Audi è in difficoltà e taglia 7.500 posti di lavoro e pensa alla riconversione militare

Audi taglia 7.500 posti entro il 2029, investe nella mobilità elettrica e l'ex fabbrica di Bruxelles potrebbe diventare un sito per veicoli militari

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 18 mar 2025
Audi è in difficoltà e taglia 7.500 posti di lavoro e pensa alla riconversione militare

La casa automobilistica Audi, parte del Gruppo Volkswagen, ha annunciato un drastico piano di ristrutturazione che prevede l’eliminazione di 7.500 posti di lavoro entro il 2029. Questo intervento arriva in un momento di crisi per il settore automotive tedesco, caratterizzato da vendite in calo e ritardi nel lancio di nuovi modelli.

Audi, la crisi soffia sul marchio

Il CEO Gernot Döllner ha dichiarato che l’obiettivo principale è aumentare la competitività del marchio attraverso una semplificazione organizzativa e una riduzione della burocrazia aziendale. Il piano prevede inoltre un taglio dei costi dei materiali pari a otto miliardi di euro entro il 2030. Tuttavia, gli analisti avvertono che queste misure potrebbero generare tensioni significative tra i lavoratori nei prossimi mesi. Attualmente, la redditività operativa stimata per il 2024 è del 4,5%, un dato ben lontano dall’obiettivo iniziale del 14%.

Nonostante i tagli, Audi ha annunciato investimenti sostanziali per sostenere la transizione verso la mobilità elettrica. Gli impianti di Ingolstadt e Neckarsulm, situati nel sud della Germania, riceveranno circa otto miliardi di euro entro il 2029 per l’adeguamento delle linee produttive e lo sviluppo di veicoli elettrici, considerati strategici per il futuro del marchio.

A Bruxelles si cambia registro

Nel frattempo, l’ex fabbrica Bruxelles, chiusa definitivamente il 28 febbraio scorso, potrebbe essere riconvertita per scopi militari. Il ministro della Difesa belga, Theo Francken, ha proposto di trasformare l’impianto in una struttura per la produzione di armamenti, inclusi veicoli militari e dispositivi anti-drone. Tuttavia, la proposta ha incontrato resistenze da parte dei residenti e delle autorità locali, preoccupati per le possibili implicazioni di sicurezza.

Secondo alcune indiscrezioni, il gruppo industriale belga John Cockerill, che ha recentemente acquisito il produttore francese di veicoli militari Arquus, sarebbe interessato a installare una linea di produzione nell’ex stabilimento di Bruxelles, trasformandolo da simbolo dell’industria automobilistica in un centro per il riarmo nazionale.

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