Auto elettriche cinesi: L’UE alza i dazi, un provvedimento che scatena controversie
Reazioni diverse tra gli stati membri dell’UE. Cosa succederà ora?
L’Unione Europea ha deciso di aumentare i dazi sull’importazione di auto elettriche cinesi (dalla Cina), provocando risposte miste tra gli stati membri. L’aumento sarà dal 10% al 35% (l’ufficialità parla di un dazio minimo del 17,4% a uno massimo del 38,1%), un’azione che Bruxelles ha preso in risposta a sospetti di sussidi governativi cinesi ai costruttori di auto elettriche, una pratica nota come “dumping”.
Builder del Paese Orientale sono stati informati della decisione, secondo il Financial Times, tuttavia una conferma ufficiale da Bruxelles è attesa. Il timore ora è su quali contromisure potrebbero essere prese dai giganti del mercato automobilistico cinese.
Sale la tensione tra Cina ed Europa
La tensione sulla questione è alta: dal canto suo, la Cina ha criticato l’aumento dei dazi, accusando l’UE di violare i principi del libero mercato. Il portavoce del ministero degli esteri cinese, Lin Jian, è stato deciso nel sostenere che misure difensive saranno prese per proteggere i diritti dei costruttori cinesi.
Il provvedimento dovrebbe entrare in vigore a partire dal 1° luglio 2024, con un effetto retroattivo che coinvolgerà i veicoli importati dall’aprile al giugno dello stesso anno. Tuttavia, per la sua ratifica, è necessario che tutti i 27 stati membri dell’UE trovino un accordo entro il 2 novembre.
Ma la questione divide: Francia e Spagna appoggiano l’iniziativa, mentre Germania, Svezia e Ungheria temono rischi e ripercussioni negative. Se la Cina dovesse optare per contromisure, i dazi potrebbero colpire non solo le auto elettriche cinesi, ma anche altri prodotti europei importati. Oggetto di dibattito è il delicato equilibrio tra difesa dell’industria nazionale e salvaguardia delle relazioni commerciali con la Cina.