Carburanti in continuo aumento: in arrivo la stangata di Pasqua?
Il brent a 70 dollari al barile (valore più elevato da maggio 2019) ha provocato una nuova impennata di benzina e gasolio alla pompa, però i consumi sono diminuiti e di riduzione delle accise non se ne parla.
E meno male che la delicatissima situazione sociale che tutto il mondo si trova a dover fronteggiare, causa emergenza sanitaria, suggerirebbe costi più accettabili per le spese essenziali. Come i carburanti, ad esempio: se da una parte il comparto automotive si muove compatto verso la “nuova mobilità” nella quale i sistemi di alimentazione elettrificata si fanno sempre più strada, c’è per contro un esercito – e sono milioni di utenti – che devono tutti i giorni fare i conti con l’altalena dei prezzi alla pompa, i quali seguono anche le proiezioni dei mercati. Nella fattispecie, l’ipotesi che l’economia globale possa al più presto ripartire. La conseguenza immediata è molto semplice: benzina e gasolio si fanno pagare di più. E, a cascata, seguono tutti gli aumenti correlati all’utilizzo dei carburanti (su tutti, il rincaro delle merci).
Brutta sorpresa
Cifre alla mano, rivela Assoutenti in una nota ufficiale pubblicata nel portale online dell’Associazione di difesa dei consumatori, la corsa al rialzo del petrolio prosegue: nella giornata di lunedì 8 marzo, il Brent ha superato 70 dollari al barile, valore che corrisponde ai massimi da maggio 2019 (quando la pandemia era di là da venire; “Bei tempi, quelli“, viene da pensare). Una brutta sorpresa – come se non ci fossero già notizie negative – per la Pasqua degli italiani, che soltanto per il tradizionale pranzo potrebbe “regalare” al nostro Paese una stangata da 50 milioni di euro.
Ecco quanto un “pieno” viene a costare di più
Facendo due conti in merito alle ricadute provocate dall’andamento del prezzo dei carburanti sulle tasche delle famiglie, già duramente provate da più di un anno di restrizioni e difficoltà quotidiane, le rilevazioni all’inizio della seconda settimana di marzo fanno pensare ad un immediato futuro a tinte fosche. Nel dettaglio, evidenzia Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, un litro di benzina ha toccato “Un aumento del 13,6% rispetto a maggio 2020, quando i prezzi alla pompa toccarono i livelli più bassi degli ultimi due anni”. E sul fronte gasolio la situazione non è migliore: sempre in relazione a maggio 2020, il rincaro è del 13,4%. A conti fatti, prosegue Furio Truzzi, “Questo significa che, per un’auto di media cilindrata, un pieno viene a costare in media 9,2 euro in più per la benzina e 8,4 euro in più per il diesel”.
Quali ripercussioni sui prezzi delle merci
Chi pensi che per via delle attuali restrizioni si viaggia di meno dunque all’atto pratico i rincari dei carburanti possono incidere in misura inferiore rispetto a periodi di “normalità”, deve in effetti tenere presente che se benzina e diesel costano di più, ciò va a ripercuotersi sui prezzi al dettaglio dei prodotti alimentari. È una conseguenza inevitabile, in quanto gran parte delle merci viene trasportata via strada. Facendo “uno più uno”, ecco la (poco felice) quadratura del cerchio, come conferma la stessa Assoutenti: “Oggi, l’85% delle merci in Italia viaggia su gomma: un pasto percorre circa 2.000 km prima di finire sulle nostre tavole. I costi di trasporto e logistica incidono per circa il 35% sui prezzi finali dei prodotti”.
Sarà una Pasqua “salata”
Per i consumatori, questa considerazione significa che, soltanto per l’imminente pranzo di Pasqua (fra cibi e bevande, il giro d’affari relativo viene, nel nostro Paese, stimato in 1,2 miliardi di euro complessivi), i rincari sulla tavola degli italiani potrebbero determinare – stima Assoutenti – una stangata da 50 milioni di euro in più in rapporto a Pasqua 2020: una maggiore spesa dettata, appunto, “Dai rincari dei prezzi di ortofrutta e alimentari, causata proprio dall’elevato costo dei carburanti alla pompa”.
