GP Belgio F1: quando Villeneuve e Zonta si schiantarono per scommessa a SPA
Nelle libere 1 del GP del Belgio 1999 la folle scommessa tra Villeneuve e Zonta. “Riesci a percorrere l’Eau Rouge-Raidillon in pieno?”
Sono passati vent’anni da una delle scommesse più folli della storia della Formula 1. Correva l’anno 1999, tra le scuderie partecipanti al mondiale c’era anche la BAR, nata dalle ceneri della Tyrrell, che schierava Jacques Villeneuve ed il brasiliano Ricardo Zonta come piloti titolari. Era l’anno dell’incidente di Schumacher alla Stowe di Silverstone, del mondiale sfiorato da Eddie Irvine poi invece conquistato per la seconda volta da Mika Hakkinen. Jacques Villeneuve il mondiale lo aveva vinto due anni prima con la Williams, ma in quella stagione stava patendo molto la scarsa competitività della BAR, che lo costrinse al ritiro per ben undici volte consecutive.
In queste situazioni i piloti più bravi e carismatici vanno comunque alla ricerca di un acuto, un sorpasso, un giro veloce sul bagnato, per dimostrare che loro “ci sono” e l’assenza di risultati è da attribuire esclusivamente alla monoposto. Della serie, anche se quest’anno non vinco sono sempre il migliore. Frustrato e deluso dalla sequenza di ritiri, Jacques Villeneuve decise di fare qualcosa per farsi notare sul circuito di SPA-Francorchamps, il più iconico e tecnico tra quelli in calendario, non a caso ribattezzato “l’università della Formula 1”.
Il layout del circuito belga non era quello attuale, “ingentilito” in omaggio agli odierni standard di sicurezza: l’ingresso nel suo tratto più caratteristico, il destra-sinistra dell’Eau Rouge Raidillon, era decisamente più veloce prima delle modifiche del 1994, soprattutto, non c’erano vie di fuga adeguate alla fine della “S”. Percorrerlo senza sollevare il piede dall’acceleratore, era una virtù riservata a pochi eletti. Ayrton Senna, guarda un po’, fu uno dei primi, se non il primo, a riuscirci. Villeneuve sapeva bene quanto fosse difficile, visto che nel 1998, con la Williams, si schiantò contro le barriere ad oltre 200 km/h proprio all’uscita del Raidillon, uscendone totalmente illeso: “Quando esci dall’auto con le tue gambe dopo un incidente del genere ti senti più forte.”
Si sentiva talmente forte da proporre al proprio compagno di scuderia Ricardo Zonta, durante le prime prove libere del GP del Belgio 1999, una scommessa: percorrere l’Eau Rouge-Raidillon in pieno, ovvero senza sollevare il piede dall’acceleratore. Una scommessa folle, maschia, stupida considerando che ci si giocava la pelle oltre a qualche milione di dollari in pezzi di ricambio. Zonta la accettò senza pensarci due volte.
Il primo a provarci fu il figlio d’arte canadese, che replicò esattamente la performance dell’anno precedente perdendo il posteriore dopo lo scollinamento, per poi finire la sua corsa contro le barriere: “E’ stato praticamente uguale a quello dell’anno scorso. Solo che questa volta mi sono capottato, quindi ho un bonus!” Quando fu rimosso il rottame della BAR di Villeneuve, venne il turno di Zonta. Entrò talmente veloce che la monoposto andò in sovrasterzo all’uscita dell’Eau Rouge finendo in testacoda.
Si schiantò contro le barriere alla sua sinistra per poi rimbalzare fino all’altro lato della pista roteando come una trottola, prima di fermarsi e consentire a Zonta di uscire totalmente illeso. Incredulo il Team Principal Craig Pollock: “Non può essere di nuovo la mia macchina!” Gli va dato atto, almeno, di aver trovato la forza di sorridere davanti alle telecamere, mettendosi una mano davanti agli occhi, negli istanti successivi al secondo incidente. Jock Clear, l’allora ingegnere di pista di Villeneuve (oggi ricopre lo stesso ruolo in Ferrari per Charles Leclerc), la prese invece con ironia: “Sono deluso, perchè a quanto pare ha vinto Zonta!”
Anni dopo, parlando del padre Gilles in un’intervista, cosa che non ha mai fatto volentieri mentre era pilota, Jacques Villeneuve dichiarò: “Pilotava l’elicottero e faceva cose fuori di testa, non aveva mai paura. Gli piaceva la sfida. Un po’ come quando io, per la prima volta, feci in pieno la curva dell’Eau Rouge a Spa. Era un rischio che ti dava un vantaggio di un solo decimo al giro, ma era bello farlo per il tuo orgoglio, per sentirti più forte, per farti temere dagli altri.” Lo spirito e la follia dei Villeneuve, ciò che forse manca di più alla Formula 1 attuale.