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Aumento prezzi dei carburanti, il Governo deve intervenire

Decreto taglia-accise neutralizzato dai continui aumenti, prezzo dei carburanti nuovamente alle stelle: bisogna ridurre notevolmente il peso fiscale.

Prezzi dei carburanti a livelli stellari, nuovi segnali d’allarme da parte delle Associazioni, l’estate alle porte e con essa il dover mettere mano al portafoglio per far fronte alla raffica di rincari per benzina e gasolio che da settimane sono tornati ai (tristi) onori delle cronache e hanno “neutralizzato” i 30 centesimi in meno messi in atto dal Governo. Chi potrà permettersi le vacanze, nell’estate 2022 che si preannuncia salatissima – e non per l’effetto dei bagni in mare – dovrà purtroppo mettere in conto l’aumento incontrollato dei prezzi di benzina e gasolio, tornati ben oltre i 2 euro al litro nonostante lo sconto di 30 centesimi/l messo in atto da Palazzo Chigi lo scorso 21 marzo, confermato all’inizio di maggio e che resterà in vigore fino al prossimo 8 luglio. Insomma: il Governo deve intervenire al più presto.

Prezzo dei carburanti: ecco quanto costano

Prima di tutto, ecco la panoramica dei prezzi di benzina, gasolio, GPL e metano aggiornati alle 8 di domenica 19 giugno, elaborati da Quotidiano Energia sui dati comunicati dai gestori all’Osservaprezzi del Ministero dello Sviluppo Economico.

Benzina

  • Self service. Prezzo medio nazionale: 2,203 euro al litro (da 2,195 euro/l rilevato giovedì 16 giugno). Prezzi medi applicati dalle Compagnie compresi fra 2,066 euro/l e 2,085 euro/l (no logo: 2,061 euro/l);
  • Servito. Prezzo medio nazionale: 2,075 euro al litro (da 2,069 euro/l). Prezzi medi applicati dalle Compagnie compresi fra 2,147 euro/l e 2,276 euro/l (no logo: 2,109 euro/l).

Gasolio

  • Self service. Prezzo medio nazionale: 2,030 euro al litro (da 2,006 euro/l). Prezzi medi applicati dalle Compagnie compresi fra 2,026 euro/l e 2,046 euro/l (no logo: 2,028 euro/l).
  • Servito. Prezzo medio nazionale: 2,163 euro al litro (da 2,139 euro/l). Prezzi medi applicati dalle Compagnie compresi fra 2,125 euro/l e 2,230 euro/l (no logo: 2,075 euro/l).

GPL

  • Prezzi medi nazionali: compresi fra 0,834 euro/l e 0,850 euro/l (no logo: 0,819 euro/l).

Metano

  • Prezzi medi nazionali: compresi fra 1,700 euro/kg e 1,920 euro/kg (no logo: 1,780 euro/kg).

Aumento prezzi carburanti, i gestori: “Per un nuovo intervento sui prezzi, aumentare il taglio delle accise”

Di fatto, il decreto di fine marzo che aveva ridotto le accise sui carburanti è stato azzerato dai nuovi rincari. E poi? Cosa accadrà dopo l’8 luglio? Il tempo stringe. Come fa notare (in un approfondimento de Il Giornale, pubblicato sabato 19 giugno) Bruno Bearzi, presidente della FIGISC di Confcommercio in relazione allo sconto del Governo sui carburanti ormai assorbito dai rincari, occorre un nuovo intervento:

Serve un nuovo sforzo, possibilmente rivedendo al rialzo il taglio delle accise, le risorse ci sono, basta prelevarle dall’extra-gettito derivante dall’Iva sulla benzina. C’è anche un effetto speculazione: ai livelli alti della filiera qualcuno guadagna facendo leva su sentiment e future.

Prezzo carburanti: 35 centesimi in meno fino all’8 settembre?

Secondo una indiscrezione pubblicata da Il Messaggero, è possibile che la riduzione del prezzo dei carburanti venga prorogata fino al prossimo 8 settembre. Si tratterebbe di dare un minimo di tranquillità agli utenti per l’intero periodo delle vacanze. Con una (piccola) novità: l’esecutivo starebbe studiando un aumento di 5 centesimi sullo sconto dei carburanti alla pompa già praticato. In questo modo, il ribasso per il consumatore finale andrebbe a 35,5 centesimi al litro, dagli attuali 30,5 centesimi/l (cioè 25 centesimi di “taglio” più i 5,5 centesimi di IVA al 22%).

Occorrerebbe, in questo caso, reperire un fondo ad hoc da qualche miliardo di euro. In alternativa, il Governo potrebbe dare via libera ad un decreto specifico (“Aiuti 2”) che permetterebbe non solamente un alleggerimento delle accise su benzina, diesel e GPL, ma anche un nuovo intervento sulle bollette di luce e gas.

