai Trasporti Michele Dall’Orco (Movimento 5 stelle), tramite un tweet: “Pronta versione definitiva #ecosconto, avanti con bonus fino a 6000 euro per auto elettriche, a partire da marzo 2019. Soglia alzata sopra i 160 CO2 g/km per scoraggiare auto veramente inquinanti e grossa cilindrata. Inserite risorse per 5 mln per istallazione colonnine ricarica“. Notare che la parola tassa non viene mai pronunciata, perché si continua a voler far credere che non esista. Chissà se eviteranno di metterla anche nel testo legislativo vero e proprio.
Aggiornamento 18/12 – 1 – Al momento non sono ancora noti i dettagli sulla nuova versione della tassa sulle emissioni, definita ecotassa, la quale si accompagnerà ad un incentivo all’acquisto di autovetture a basse emissioni. La maggioranza parlamentare non ha ancora presentato in Senato alcun nuovo emendamento alla legge di bilancio che sostituisca i commi da 611 a 620 dell’articolo 1; le parti cioè che, nel testo approvato alla Camera, istituiscono una tassa sulle auto nuove, variabile a seconda delle emissioni di CO2. Così com’è ora, anche le utilitarie pagheranno un sovrapprezzo, proporzionalmente più alto rispetto a quanto pagherebbero le auto ad alto prezzo. Dopo il vertice tenuto nella serata del 16 dicembre tra il presidente del Consiglio e i due leader della maggioranza parlamentare, è stato deciso di modificare la tassa; si dice che colpirà solo le auto di lusso. Ma nessuno ancora sa di preciso come ciò dovrebbe avvenire.
Inoltre, il fatto che l’esame in commissione sia stato sospeso anzitempo, portando quindi tutti gli emendamenti (sono migliaia) direttamente in aula, complicherà ulteriormente la situazione. Ad ogni modo, sempre di una nuova tassa sull’auto si tratta. Proseguono quindi le decise proteste delle associazioni di settore. Unrae, Federauto e Anfia hanno diffuso un comunicato congiunto che riportiamo integralmente. I rappresentanti di costruttori esteri, indotto e concessionari spiegano molto chiaramente quali saranno le conseguenze dell’istituzione di una tassa ulteriore.
Tassa sulle emissioni, l’industria: fallirà come il superbollo
Questo è il comunicato congiunto diffuso da Anfia, Unrae e Federauto il 17 dicembre: «Le principali Associazioni del settore (ANFIA, FEDERAUTO e UNRAE), rinnovano al Governo la richiesta di eliminazione dalla manovra di bilancio di ogni ulteriore gravame fiscale a carico degli automobilisti, già enormemente vessati. I primi a farne i conti sarebbero i cittadini virtuosi che acquistano una nuova vettura, che in ogni caso inquinerà meno di una “vecchia”, il mercato dell’auto subirà una pesante flessione, con conseguenze per l’occupazione e per le entrate dello Stato: meno veicoli venduti corrispondono a meno imposte incassate. Ricordiamo che nel 2017 la contribuzione derivante dall’acquisto dei veicoli (versamento IVA e IPT), è stata di 9,4 miliardi di Euro».
Il comunicato delle associazioni punta l’indice anche sull’inefficacia del provvedimento nel migliorare la qualità dell’aria: «Evidenziamo nuovamente che, essendo la norma tarata sulla CO2, un climalterante e non un inquinante, non appare corretto parlare di “politiche per il miglioramento della qualità dell’aria” che hanno come obiettivo la riduzione di smog, inquinamento e polveri sottili. In termini ambientali, non vi sarebbero particolari effetti positivi perché nelle strade italiane continuerebbero a circolare veicoli con oltre 20 anni di età, mentre si tasserebbero, disincentivandone l’acquisto, veicoli di ultima generazione con prestazioni ambientali superiori alla media del parco circolante. La misura quindi sarebbe inefficace e impatterebbe su vetture del segmento premium, già assoggettate al superbollo, e del segmento medio, mono-volumi e multi-spazio, usate dalle famiglie italiane e dai piccoli operatori economici».
