Guida in stato di ebbrezza: leggi più severe non riducono gli incidenti
Secondo una ricerca condotta dall’università di Glasgow, il numero di incidenti stradali riconducibili a guida in stato di ebbrezza è aumentato da quando nel 2014 sono state introdotte leggi più severe.
La piaga della guida in stato di ebbrezza è un serio problema di ordine e sicurezza pubblico. Punire severamente chi, in balia dei fumi dell’alcol, si mette alla guida di un’automobile mettendo a repentaglio la propria vita e quella degli altri, è legittimo e auspicabile.
Eppure sembrerebbe che provvedimenti più seri rischino non solo di non avere l’effetto dissuasivo sperato, ma anzi contribuiscano ad aumentare il numero di incidenti stradali dovuti a ubriachezza alla guida. Secondo una recente ricerca elaborata dalla Glasgow University, la quantità di avvenimenti di questo tipi è infatti sensibilmente aumentata da quando in Scozia sono state introdotte leggi restrittive più severe.
Nel 2014 il governo scozzese, per contrastare e cercare di limitare i sinistri automobilistici, ha introdotto normative più severe sul consumo di bevande alcoliche. Il limite massimo di tasso alcolemico è così sceso dai 35 microgrammi per 100 millilitri di sangue, agli attuali 22 microgrammi.
Secondo il governo scozzese: “l’introduzione di normative più severe ha ridotto di meno dell’1% il consumo di alcool negli esercizi commerciali come bar, pub e ristoranti, ma non ha avuto nessun effetto sull’acquisto di bevande alcoliche supermercati e negozi di liquori, corrispondenti a circa i tre quarti delle vendite totali di alcol”.
Lo studio è stato condotto dal professor Jim Lewsey, del dipartimento di salute e benessere dell’università di Glasgow, che ha commentato così i dati elaborati: “Gli inaspettati e negativi risultati della ricerca, che hanno preso in considerazione incidenti seri e mortali, devono trovare una qualche giustificazione se si considera che generalmente a un incremento delle pene corrisponde una riduzione dei reati di questo tipo”.
“Una plausibile e probabile spiegazione- continua il professor Lewsey– potrebbe quindi essere stata una insufficiente imposizione di questi nuovi obblighi, oppure una cattiva e non persuasiva comunicazione dei nuovi divieti. Una efficace e concreta applicazione di queste nuove leggi la si potrà avere solamente ottenere compiendo frequenti e casuali test del palloncino su automobilisti, tramite un’educazione che coinvolga sin da subito i giovani, unita a una forte campagna di sensibilizzazione”.
La ricerca suggerisce infine che la maggior parte degli incidenti è causata da automobilisti che continuano ad ignorare le leggi previste dalla nuova normativa. Segno che è necessario intervenire soprattutto attraverso un’opera di educazione e prevenzione.
A cura di: Tommaso Marcoli.