Prezzi dei carburanti: occorre mettere un tetto

Bisogna dunque fare presto: l’8 luglio è vicinissimo e il Governo deve esserne consapevole. Una soluzione per fermare l’incontrollato aumento del prezzo dei carburanti potrebbe consistere in un tetto temporaneo degli importi “alla pompa”. La richiesta arriva da CGIA di Mestre, come riferisce un “lancio” Ansa. Ai taccuini dell’agenzia di stampa, il direttore del Centro Studi dell’Associazione artigiana, Paolo Zabeo, osserva:

L’attuale misura che scade l’8 luglio va nuovamente prorogata e accompagnata dall’introduzione di un price cap su benzina e diesel, almeno fino alla fine della prossima estate. Un provvedimento, quest’ultimo, che deve essere approvato a livello nazionale. Bruxelles infatti, così come per il gas, non sembra essere particolarmente sensibile all’introduzione di queste misure di mitigazione del caro energia.

Aumento carburanti, Codacons: “Frutto di speculazioni”, e parte un nuovo esporto ad Antitrust e Procure

Per il Codacons, che in tempi recenti aveva – insieme alle altre Associazioni di tutela dei consumatori – puntato più volte il dito contro gli ingiustificati aumenti del prezzo dei carburanti, Antitrust e Procure della Repubblica dovranno attivarsi sui continui rincari di benzina e gasolio alla pompa. L’obiettivo è, come già avvenuto in precedenza, “Accertare chi sta speculando sulla pelle degli italiani”. Lo evidenzia senza mezzi termini lo stesso Codacons, in un comunicato stampa nel quale si rende noto di avere presentato un nuovo espostoAll’Autorità per la Concorrenza ed a 104 Procure di tutta Italia, chiedendo di aprire una indagine sulla nuova ondata di aumenti dei prezzi dei carburanti, alla luce delle possibili fattispecie di aggiotaggio e manovre speculative su merci, e di disporre sequestri presso le società petrolifere”.

Aumento prezzi generalizzato: e la chiamano estate…

Come si indicava più sopra, il prossimo 8 luglio 2022 sarà da segnare sul calendario: per quella data si attende dal Governo un nuovo provvedimento che scongiuri l’ulteriore impennata dei prezzi dei carburanti alla pompa. Il problema è che gli aumenti di benzina e gasolio procedono di pari passo con i rincari che interessano il comparto dei trasporti in generale e il settore del turismo, già messo a dura prova dall’emergenza sanitaria. Come osserva lo stesso Codacons in una nota del 18 giugno, nell’ultimo mese si sono registrati in Italia “Fortissimi aumenti delle tariffe che raggiungono livelli da record per i biglietti aerei, i cui prezzi in alcuni casi sono più che raddoppiati rispetto allo scorso anno”.

Ecco alcuni dei rincari che evidenzia l’Associazione di difesa dei consumatori.

  • Acquisto di un biglietto per un volo in Europa: +127,6% in più rispetto al 2021;
  • Rincaro dei biglietti per i voli internazionali: +103,3%;
  • Aumenti delle tariffe per i voli nazionali: +21,4%.

Situazione altrettanto drammatica per le tratte via mare.

  • Aumento delle tariffe traghetti: +22,7% su base annua.

I pacchetti vacanza, gli alberghi e i motel, le consumazioni al bar e al ristorante, una cena in pizzeria sono tutte “voci” che fanno registrare sostanziali aumenti.

  • Pacchetti vacanza internazionali: +8,6% rispetto al 2021;
  • Alberghi e motel: + 14,7% rispetto al 2021;
  • Consumazioni al bar e pasti al ristorante: +4,6% in rapporto allo scorso anno;
  • Pizzeria: quasi il 5% in più rispetto al 2021.

L’analisi di Carlo Rienzi, presidente Codacons, parla chiaro. In buona sostanza, la stagione estiva alle porte si farà purtroppo ricordare a lungo per i rincari generalizzati, fra le cui cause c’è (appunto) l’aumento dei prezzi dei carburanti principali che influisce negativamente sulle tariffe dei trasporti:

L’estate 2022 sarà ricordata come quella del caro-vacanze, sicuramente la più costosa degli ultimi decenni, e chi andrà in villeggiatura dovrà spendere molto di più per spostarsi, dormire fuori e mangiare. Alla base dei rincari abnormi dell’ultimo periodo i maggiori costi energetici in capo agli operatori turistici, che vengono scaricati sui consumatori finali attraverso prezzi e tariffe, e l’escalation di benzina e gasolio che determina effetti diretti sulle tariffe del comparto trasporti.

Aumento prezzi dei carburanti: caro Governo, a che gioco giochiamo?

La questione è sotto gli occhi di tutti da tanto, troppo tempo. Hai voglia ad attuare provvedimenti-tampone: le momentanee riduzioni dei prezzi (sul tipo di quella adottata a marzo, prorogata a maggio, in scadenza per l’8 luglio e che – si spera – sarà confermata) non fanno altro che spostare un problema di strettissima attualità, e che sarebbe bene risolvere una buona volta per tutte anziché placare temporaneamente gli animi, prendendo tempo intanto che le vacanze (per quelli – beati! – che potranno andarci) termineranno, e – come sempre accade – arrivare alle porte dell’autunno con i portafogli svuotati dagli aumenti 2022.

