F1: Brawn GP a dieci anni di distanza dal titolo mondiale
A dieci anni di distanza, ripercorriamo le tappe di una stagioni più anomale della Formula 1, quando la BrawnGP vinse all’esordio assoluto titolo piloti e costruttori.
Ci sono storie di sport che hanno dell’incredibile e che rimarranno per sempre negli annali, perché raccontano dei fatti più unici che rari. Nella storia del Campionato di Formula 1 del 2009 e in particolare nelle vicende della Brawn GP, ci sono tutti gli ingredienti per raccontare qualcosa di epico e di anomalo, un unicum nella grandissima storia della massima espressione degli sport motoristici a quattro ruote. A dieci anni di distanza da quel titolo, ripercorriamo le tappe di quella magica e strana stagione di un Team, che con in un solo anno di vita, ha portato a casa la posta più grande con grande sorpresa di tutti quanti.
Dalle macerie della Honda ai primi successi
Al termine del 2008, il Team Honda di F1 getta la spugna, dopo anni di fatiche e di successi stentati. In questo scenario si inserisce Ross Brawn, vecchia volpe del Circus, che fiuta l’affare e per una sola sterlina si porta a casa team e progetti del costruttore nipponico. Nasce il 6 marzo del 2009 la Brawn GP, una squadra che sarà in grado di sfruttare al meglio i cambiamenti di regolamento previsti per quell’annata, e che grazie alle motorizzazioni Mercedes-Benz e ai vecchi bozzetti Honda darà vita alla monoposto denominata GP001. A completare il duo di piloti ci sono Jenson Button, un pilota maturo e di grande talento, ma che all’attivo aveva una sola vittoria in F1, conquistata nel 2006 all’Hungaroring, e Rubens Barrichello, l’eterno secondo della era Schumacher in Ferrari e che aveva già collaborato con Brawn ai tempi in cui vestivano il rosso di Maranello.
Ai test invernali di Barcellona del 2009, la GP001 si presenta con una livrea bianca e scarna, priva di sponsorizzazioni eccezion fatta per quello di Bridgestone, fornitore ufficiale degli pneumatici. La sorpresa è enorme quando entrambe le monoposto si piazzano davanti a tutti mettendo in riga le squadre più accreditate come: Ferrari, McLaren, Red Bull, Toyota e Williams. Ma una rondine non fa primavera, molti continuano ad essere scettici nei confronti della bianca BrawnGP, ma la musica cambia quando la Formula 1 si presenta ai nastri di partenza sul circuito di Melbourne. La BrawnGP entra subito nell’occhio del ciclone, perché riesce a sfruttare alcune falle regolamentari, e mentre gli avversari puntano il dito su una presunta irregolarità del diffusore posteriore, che pareva essere la sua principale fonte di competitività, la FIA decide che la GP001 è regolare in ogni suo aspetto.
Il 26 marzo all’esordio assoluto nella competizione, Button coglie la pole position, mentre Barrichello si piazza al suo fianco, per una prima fila tutta Brawn. La gara poi verrà conclusa in tripudio con una doppietta, tanto inaspettata quanto speciale. Un team all’esordio assoluto mai era stato capace di portare a casa la pole position e il giorno seguente una doppietta in gara. Da questo momento in poi anche gli sponsor cominciano a fare a gara per tappezzare la bianca carrozzeria della GP001. Dapprima arriva Virgin, poi anche tanti altri da Canon a Qatar Telecom. Anche nella seconda gara del calendario, a Sepang in Malesia, Button conquista ancora la pole e porta a casa un’altra vittoria, stavolta sotto una pioggia battente. Il brutto anatroccolo si sta trasformano piano piano in cigno.
