Aquaplaning: che cos’è e come gestirlo alla guida
L’aquaplaning può generare un’improvvisa e pericolosa perdita di controllo della vettura: ecco come evitare e prevenire questo fenomeno.
L’aquaplaning è un fenomeno che, in determinate situazioni di guida con la pioggia, può verificarsi. Se l’asfalto è bagnato a causa della pioggia, in linea di massima l’aderenza della vettura in curva diminuisce, e gli spazi di frenata aumentano (per questo motivo, quando piove vige in Italia l’obbligo di non superare 110 km/h sulle autostrade e 90 km/h sulle strade extraurbane principali, ovvero le superstrade).
C’è tuttavia un pericolo ancora più minaccioso, proprio perché si manifesta all’improvviso, che è sempre bene tenere presente quando si guida sotto la pioggia: l’aquaplaning, che una volta innescato rende pressoché inservibili i sistemi di ausilio attivo alla guida, anche quelli di nuova generazione.
In questa guida esaminiamo il fenomeno dell’aquaplaning: come avviene, quali sono le situazioni più rischiose, come minimizzare il rischio di incorrere in un aquaplaning, come si gestisce mentre ci si trova al volante di un’auto e l’importanza degli pneumatici e delle condizioni d’uso del veicolo.
Cos’è l’aquaplaning
L’aquaplaning consiste in un “galleggiamento” della vettura su uno specchio d’acqua, in genere una pozzanghera: quando ciò avviene, è molto difficile riuscire a tenere il veicolo nella sua traiettoria di marcia. In effetti, le reazioni dell’auto in aquaplaning sono simili a quelle che avvengono sopra una lastra di ghiaccio. C’è però una sostanziale differenza: se il gelo richiede attenzione solamente nei mesi invernali, l’aquaplaning può avvenire lungo l’intero arco dell’anno, anche in estate dunque.
È chiaro che ad influire negativamente sulle possibilità che vengano a formarsi pericolose pozzanghere concorre la scarsa manutenzione nella quale versano alcuni tratti delle nostre strade di grande comunicazione (appunto: autostrade e superstrade): in queste condizioni, è più facile che con la pioggia vengano a crearsi le insidiose pozzanghere, profonde quel tanto da azzerare l’adesione fra pneumatico e asfalto.
Gli pneumatici più evoluti sono in grado di espellere elevate quantità di acqua, durante il loro rotolamento: secondo alcune recenti rilevazioni effettuate dalle principali aziende produttrici di pneumatici, si parla di fino a 30 litri di acqua al secondo se la vettura viaggia a 80 km/h. Se questo contatto fra battistrada e asfalto non avviene – proprio per via di un galleggiamento delle ruote provocato dall’insufficiente drenaggio dell’acqua dal battistrada -, si verifica una pericolosa perdita di attrito, che può interessare una ruota, due oppure tutte e quattro. In quest’ultima situazione, per il conducente diventa molto difficile, fino a rivelarsi impossibile, riuscire a mantenere il controllo della vettura.
L’auto in aquaplaning, se è senza controllo, conserva la quantità di moto e la direzione in cui si trovava all’inizio dell’aquaplaning.
Condizioni che favoriscono l’aquaplaning
L’aquaplaning può derivare da diversi fattori.
- Eccessiva velocità;
- Quantità di acqua presente sull’asfalto;
- Condizioni di usura degli pneumatici;
- Efficienza delle sospensioni.
Cosa succede ad una vettura in aquaplaning
Se una o più delle situazioni sopra descritte si verifica, la vettura galleggia sulla pozzanghera e procede in avanti per inerzia e nella direzione che teneva all’inizio dell’aquaplaning. In poche parole: se si è in curva, l’auto prosegue per la tangente, e in rettilineo è possibile che la giusta direzione non venga mantenuta.
E non c’è soltanto questo: una condizione di potenziale pericolo può verificarsi negli istanti immediatamente successivi all’aquaplaning. Quando, cioè, avviene il repentino ripristino dell’aderenza dopo la pozzanghera. Il contatto fra la ruota e l’asfalto, in effetti, torna in maniera improvvisa, quindi con un immediato cambiamento della direzione.
