Crisi della produzione automotive in Italia, gennaio segna un crollo del 63,4%
Produzione auto in Italia in crisi: gennaio registra un calo del 63,4%. Anfia critica il piano UE e chiede misure concrete per il settore
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Crisi profonda, numeri allarmanti, prospettive incerte. Il panorama dell’industria automobilistica italiana mostra tutti i segni di un settore in grave difficoltà, con la produzione auto nazionale ridotta a soli 10.800 veicoli a gennaio, registrando un crollo del 63,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Produzione automotive in Italia: numeri preoccupanti
I dati diffusi dall’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) dipingono un quadro preoccupante, confermato durante il recente tavolo automotive presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Non solo la produzione di veicoli completi subisce questo drastico calo, ma anche il comparto della componentistica accusa il colpo con una flessione del 15,4% nella produzione di parti e accessori.
“L’apertura del nuovo anno conferma un pesante ribasso per l’indice della crisi automotive italiana”, ha dichiarato Gianmarco Giorda, direttore generale dell’Anfia, esprimendo insoddisfazione per il “Piano d’azione per l’Automotive” presentato dalla Commissione europea lo scorso 5 marzo. Secondo Giorda, il piano manca di misure concrete per tutelare la competitività delle imprese europee, particolarmente svantaggiate rispetto ai concorrenti americani e cinesi che beneficiano di costi energetici notevolmente inferiori.
L’età media del parco auto circolante in Europa, attualmente a 12,5 anni, rappresenta un ulteriore problema per il settore. Giorda ha sottolineato l’urgenza di un piano decennale mirato al rinnovamento dei veicoli circolanti, fondamentale per affrontare con efficacia la sfida della decarbonizzazione.
La crisi del settore
La crisi del settore automotive italiano si inserisce in un contesto europeo caratterizzato da forte competizione globale e costi energetici elevati. L’Anfia ha avanzato richieste specifiche: interventi mirati, investimenti strutturali, riequilibrio dei costi energetici e incentivi per accelerare la transizione verso veicoli a basse emissioni.
Nonostante il tavolo automotive abbia discusso temi di sostenibilità e innovazione, i rappresentanti del settore lamentano la mancanza di pragmatismo. “Non bastano linee guida e raccomandazioni”, ha concluso Giorda, “servono azioni concrete con tempistiche definite e risorse allocate per interventi specifici”.
La situazione richiede un’azione coordinata tra governo e industria per proteggere e rilanciare un settore fondamentale per l’economia italiana. L’attenzione si concentra ora sulle prossime iniziative governative e sulle possibili revisioni del piano europeo, nella speranza di trovare soluzioni efficaci per sostenere la filiera automotive in questo momento critico.
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