Cassazione: responsabilità di Autostrade per incidente mortale
Sentenza storica della Cassazione: Autostrade condannata per incidente mortale causato dall'assenza di guardrail
La Cassazione, con la sentenza n. 882/2025, ha segnato un punto di svolta nella materia della responsabilità stradale, condannando Autostrade per l’Italia e l’assicurazione dell’auto coinvolta a risarcire i danni causati da un tragico incidente mortale. L’episodio si è verificato su un tratto di strada privo di guardrail, dove una vettura è finita in una scarpata dopo un tamponamento.
I giudici hanno sottolineato che la presenza di una barriera protettiva laterale avrebbe potuto evitare il tragico epilogo, limitando il cosiddetto “moto aberrante” dell’auto tamponata. Secondo la Corte, a una velocità di 70 km/h, una barriera moderna avrebbe garantito il contenimento del veicolo, evitando sia il ribaltamento sia l’uscita di strada.
La responsabilità di Autostrade
La sentenza ha messo in evidenza l’obbligo di custodia previsto dall’articolo 2051 del Codice Civile, che impone al gestore stradale di adottare tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza e prevenire danni a terzi. La Corte ha chiarito che tale obbligo si basa sul principio generale del neminem laedere, indipendentemente dalla presenza di normative specifiche.
Autostrade per l’Italia ha cercato di difendersi affermando che il tratto stradale, risalente al 1969, non era soggetto all’obbligo di installazione di barriere di sicurezza secondo il Dm 223/1992. Tuttavia, la Suprema Corte ha respinto questa tesi, ribadendo che l’assenza di un obbligo normativo esplicito non esime il gestore dal garantire la sicurezza stradale.
Le implicazioni della sentenza
Questa decisione della Cassazione non solo conferma la responsabilità di Autostrade per l’Italia, ma sottolinea anche l’importanza di una manutenzione adeguata e continua delle infrastrutture stradali. La mancanza di interventi significativi su un tratto così datato è stata considerata un chiaro segno di negligenza. Il risarcimento stabilito ammonta a 150mila euro, pari alla metà dell’importo già versato dall’assicurazione alle vittime. Questo caso rappresenta un monito per i gestori stradali, richiamandoli a una maggiore attenzione verso la sicurezza delle infrastrutture.
In sintesi, la sentenza n. 882/2025 della Cassazione costituisce un riferimento cruciale nel diritto stradale, evidenziando come la tutela della sicurezza degli utenti della strada debba essere una priorità assoluta, indipendentemente dall’età delle infrastrutture o dalla presenza di obblighi normativi specifici.