Auto elettriche: ecco perché calano le vendite in Italia
In Europa le vendite della auto elettriche continuano a crescere mentre in Italia calano, cerchiamo di capire il perché.
L’amore tra le auto elettriche e gli automobilisti italiano sembra essere terminato, mentre nel resto dell’Europa la situazione è decisamente in contro tendenza. E’ questo quello che emerge dai dati di vendita relativi ai veicoli a zero emissioni nella nostra penisola: nei primi 9 mesi del 2022 le EV hanno subito un crollo del 23,6% rispetto al medesimo periodo dello scorso anni. Parliamo infatti di 36.090 immatricolazioni contro le 47.241 del 2021, con una quota di mercato calata dal 4 al 3,6%.
Le vendite delle auto elettriche in Europa
Al contrario, in Europa le vendite delle auto elettriche hanno segnato un +26% d’immatricolazioni nel periodo compreso tra gennaio e settembre 2022. Analizzando i dati nel dettaglio, l’Italia ha immatricolato in questi primi 9 mesi dell’anno appena 36.090 auto a batteria, contro le 272.473 della Germania, le 175.614 del Regno Unito e le 140.965 della Francia.
Auto elettriche: i motivi del calo delle vendite in Italia
Dopo aver snocciolato questi dati impietosi, ovviamente viene da domandarsi perché in Italia le auto elettriche stanno vivendo un periodo più che nero. In primo luogo, è necessario sottolineare che dal 2019 al 2021 gli italiani che volevano acquistare un’auto elettrica avevano a disposizione incentivi statali da circa 4 a 6mila euro con rottamazione di una vecchia vettura. Nel 2022 gli incentivi non sono scomparsi, ma sono scesi a soli 3.000 euro con rottamazione e a 1.500 euro senza. Inoltre, bisogna tenere conto che gli incentivi sono dedicati esclusivamente a chi acquista un’auto a zero emissioni che abbia un prezzo di listino inferiore alla soglia dei 35.000 euro. Quest’ultima somma risulta un limite piuttosto discriminante se si pensa al prezzo medio di un’auto elettrica.
Il decreto Giorgetti
Il ministro Giorgetti con l’ex governo aveva provato a metterci una pezza proponendo a chi ha un ISEE inferiore a 30.000 euro di poter usufruire di un incentivo economico fino a 7.500 euro, sempre in caso di rottamazione, mentre senza il contributo si abbassa a 6.000 euro. Il problema, decisamente pratico, è che chi ha un ISEE inferiore a quella soglia molto difficilmente potrà spendere 35-40mila euro per un’auto elettrica.
Il problema delle aziende
Come se non bastasse, anche le aziende che scelgono il noleggio a lungo termine per le loro flotte, dal 2021 si trovate escluse dai nuovi incentivi. Per fortuna ad ottobre 2022 è stata approvata una norma che permette anche alle persone giuridiche che si occupano di noleggio auto con finalità commerciali (differenti dal car sharing) di ottenere fino a un massimo di 2.500 euro con rottamazione (che diventano 1.500 euro senza).
Questi importi sono relativi all’acquisto di nuovi veicoli con emissioni comprese nella fascia 0-20 g/km CO2 e con prezzo di listino pari o inferiore a 35.000 euro IVA esclusa. Per quanto riguarda, invece, le auto con emissioni comprese nella fascia 21-60 g/km CO2 e con prezzo di listino pari o inferiore a 45.000 euro IVA esclusa il contributo si abbassa fino a 2.000 euro con rottamazione e 1.000 euro senza.
Fondi europei e infrastrutture
Negli altri Paesi europei, per gli incentivi per EV sono stati sfruttati i fondi del Next Generation UE (In Italia chiamato PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), cosa che non è stata fatta dal nostro Governo. Infine, un altro grave ostacolo alla diffusione delle auto elettriche in Italia resta la rete di infrastrutture di ricarica decisamente carente e spesso mal funzionante, specie in alcune zone del sud Italia.