Bugatti Type 35: un secolo di vita per l’auto da corsa più vincente
Ci sono auto entrate nella leggenda, dalla porta principale. La Bugatti Type 35 appartiene alla specie.
La Bugatti Type 35 è stata un’auto dai contenuti molto innovativi, che si è imposta con forza nello scacchiere agonistico internazionale. Il mito del marchio alsaziano deve molto a questo modello, nato un secolo fa. Oltre all’estetica appagante, c’era molta sostanza. La sua ingegneria di livello superiore la poneva più in alto rispetto alla concorrenza del tempo. A fare il resto ci pensarono i continui aggiornamenti, che ne fecero un punto di riferimento nel mondo delle corse, per diversi anni.
Con riferimento a questa creatura, si può parlare di una perfezione maturata con una continua evoluzione, che le ha permesso di rimanere a lungo sulla cresta dell’onda. In lei c’è il DNA di Ettore Bugatti, uomo coraggioso e visionario che non temeva le sfide più impegnative. Le convenzioni dell’epoca erano solo dei limiti da scardinare, con grande determinazione. Questo il suo credo. La Bugatti Type 35 fu una brillante prova della capacità del fondatore del marchio alsaziano di superare le barriere creative e mentali. Il bolide da corsa transalpino era significativamente avanti rispetto agli altri, in molte aree ingegneristiche e costruttive. Nella progettazione del modello, la ricerca della perfezione fu uno dei mantra seguiti.
Bugatti Type 35: un’arma di livello superiore
Il lancio di questa vettura avvenne nel 1924. Dai suoi successi nelle corse derivò anche un bel ritorno pubblicitario per la casa di Molsheim. Ettore Bugatti era perfettamente consapevole del potenziale del mezzo, ma forse nemmeno lui poteva immaginare che quel piccolo bolide da corsa avrebbe conquistato 2500 vittorie: un primato incredibile. Per raggiungere tale risultato, l’auto francese fu sottoposta a continui cicli di sviluppo, perché la concorrenza non stava certo a guardare. Così, nel tempo, la Bugatti Type 35 guadagnò un profilo prestazionale sempre migliore.
La prima versione era spinta da un motore a otto cilindri da 1.991 cc, in grado di erogare 90 cavalli con le specifiche da gara. All’inizio del 1926, il motore fu portato a 2.262 cc, sulla Type 35T che, fra tante altre gare, si impose anche nella sfida per la quale fu sviluppata: la Targa Florio, in Sicilia. Per mantenere il primato prestazionale sui rivali era necessario produrre nuovi step, ma Ettore Bugatti sapeva che il vantaggio non poteva essere conservato soltando aumentando la cubatura del motore a otto cilindri aspirato.
Lui amava i cuori ad alimentazione atmosferica, ma cedette ai vantaggi del compressore, in modo da agevolare il conseguimento dell’obiettivo. Fu un ulteriore passo avanti. Alla fine del 1926 giunse la Bugatti Type 35TC, dove le due lettere finali sono l’acronimo di Targa Compressor. Poi fu il turno della Type 35B nel 1927, che produceva fino a 130 CV di potenza massima, sufficienti per spingere l’auto a una velocità superiore ai 205 km/h. Un ulteriore sviluppo del modello prese forma verso la fine del 1930, con un motore a doppia camma. I miglioramenti interessarono anche sospensioni, ruote, freni, pneumatici ed altro ancora. Nessun dettaglio fu trascurato, in linea con quanto fatto in tutto il processo evolutivo del modello. La potenza raggiunse quota 140 CV. Una nuova prova di bravura ingegneristica. La stessa che si ritrova oggi sulle Bugatti contemporanee.