Carburanti: sempre fra i più cari d’Europa
Come ha fatto di recente notare Codacons in una nota ufficiale che risale agli ultimi giorni di febbraio, l’Italia è tornata ai tristi (e ben risaputi) vertici europei per costo dei carburanti, L’Associazione presieduta da Carlo Rienzi ha reso noto che il prezzo della benzina è in media, nel nostro Paese superiore del 10,7% rispetto alle altre Nazioni europee. A fine febbraio, con una media di 1,522 euro per un litro di benzina l’Italia si era attestata al quarto posto nella poco allegra classifica europea del caro-carburanti. Fra i Paesi dove la benzina si paga di più, faceva sapere Codacons, c’erano Olanda, al primo posto con 1,674 euro per un litro di “verde”, Danimarca (1,543 euro al litro) e Finlandia (1,533 euro/l). L’Italia, sempre sulla scorta dei dati di fine febbraio rilevati da Codacons, era in quarta posizione fra i carburanti più cari a livello europeo anche per il gasolio, con prezzi dell’11,5% superiori rispetto alla media UE.
Siamo più poveri
A dare ulteriore incertezza per le prossime settimane, c’è da tenere presente anche la diminuzione (-2,4%) degli indici di produzione di gennaio 2021 su base annua, rilevati da Istat, ed il -8,6% dei beni di consumo (vero volano dell’industria). Le vendite al dettaglio sono diminuite (a gennaio gli acquisti nei piccoli negozi hanno fatto registrare un calo del 14,3% e quelli effettuati nella grande distribuzione sono scesi dell’1,5%; laddove la spesa nei discount ha conosciuto un aumento del 14,1%). E, sempre sulla base dei dati Istat, ha fatto scalpore – sebbene ci fosse da aspettarselo – la nuova ondata di poveri causata dall’emergenza sanitaria. Rispetto al 2010, evidenziava Codacons lo scorso 4 marzo, i dati sulla povertà sono peggiori anche rispetto a quelli registrati nel periodo più buio della crisi economica dello scorso decennio: “Rispetto al 2010, il numero di famiglie povere è passato da 1,1 milioni (4,6% del totale) a oltre 2 milioni (7,7% del totale). Questo significa che in 10 anni il numero di individui in condizione di povertà assoluta passa da 3,1 milioni a 5,6 milioni, con un incremento pari a +2,5 milioni di cittadini poveri”.
Tassazioni sempre eccessive, il Governo intervenga
Tuttavia, al netto delle conosciutissime accise (che nessuno si sogna di diminuire drasticamente), evidenzia Codacons, il rapporto Italia-Europa è sostanzialmente ribaltato: nel nostro Paese, il prezzo della benzina al netto delle tasse è di (fine febbraio 2021) 0,50146 euro al litro. Come dire agli ultimi posti fra i mercati UE. In rapporto alla media dell’Unione Europea (0,5252 euro al litro) il prezzo della benzina in Italia risulta inferiore del 4,5%. Il mantra è dunque sempre lo stesso: la tassazione sui carburanti in Italia resta molto, troppo elevata. Gli esecutivi, da questo punto di vista, sembra che non abbiano molto orecchio per ascoltare le continue richieste di riduzione da parte degli utenti. Per il possibile aumento dei prezzi dei prodotti alimentari causati dal rincaro dei carburanti, Assoutenti chiede al Governo di “Intervenire, riducendo la tassazione che oggi pesa per il 66% su ogni litro di benzina venduto in Italia, ed applicando misure in grado di limitare gli effetti negativi immediati del petrolio sui prezzi alla pompa, bloccando le speculazioni che danneggiano i consumatori”. Codacons, dal canto suo, nel rapporto di fine febbraio di cui si è citato qui sopra, affermava – per voce del presidente Carlo Rienzi – che i dati sul caro-benzina in Italia “Confermano ancora una volta che la tassazione eccessiva applicata ai carburanti nel nostro Paese fa schizzare alle stelle i prezzi alla pompa di benzina e gasolio. Vogliamo sapere cosa ne è stato del taglio delle accise annunciato a più riprese dai vari Governi, misura che oggi più che mai appare indispensabile per alleggerire la spesa delle famiglie già impoverite dall’emergenza Covid”. È probabile che un giorno il numero di veicoli ad elevata elettrificazione sulle nostre strade sarà molto più “corposo” rispetto all’attuale situazione; e di questo ne gioveranno in molti. Nel frattempo, milioni di automobilisti devono armarsi di pazienza ed affrontare i continui rincari dei carburanti. “Paga Pantalone”, come sempre.