Prezzi carburanti: occorrono misure strumentali di ribassi!

Le Associazioni di consumatori hanno, per la seconda volta in pochi mesi, presentato un esposto alle 104 Procure della Repubblica per indagare su eventuali manovre speculative e di aggiotaggio. Questo la dice lunga sull’urgenza di mettere mano, una volta per tutte, al complesso meccanismo delle tasse, delle imposte e dei balzelli che da sempre gravano sulle tasche dei milioni di famiglie e delle centinaia di migliaia di piccole e medie imprese.

Sì, signori: siamo noi, gli utenti, i veri “carrettieri” di questa scalcagnata diligenza che si chiama Italia, sempre più tarlata da una cronica mancanza di cultura nazionale di cui ci si riempie la bocca ma che non viene mai e poi mai messa in primo piano fra i valori da salvaguardare del singolo e di tutti. Noi, che mettiamo ogni anno decine di miliardi di euro nelle casse pubbliche (statali e territoriali) che derivano dalla tanto vituperata “automobile” (qui intesa come mezzi di trasporto su ruote nel loro insieme). Noi che nonostante tutto utilizziamo l’auto, la moto, il furgone o il camion per piacere, sì, ma anche e soprattutto per le nostre esigenze personali. E cosa ne ricaviamo? Tasse, tasse, tasse. E incontrollati rincari dei carburanti.

Prezzo dei carburanti: sarà possibile ribassare benzina e gasolio a 1,60 euro al litro?

La soluzione viene da se: occorre davvero, e al più presto possibile, abbassare (e non poco) il prezzo dei carburanti, magari fino a 1,60 euro al litro per benzina e gasolio. E fare in modo che ciò resti disponibile a lungo, cioè in maniera strumentale. Non sta a noi suggerire il “come”: siamo tuttavia dell’avviso che livelli di prezzo “alla pompa” più abbordabili per i principali carburanti sortiranno effetti positivi per i consumatori e le imprese. Sarebbe inoltre opportuno rivedere il meccanismo delle tasse di proprietà, magari attraverso formule “a consumo” (più circoli più paghi, ovviamente con un tetto massimo oltre il quale non si vada) che risulterebbero peraltro attuabili con l’introduzione della “scatola nera” a bordo delle autovetture di nuova omologazione e via via di nuova produzione.

Se il potere d’acquisto migliora, si potrà arrivare meglio alla “transizione ecologica”

Noi non siamo per niente sordi di fronte all’evoluzione delle tecnologie di alimentazione. È chiaro che, prima o poi, l’elettrificazione riceverà il passaggio di testimone dai “tradizionali” carburanti. In parte, ciò è già avvenuto, se è vero – come indicano recenti rilevazioni Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) – che in Italia il “peso” delle auto full hybrid, Plug-in hybrid ed auto elettriche è arrivato al 42,1% (molto vicino, dunque, al 47,8% complessivo detenuto da auto a benzina e diesel). Una quota a basse (e del tutto assenti) emissioni allo scarico aumentata di sette volte rispetto al 6,6% del 2019. Tutto questo grazie anche agli Ecobonus, è chiaro.

Si capisce, dunque, che i consumatori possono acquistare se ne hanno la possibilità. Lo ripetiamo ancora una volta: se un utente può spendere, prima o poi lo farà. E si comprerà l’auto nuova, che per effetto della sempre più ampia disponibilità di vetture ibride elettriche, Plug-in e 100% elettriche sarà, appunto, elettrificata. E se non lo è a medio termine, è possibile ipotizzare che questo avverrà a lungo termine.

Bisogna tuttavia che i consumatori abbiano a loro disposizione un adeguato potere d’acquisto: a causa della stagnazione del PIL e della produttività, l’Italia è l’unico fra i Paesi OCSE ad avere assistito a una diminuzione media dei salari negli ultimi trent’anni (-3%), a fronte di un +34% fatto registrare in Germania, un +31% degli stipendi in Francia e un +6% in Spagna. Di più: come rilevava a fine maggio un approfondimento su La Repubblica, i nati dopo il 1986 possiedono il reddito pro-capite più basso della storia italiana. E se le proiezioni Istat per il 2022 prevedono un timido aumento delle retribuzioni contrattuali (+0,8%), l’inflazione si divorerà almeno cinque punti di potere d’acquisto.

O mangi, o metti benzina nel serbatoio: si arriverà a questo?

Altro che provvedimenti-tampone, dunque: a beneficio di tutti (consumatori, imprese, erario) serve la possibilità di poter acquistare i beni necessari – e i carburanti sono fra questi – senza dover essere costretti a scegliere tra fare la spesa o mettere 20 o 30 euro di carburante nel serbatoio. Considerazione demagogica? Forse, ma per molte persone è purtroppo così.

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