Decreto Infrastrutture 2021: tutte le novità su multe, strisce blu e monopattini
Approvato dalle Commissioni Ambiente e Lavori Pubblici alla Camera un emendamento al Decreto Infrastrutture che prevede, per gli enti locali, l’obbigo di comunicare con trasparenza quanto “raccolto” l’anno precedente e come tali somme saranno spese.
L’utilizzo dei proventi che derivano dalle multe, relativi all’anno precedente, dovrà essere reso pubblico dalle amministrazioni locali tramite il proprio portale online istituzionale: è una delle novità di rilievo in materia di trasporti e circolazione, approvate dalle Commissioni Ambiente e Lavori Pubblici alla Camera riunite per esaminare il Decreto Infrastrutture e da cui sono state anche introdotte regole più severe sui monopattini elettrici e sulla regolamentazione delle aree sulle strisce blu per le categorie più deboli.
Nel dettaglio, la modifica proposta da Simone Baldelli (Forza Italia) e recepita dalle due Commissioni, specifica l’obbligo per i Comuni, le Province e le Unioni di Comuni, di provvedere alla pubblicazione sul proprio sito Web ed entro il 30 giugno di ogni anno, un consuntivo sulle somme incassate nell’anno precedente relative alle violazioni alle norme del Codice della Strada, nonché – e questo è interessante – su come effettivamente tali somme sono state utilizzate.
Inoltre, il Ministero dell’Interno avrà l’obbligo di rendere note – sempre mediante il proprio sito istituzionale – le relazioni dagli enti locali entro sessanta giorni dall’avvenuta ricezione di ogni documento: una novità finalizzata a far sì che i Comuni e le Province provvedano a rispettare in misura maggiore tale obbligo, del resto già in vigore (era stato introdotto nel 2010 ed è operativo dal 2020, tuttavia poco meno di 6.000 amministrazioni, su più di 8.000 esistenti sul territorio nazionale, hanno inviato la relazione a Roma).
Niente più obbligo di esibire i documenti regolarmente conseguiti
Dallo stesso deputato forzista arriva una seconda novità, approvata in sede di Commissioni: si tratta, nella fattispecie, dell’eliminazione dell’obbligo di presentarsi al comando di polizia cui appartengono gli agenti che hanno proceduto al controllo, se in quel caso non si avevano con se i documenti (in corso di validità) di guida e del veicolo (patente o foglio rosa, carta di circolazione o certificato di idoneità del ciclomotore, certificato di assicurazione). Finora, il Codice della Strada prevede una sanzione amministrativa di 42 euro (26 euro nel caso dei ciclomotori) e di ulteriori 430 euro se non si ottempera all’invito di presentare i documenti. Con la modifica, decade tale obbligo: unica condizione, che sia possibile accertare l’esistenza e la validità dei documenti e certificati personali e del veicolo mediante le banche-dati pubbliche.
Monopattini elettrici: stop al disordine nelle soste
Fra le modifiche al Decreto Infrastrutture approvate dalla Camera, è da segnalare una maggiore severità in materia di monopattini elettrici. Essi potranno raggiungere una velocità massima di 20 km/h (e non più 25 km/h come concesso finora), pena il rischio che il mezzo venga confiscato; c’è l’obbligo di circolare esclusivamente su strade con limite fino a 50 km/h (e non sui marciapiedi!), indossare il gilet catarifrangente, nelle ore dopo il tramonto (e con le luci accese), di applicare un segnalatore acustico e un regolatore di velocità e la prescrizione di dotare il monopattino con gli indicatori di direzione e la luce di Stop posteriore, ed il divieto di trasportare passeggeri oltre che di applicare un eventuale “sellino”.
Non è invece stata accolta la proposta di estendere l’obbligo del casco a tutti gli utenti di monopattino (resta obbligatorio per chi ha meno di 14 anni). Riguardo alle soste, si è fatto finalmente un po’ più di ordine al caos cui da tempo si assiste nelle città: i monopattini elettrici non potranno più essere lasciati “in bella vista” sui marciapiedi, ma dovranno essere “parcheggiati” all’interno di aree a loro dedicate, analogamente a quanto avviene per biciclette, motocicli e ciclomotori. Resta da vedere “come” la multa per divieto di sosta sarà elevata in assenza del “conducente”, non essendoci alcun dato di immatricolazione né alcunché che permetta di risalire al conducente.
Strisce blu
È altrettanto importante l’emendamento che permette alle persone con disabilità, provviste dello specifico contrassegno, di parcheggiare gratuitamente sulle strisce a pagamento se gli stalli dedicati sono già occupati. La stessa novità viene introdotta per le donne in stato di gravidanza e per i genitori con bambini di età inferiore a due anni.
A questo proposito, si segnala che chi parcheggia la propria auto in un posto riservato ai disabili dovrà pagare una multa che varia fra 168 euro e 672 euro; chi, pur essendo autorizzato, viola le condizioni ed i limiti della sosta rischia una sanzione amministrativa da 87 euro a 344 euro. Chi parcheggia abusivamente nelle “aree rosa” (cioè quelle per donne in gravidanza o per genitori con bambini fino a due anni) potrà vedersi appioppata una multa con importi variabili fra 80 euro (per ciclomotori e motoveicoli) e da 165 euro a 660 euro per gli autoveicoli.
Taxi anche per bici e motocicli
È stata poi approvata una proposta che permette di effettuare servizio di noleggio di piazza (taxi) con veicoli a due ed a tre ruote, e anche con biciclette e risciò a pedali.