Documento unico di circolazione: slitta al 30 giugno
Le criticità evidenziate dalle Associazioni del comparto automotive nazionale durante la fase di test, e la necessità che il nuovo sistema sia pienamente operativo quando il mercato ripartirà, alla base del decreto che proroga di altri tre mesi il DUC.
L’iter di definitiva entrata in vigore del documento unico di circolazione – cioè quello che riunisce in un unico “foglio” il certificato di proprietà del veicolo e la carta di circolazione – si avvia a concludersi. Tuttavia, per averlo materialmente a disposizione occorrerà attendere un po’ di tempo: per l’esattezza, tre mesi. Il DUC, che sarebbe dovuto diventare finalmente operativo giovedì primo aprile, è “slittato” al prossimo 30 giugno: lo ha deciso il Consiglio dei Ministri.
Sistema digitale non adeguato
E viene da pensare che un sostanziale contributo a questa scelta sia arrivato da una recentissima indicazione da parte delle Associazioni di categoria del comparto automotive nazionale, in cui si chiedeva una nuova proroga per l’entrata in vigore del nuovo documento unico. In un comunicato congiunto, ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), ANIASA (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici), AssiLea (Associazione Italiana Leasing), FederAuto (in rappresentanza delle concessionarie di vendita auto, veicoli commerciali e veicoli industriali), UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) ed UNASCA (Unione Nazionale Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica) avevano in effetti ribadito diverse criticità riguardo a tempi ancora troppo lunghi per l’emissione dei documenti a causa di un sistema digitale non adeguato durante la prima fase di sperimentazione, che aveva preso il via nel 2020. In piena emergenza sanitaria, quindi; seppure il testo che regolamenta il documento unico di circolazione sia ben più datato (l’approvazione è avvenuta con il DL n. 98 del 2017).
Cos’è il Documento unico di circolazione
Il decreto cui si è fatto cenno qui sopra stabilisce, in buona sostanza, che il documento unico di circolazione, adottato a livello amministrativo per sostituire il certificato di proprietà di ogni veicolo (emesso dall’Automobile Club) e la carta di circolazione (che compete alla Motorizzazione), riassuma in se i due contenuti. Per l’automobilista il nuovo documento unico di circolazione fa sì che in un unico “foglio” siano riportate tutte le informazioni che riguardano il veicolo, ma anche la situazione giuridica aggiornata e patrimoniale sullo stesso, come ad esempio l’eventuale presenza di ipoteche, fermo amministrativo, privilegi o pignoramenti. In questo modo, i tempi di emissione di entrambe le pratiche si riducono, allo stesso modo dei costi (il risparmio, per il consumatore, è nell’ordine di 40 euro).
Guardare alla ripartenza del mercato
Si tratta di una articolata “rivoluzione” digitale, che tuttavia – come affermato dai rappresentanti della filiera automotive italiana – ha portato alla luce alcuni problemi tecnici, da risolvere con rapidità: “Obiettivo comune è far sì che il nuovo sistema funzioni fin da subito, e che il processo delle immatricolazioni sia ben ‘oliato’ quando il mercato ripartirà. Grazie alla proroga, concessa anche a seguito degli appelli di Aniasa e delle altre Associazioni dell’automotive, abbiamo davanti tre mesi di lavoro e di confronto costruttivo perché sia offerto un servizio utile a cittadini ed imprese”, si legge in una nota a cura della stessa Aniasa.