BYD ombre sullo stabilimento in Ungheria
UE indaga sui sussidi cinesi a Byd per lo stabilimento in Ungheria. Espansione in Europa e rischi di sanzioni per il colosso dell'auto elettrica
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L’ombra dei sussidi sleali si allunga sull’espansione di BYD in Europa, sollevando interrogativi sul supporto finanziario ricevuto dal colosso cinese delle auto elettriche. Al centro dell’attenzione, il primo stabilimento produttivo europeo in Ungheria, che potrebbe essere oggetto di possibili sanzioni. Con un progetto ambizioso che punta a produrre mezzo milione di veicoli tra l’impianto magiaro e quello previsto in Turchia entro il 2026, BYD dichiara l’obiettivo di conquistare il 10% del mercato elettrico europeo entro il 2030.
L’indagine dell’Ue
La Unione Europea ha avviato un’indagine preliminare per verificare se BYD abbia beneficiato di sussidi esteri non consentiti nella costruzione dello stabilimento ungherese. Secondo quanto riportato dal Financial Times, l’inchiesta potrebbe avere conseguenze significative. Tra le possibili misure punitive, si ipotizzano la riduzione della capacità produttiva, il rimborso delle sovvenzioni e pesanti multe.
Lo stabilimento in Ungheria, che sarà operativo in autunno, rappresenta solo il primo passo della strategia di espansione BYD. Entro il 2026, l’azienda intende inaugurare un secondo impianto in Turchia, raggiungendo così una capacità produttiva complessiva di 500.000 veicoli. Nonostante le vendite attuali in Europa siano ancora limitate – meno di 3.000 unità in Germania quest’anno – BYD mira a posizionarsi come leader in un mercato sempre più competitivo.
La risposta di Budapest
Il ministro ungherese per l’Europa, Janos Boka, ha dichiarato che Budapest non ha ricevuto notifiche ufficiali sull’indagine, sottolineando che tutti gli investimenti sono attentamente monitorati dalle autorità europee. Nel frattempo, BYD sta valutando un terzo sito produttivo europeo. Sebbene siano circolate speculazioni sulla Germania come possibile destinazione, Alfredo Altavilla, consulente speciale per l’Europa, ha definito queste ipotesi “completamente fuori logica”. Il processo di selezione è ancora in corso e si concluderà entro la fine dell’anno.
L’espansione di BYD avviene in un contesto di crescente competizione, dove l’azienda cinese si troverà a confrontarsi con giganti come Tesla, già presente con la sua Gigafactory tedesca. La rapida crescita di BYD potrebbe accelerare la transizione verso la mobilità elettrica in Europa, ridisegnando gli equilibri dell’intero settore automobilistico del continente.
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