Fiat 130: la storica e sfortunata ammiraglia italiana compie 50 anni
Mezzo secolo per la Fiat 130, vettura con cui il costruttore torinese ambiva competere contro le ammiraglie tedesche dirette rivali.
Colpita duramente dalla crisi petrolifera del 1973 per gli alti consumi, la Fiat 130 non raccolse il successo sperato, nonostante i buoni propositi. La variante berlina uscì di scena nel 1976, dopo esser stata prodotta in 15.093 esemplari, di cui circa 6.000 con il motore 2800 e per il resto con il motore 3200. La produzione dell Fiat 130 Coupé terminò l’anno seguente, dopo esser stata prodotta in poco più di quattromila unità (4.292 stando ad alcune fonti, 4.491 secondo altre). Utilizzata soprattutto come ‘auto blu’, fu protagonista del rapimento dello statista Aldo Moro, avvenuto in Via Fani a Roma il 16 marzo del 1978. Questo esemplare fa parte della collezione del Museo della Polizia, assieme alla tristemente famosa Renault 4 rossa.
Oltre alle declinazioni ufficiali, la Fiat 130 è stata prodotta in altre varianti di carrozzeria, anche se in pochissime unità. Nel 1971 furono assemblati 4 esemplari di Fiat 130 Familiare, variante con la carrozzeria station wagon, di cui uno denominato “Villa d’Este” e appartenuto all’Avvocato Gianni Agnelli che la usava per i suoi spostamenti in montagna. Nel 1974, invece, la Carrozzeria Pininfarina ha assemblato 3 unità della coupé Fiat 130 Maremma in stile ‘shooting brake’ a tre porte ed un solo esemplare della sportiva Fiat 130 Opera che rappresentava l’antesignana delle ‘berline coupé’ a quattro porte, due proposte dell’atelier torinese che avrebbero potuto cambiare il destino dell’ammiraglia italiana.