Dazi auto cinesi, anche Mercedes si schiera fra gli oppositori
Mercedes contesta i dazi UE sulle auto elettriche cinesi, unendosi a BMW, Geely e altri marchi. Le trattative tra UE e Cina sono in stallo
“L’unione fa la forza“, un detto che sembra incarnare lo spirito con cui i grandi costruttori automobilistici stanno affrontando i nuovi dazi europei sulle auto elettriche cinesi. L’ultima ad unirsi a questa battaglia legale è Mercedes, che ha deciso di contestare le nuove tariffe doganali imposte dalla UE, schierandosi al fianco di altre case automobilistiche.
Mercedes e i suoi interessi in Cina
Il colosso tedesco ha scelto di supportare il ricorso presentato alla Corte di giustizia dell’Unione Europea insieme a marchi come Geely. Una mossa prevedibile, data la stretta collaborazione commerciale tra Mercedes e il mercato cinese, in particolare attraverso il marchio Smart, gestito in joint venture proprio con Geely.
La contestazione riguarda un incremento del dazio al 18,8%, che si aggiunge al 10% già esistente sulle importazioni di veicoli dalla produzione cinese. Un cambiamento che ha già avuto ripercussioni, spingendo Smart ad annunciare un inevitabile aumento dei prezzi a partire dal 2025.
Dazi auto cinesi: altri colossi hanno detto di no
Tra i “ribelli” figurano nomi di rilievo come Tesla, BMW, BYD, Geely e SAIC, uniti dall’obiettivo comune di mantenere competitivi i loro veicoli elettrici prodotti in Cina. La situazione è ulteriormente complicata dall’impasse nelle trattative tra Bruxelles e Pechino, che sembrano lontane da una soluzione. Il settore automobilistico osserva con attenzione gli sviluppi di questa disputa commerciale, che potrebbe ridefinire gli equilibri del mercato europeo delle auto elettriche. Da più parti si pensa di mettere mano a uno scenario che, sulla carta, non gioverebbe quasi a nessuno. Ma è davvero così?