Se la vettura viaggia a velocità moderata, si dà modo alle scanalature nel battistrada di funzionare al meglio, quindi di “tagliare” la superficie dell’acqua ed evitare l’innescarsi di pericolose sbandate o, peggio, che la vettura diventi ingovernabile. Se il veicolo sta procedendo a velocità media, è possibile che l’acqua si accumuli davanti agli pneumatici e vada a formare un “muro”: qui, è essenziale mantenere la calma e tenere tutte e due le mani ben salde sul volante. Se invece il veicolo viaggia a velocità elevata, il rischio di un aquaplaning è maggiore.
Cosa fare in caso di aquaplaning
Come comportarsi quando la vettura si trova in aquaplaning, e quali manovre evitare? Di seguito una serie di indicazioni utili.
- Mantenere la calma;
- Tenere sempre tutte e due le mani ben salde sul volante, e mantenere il più possibile la traiettoria che si stava seguendo prima dell’aquaplaning;
- Rilasciare il piede dall’acceleratore;
- Non frenare, per non rischiare che la vettura sbandi.
Come prevenire l’aquaplaning
Prevenire l’aquaplaning significa, all’atto pratico, avere la ragionevole certezza di effettuare un viaggio tranquillo e senza problemi. Come si indicava più sopra, per evitare improvvise sbandate della vettura bisogna… non andarsi a cercare i guai. In caso di forte pioggia o temporale, è consigliabile aspettare che le condizioni meteo migliorino prima di mettersi in viaggio, oppure prima di riprenderlo (questo, anche per ovvi motivi di sicurezza legati alla visibilità verso l’esterno della vettura).
- Se si guida sotto la pioggia battente (oppure se piove dopo un lungo periodo “a secco”: condizione pericolosa perché lo smog nel frattempo accumulato sulla strada può, a contatto con le prime piogge leggere, trasformarsi in una patina scivolosa), è prima di tutto essenziale diminuire la velocità. Se necessario, anche ben al di sotto dei limiti massimi (110 km/h sulle autostrade, 90 km/h sulle superstrade) prescritti dal Codice della Strada nella guida con la pioggia. Inoltre, bisogna considerare che i veicoli che si incrociano e quelli che superano possono sollevare anche notevoli quantità di acqua dalle ruote;
- Massima prudenza, inoltre, se si procede lungo uno dei due lati della strada: la conformazione delle sedi stradali può favorire l’accumulo laterale di acqua;
- Attenzione assoluta alla distanza di sicurezza: oltre a procedere con cautela è importante mantenersi ad una certa distanza dal veicolo che segue. Va tenuto presente che su strade bagnate gli spazi di frenata aumentano notevolmente rispetto a quando si procede su asfalto asciutto.
Importanza delle condizioni degli pneumatici nell’aquaplaning
Per evitare di favorire un fenomeno di aquaplaning, è importante avere cura delle condizioni degli pneumatici che equipaggiano la propria auto.
- La pressione di gonfiaggio delle gomme deve sempre essere quella giusta in base al carico (fare riferimento al libretto di uso e manutenzione e/o alla targhetta collocata in corrispondenza della porta lato guida oppure dietro lo sportellino del bocchettone di rifornimento carburante);
- Avere cura che la convergenza sia esatta (farla verificare da un gommista se si incappa in una buca profonda, o si urta un ostacolo oppure un marciapiede a bassa velocità, e quando si sostituiscono braccetti, molle o ammortizzatori);
- Controllare la profondità delle scanalature del battistrada: se sono adeguatamente profonde (almeno 3 mm: si controlla facilmente attraverso gli indicatori di profondità, o con uno spessimetro oppure inserendo una moneta da 2 euro; se la “corona” esterna scompare del tutto, il livello del battistrada è sufficiente. Altrimenti, meglio sostituire entrambe le gomme del medesimo assale).