Confindustria crede in una transizione graduale, il motore termico non è necessariamente un male

Emanuele Orsini di Confindustria propone neutralità tecnologica, biocarburanti e stop alle sanzioni 2025 per un'industria auto sostenibile

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 24 feb 2025
Confindustria crede in una transizione graduale, il motore termico non è necessariamente un male

Non sono contro le auto elettriche, ma serve equilibrio tra sostenibilità e competitività”. Con queste parole, Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ha dato il via al dibattito sulla transizione ecologica nel settore automotive durante il convegno ‘Innovare per tornare a crescere’ a Bergamo.

L’appello a un approccio più flessibile

Il leader degli industriali italiani ha lanciato un appello per un approccio più flessibile alla transizione verde del comparto auto. La sua proposta ruota attorno al principio della neutralità tecnologica, promuovendo la coesistenza di diverse soluzioni: dall’elettrico ai biocarburanti, passando per i biofuel e gli e-fuel.

Le preoccupazioni di Orsini si concentrano in particolare sulle sanzioni 2025, che potrebbero pesare sul settore per circa 16 miliardi di euro. Una cifra che, secondo il presidente, rischierebbe di compromettere la competitività industria auto europea rispetto ai concorrenti cinesi e americani.

La visione di Confindustria sembra trovare riscontro anche nelle recenti aperture della Commissione Europea, che sta valutando possibili flessibilità per sostenere il settore automobilistico senza rinunciare agli obiettivi ambientali. Si tratta di un equilibrio delicato, considerando che nel 2040 si stima ancora una presenza del 50% di veicoli endotermici sulle strade europee.

Confindustria: non ci sono solo le auto elettriche

Secondo Orsini, la strada verso la decarbonizzazione non può essere percorsa esclusivamente attraverso le auto elettriche. L’obiettivo primario deve essere la riduzione delle emissioni, lasciando alle imprese la libertà di scegliere le tecnologie più idonee per raggiungerlo. Questo approccio garantirebbe una transizione sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico.

L’industria automobilistica europea si trova così davanti a una sfida epocale: conciliare l’urgenza della svolta green con la necessità di tutelare un settore strategico per l’economia continentale, evitando decisioni drastiche che potrebbero avvantaggiare i competitor internazionali.

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