Sei vittorie nelle prime sette gare poi il cambio di rotta
In Cina, terza tappa del calendario, la vittoria va alla vera antagonista della Brawn, la Red Bull, e a cogliere il successo fu il giovane Sebastian Vettel. Button riesce a concludere la gara asiatica solo col terzo gradino del podio, ma da quel momento in poi il pilota inglese volerà a vele spiegate. Arriveranno in sequenza le vittorie in Bahrain, Spagna, Montecarlo e Turchia. Arrivati alla metà della stagione il titolo sembra ormai ipotecato, ma non sarà proprio così, perché la Brawn perderà la sua supremazia incontrastata, mentre gli altri team corsi ai ripari durante la stagione raggiungono il livello della Brawn e copiando gran parte dei suoi segreti.
L’equilibrio tra le scuderie, gioco forza andò a favorire la Brawn, anche se la paura fu molta per Button. Il pilota inglese non riesce più a salire sul podio, collezionando alcuni piazzamenti (sesto a Silverstone, settimo al Nurburgring, settimo in Ungheria e settimo a Valencia) che gli consentono di restare in cima alla classifica piloti. La gara che potenzialmente può riaprire il campionato fu quella di Spa, perché il britannico della Brawn colleziona l’unico zero dell’intera stagione, mentre Vettel, suo vero antagonista si ferma soltanto al terzo gradino del podio. La vittoria in quel caso fu di Kimi Raikkonen, su Ferrari, l’unico successo stagionale del Cavallino Rampante.
Il titolo festeggiato in Brasile
La BrawnGP riscopre una grande competitività in Italia, a Monza la GP001 riporta a casa una grande doppietta, ma stavolta sarà Barrichello a trionfare davanti al suo compagno di squadra. Il brasiliano, che aveva vinto anche il GP di Europa a Valencia, non fa un vero gioco di squadra essendo ancora in corsa per l’iride. Button fatica sia a Singapore dove non va oltre il quinto posto e soprattutto in Giappone, dove conquista un ottavo posto. Il momento della verità è la sfida di San Paolo in Brasile, manca soltanto una gara alla fine della stagione, ma qui si possano aggiudicare i due titoli, quello piloti e quello costruttori. La gara è difficile e sentita, la competitività della Red Bull è sorprendete, tanto che si manifesterà dalla stagione successiva in modo inequivocabile, quando inizierà il suo dominio incontrastato durato dal 2010 fino al 2013. La gara brasiliana è ad appannaggio di Mark Webber, proprio su Red Bull, sul podio insieme a lui ci vanno Robert Kubica, su BMW Sauber, e Lewis Hamilton su McLaren-Mercedes. Button termina alla bandiera a scacchi con il quinto posto, sufficiente per festeggiare il suo primo e unico titolo mondiale. Con l’ottavo posto di Barrichello, anche il titolo costruttori finisce nelle mani della BrawnGP.
L’anomalia ha vinto, la cometa ha portata a casa tutto quello che poteva. Nessuno mai era riuscito a vincere titolo mondiale piloti e costruttori al primo anno, all’esordio assoluto. La monoposto britannica conquista così un grande posto nella storia della F1. L’ultima uscita stagionale ad Abu Dhabi è una passerella che consegna alla gloria eterna la BrawnGP e il suo alfiere più splendente, quel Jenson Button che meglio del suo compagno di squadra Rubens Barrichello, ha saputo interpretare e sfruttare il potenziale della monoposto britannica. Cala il sipario, così, su una delle stagioni più emozionanti e controverse di tutta la Formula 1.
L’eredità della BrawnGP
In data 16 novembre 2009 viene ufficializzato che il costruttore tedesco Mercedes-Benz, fornitore del motore della Brawn, in collaborazione con Aabar Investments aveva acquistato il 75% della scuderia Brawn per 170 milioni di dollari. Alla direzione sportiva rimane Ross Brawn, mentre la coppia di piloti cambia, arrivano Nico Rosberg dalla Williams e rientra il sette volte campione del mondo di F1, Michael Schumacher, che non correva dal 2006. Queste sono le radici di un team che sarà destinato negli anni successivi, quando l’era ibrida ebbe inizio nel 2014, a dominare in lungo e in largo la Formula 1 con Lewis Hamiton e Nico Rosberg. Questa è l’eredità della Brawn, l’aver dato vita ad uno dei team più vincenti della F1 stessa.