F1: la Ferrari F300 del 1998 che fu di Michael Schumacher è in vendita
La monoposto, protagonista di un memorabile finale di stagione, è quella con cui “Schumi” giunse secondo al GP del Lussemburgo e dovette ritirarsi, dopo una furiosa rimonta, al conclusivo GP del Giappone.
Che gare… e che auto! La stagione di Formula 1 1998 viene ricordata dagli appassionati come una delle più avvincenti di sempre: un lungo “testa a testa”, durato sedici round, fra la McLaren-Mercedes di Mika Hakkinen e la Ferrari F300 di Michael Schumacher, che si concluse solamente nell’ultima gara, il Gran Premio del Giappone, con il ritiro del tedesco e la vittoria (con annesso titolo mondiale) del “Michele” finlandese.
E proprio la Ferrari F300 utilizzata da “Schumi” a Suzuka è nuovamente agli onori delle cronache: più che per un fatto puramente sportivo, è per motivi… di affari. La storica monoposto di Michael Schumacher è in vendita: la trattativa viene condotta tramite il portale online DuPont Registry, società con sede in Florida specializzata in “dealing” di autovetture e proprietà immobiliari di altissimo prestigio.
Ecco quanto costa la storia
Il prezzo richiesto è molto elevato (e, in effetti, giustificato dall’assoluta nobiltà e dal blasone della monoposto del “Cavallino”): 4,9 milioni di dollari, come dire poco meno di 4,5 milioni di euro al cambio attuale.
Sulle ruote, le indelebili tracce di due gare al cardiopalma
Nurburgring, GP del Lussemburgo 1998
Si tratta, quindi, di… una “magnifica perdente”. Il fatto è che la Ferrari F300 in vendita venne utilizzata dall’allora due volte Campione del mondo (1994 e 1995 su Benetton) nelle due ultime gare del Mondiale 1998 (al Gran premio del Lussemburgo, che si svolse al Nurburgring, e – appunto – al Gran Premio del Giappone), e non tagliò per prima il traguardo in nessuno dei due appuntamenti.
Non è quindi possibile definirla “vittoriosa” perché sul tracciato tedesco, dove si svolse la seconda e ultima edizione del Gran Premio intitolato al Principato del Lussemburgo ed in cui i due principali contendenti alla corona iridata si erano presentati con soltanto un punto di distacco (75 per Hakkinen, 74 per “Schumi”), Michael Schumacher conquistò la pole position, tuttavia dovette accontentarsi del secondo posto finale.
Suzuka, GP del Giappone 1998
Il Gran Premio del Giappone, che concludeva il Campionato, fu memorabile per gli episodi clamorosi che lo costellarono. Innanzitutto, il duello fra Hakkinen e Schumacher (separati di quattro punti a favore del finlandese) nelle qualifiche, che si risolse a favore del tedesco che conquistò la pole position, davanti al portacolori McLaren-Mercedes per poco più di un decimo e mezzo di secondo (a dimostrazione della lotta al calor bianco, il secondo e due decimi rifilato all’altra McLaren di David Coulthard, e addirittura i due secondi di distacco accusati dal secondo ferrarista Eddie Irvine).
La gara, dal canto suo, fu quanto di più emozionante si possa immaginare. Tre partenze (a causa dello spegnimento della Prost di Jarno Trulli e, nella seconda, l’errore di Schumacher che ingranò la “prima” facendo spegnere il motore e fu costretto a ripartire dal fondo dello schieramento), la furiosa rimonta di “Schumi” mentre Hakkinen era in testa, la sua escalation giro dopo giro che a metà gara lo portò fino al terzo posto. E, alla trentunesima tornata, l’episodio-chiave con lo scoppio della gomma posteriore destra sulla Ferrari del tedesco, che lo costrinse al ritiro e di fatto diede via libera all’alloro mondiale per Hakkinen.
La vedremo di nuovo in pista, un giorno?
La monoposto che un “enthusiast” nel mondo riuscirà ad accaparrarsi e a mettere nel proprio garage è quindi pienamente testimone di uno dei finali di stagione più appassionanti di sempre. La speranza è di rivederla, un giorno, schierata in un “big event” dedicato alle F1 storiche.