Lo spettro del superbollo è una minaccia reale, come concludono Unrae, Federauto e Anfia: «Pur ritenendo positivo un incentivo strutturale pluriennale (bonus) all’acquisto dei veicoli a basse emissioni nell’ottica della neutralità tecnologica ed avendo avanzato proposte concrete a sostegno di tali misure, ribadiamo la totale contrarietà del settore ad ogni previsione legislativa relativa a un aggravio di costi (malus) per chi acquista un nuovo veicolo di ultima generazione. Ancora una volta, chiediamo che la misura venga ripensata, insieme agli operatori del settore, e posticipata al 2020, in coerenza con il timing dei nuovi obiettivi europei, per far sì che siano calibrati al meglio anche gli effetti sul mercato e sulla produzione industriale. L’auspicio è che il Governo “del cambiamento” non si uniformi a misure vecchio stampo come il superbollo, che ha ampiamente dimostrato il suo fallimento».
Tassa sulle emissioni, accordo per ecotassa su auto di lusso
Aggiornamento 17/12 – Contro-contrordine. La tassa sulle emissioni, altrimenti chiamata ecotassa, non si cancella più, però si trasforma. Secondo quanto emerge dall’incontro tenuto nella serata del 16 dicembre tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i due leader della maggioranza, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, è stato raggiunto il seguente accordo: resta il bonus per l’acquisto delle auto a basse emissioni, soprattutto elettriche; ma resta anche la tassa su quelle ad emissioni più alte, limitata però alle sole autovetture di lusso. Non si conoscono al momento i dettagli dell’operazione, cioè la cosa più importante. Nemmeno si sa se verrà ritirato l’emendamento presentato nei giorni scorsi dalla Lega in commissione al Senato, in cui si proponeva di cancellare completamente il provvedimento approvato dalla Camera; probabile che venga ritirato, a questo punto. Una cosa è però certa: viene istituita una nuova tassa sull’auto, cioè il contrario di quanto entrambi i leader della maggioranza vanno ripetendo da una decina di giorni.
Tassa sulle emissioni, si cancella anzi no
16/12 – Nei giorni scorsi era ventilata un’ipotesi di cancellazione della tassa sulle emissioni, prima dell’incontro al vertice del 16 dicembre tra i leader della maggioranza. Durante l’esame della legge di bilancio 2019 in commissione al Senato, in cui è contenuto il provvedimento che istituisce un contributo per l’acquisto di autovetture a basse emissioni (prevalentemente le auto elettriche) ma anche una tassa sull’acquisto delle auto ad emissioni più alte, la Lega ha presentato un nuovo emendamento; esso elimina il precedente, fatto passare alla Camera da un blitz del Movimento 5 stelle. Il nuovo emendamento deve ancora essere votato. Ma è possibile che questo passaggio salti, perché nelle ultime ore è circolata l’ipotesi di un approdo della legge di bilancio direttamente in aula, saltando il passaggio in commissione, dati i tempi ridotti (il bilancio dello Stato deve essere approvato entro il 31 dicembre, altrimenti si entra nell’esercizio provvisorio, che aggraverebbe ulteriormente i problemi).
Il contrasto tra le due componenti della maggioranza continua ad essere forte. Immediatamente dopo l’approvazione dell’emendamento che istituiva la tassa sulle emissioni e le numerose proteste arrivate dal settore produttivo, la Lega aveva espresso con decisione la propria contrarietà. Matteo Salvini ha pubblicamente annunciato che si sarebbe opposto a qualsiasi nuova tassa sulle auto. Il Movimento 5 stelle è combattuto fra una parte che si è resa conto che il meccanismo bonus/malus andrebbe a colpire soprattutto chi può permettersi solo auto di basso prezzo (quelle proporzionalmente più colpite dalla nuova tassa), e l’ala vicina alle fasce più intransigenti degli ambienti ecologisti. Lo stesso Luigi Di Maio sta cercando di barcamenarsi fra queste due sponde interne; ha tuttavia dichiarato che anche il Movimento 5 stelle interverrà per modificare questo provvedimento.
Il M5S sta cercando di spostare l’attenzione sul lato bonus, di cui saranno beneficiarie quasi esclusivamente le auto elettriche. Ma poiché non viene messo alcun limite di prezzo o classe della vettura, si ottiene l’effetto socialmente molto antipatico di regalare uno sconto di 6.000 euro di soldi dei contribuenti anche a chi può permettersi di spenderne centomila per una Tesla o altre auto elettriche di gran lusso. Il sottosegretario pentastellato alle infrastrutture, Michele Dall’Orco, ha dichiarato: “Il bonus per le auto elettriche è una misura imprescindibile, deve rimanere e le risorse di copertura da qualche parte ci devono essere“. Come trovarle e applicarle è tutto da stabilire.