F1 GP di Francia: Top e Flop
Scopriamo i Top ed i Flop del GP di Francia andato in scena sul circuito di Le Castellet che ha visto vincitore con merito Max Verstappen.
La gara francese dell’ultimo appuntamento di F1 ci fornisce diversi spunti da analizzare, per cui andiamo a vedere quali sono stati i protagonisti in positivo ed in negativo nel nostro top e flop.
Red Bull Top: il team di Milton Keynes raccoglie i frutti di un duro lavoro
Diamo alla Red Bull quello che è della Red Bull, perché se adesso è in vetta alla classifica dei costruttori e Max Verstappen domina quella riservata ai piloti non è un caso. Nell’era ibrida il team delle lattine volanti ha sempre pagato a caro prezzo una power unit non all’altezza di telaio ed aerodinamica. Il divorzio con Renault, e il conseguente timore nel fornire un propulsore adeguato alle aspettative da parte di Mercedes e Ferrari, la dice lunga su quanto siano bravi i ragazzi di Horner e di Newey nel realizzare delle monoposto performanti. Poi è arrivata la Honda, che finalmente ha avuto 2 squadre per sperimentare le sue soluzioni motoristiche, visto che a Faenza c’è quello che da sempre è considerato il secondo team della Red Bull, e dopo tanto sviluppo, proprio quando il colosso nipponico ha deciso di mollare la F1, ecco che il team delle lattine volanti è tornato vincente. Non c’è più Vettel, ma poco importa, perché adesso c’è Max Verstappen, uno che non si fa intimorire nemmeno da un 7 volte campione del mondo! Inoltre, in questa stagione di transizione, dove in molti hanno tirato i remi in barca, in Red Bull hanno continuato a lavorare, a spingere forte, ed hanno investito su un secondo pilota che meritava una chance e che li ha ripagati con i fatti. Ora la squadra capitanata da Horner è tornata in vetta, e sarà difficile spodestarla, soprattutto adesso che il patron del team ha deciso di rilevare quanto più possibile dal reparto motoristico di Honda e di investire per realizzare un cuore fatto in casa.
Mercedes Flop: strategia sbagliata e squadra disunita
La Mercedes forse è alla fine di un ciclo, dirlo sarebbe un azzardo, ma pensarlo non è poi così sbagliato e vi spiego perché. Come un grande impero ha prosperato accumulando ricchezze e possedimenti, solamente che adesso, proprio quando pensava di dominare senza nemici all’orizzonte, nel momento in cui si è presentata la minaccia più grande per la stagione 2021, quella Red Bull più incattivita di Di Caprio in Revenant da anni di digiuno mondiali, il team di Wolff ha dimenticato cosa vuol dire combattere, lottare tutti per lo stesso obiettivo, e la gestione di Bottas lo dimostra. Tenere un pilota sul filo corteggiando l’altro per compiacerlo anche alla luce di richieste sempre più esagerate non fa bene all’equilibrio della squadra, dargli il ben servito a stagione in corso invece lo distrugge. Così, non c’è da meravigliarsi se Bottas corre senza gli stimoli di un tempo, perché se prima accettava di buon grado anche ordini di scuderia velati ma poco edificanti, adesso non si impegna per difendere Hamilton ed oggi tutti hanno potuto vederlo. Il risultato è che l’inglese non può contare su un pilota che era in grado di far perdere decimi preziosi ai suoi avversari e si ritrova la Red Bull di Verstappen sempre più spesso davanti. Se a questo ci mettiamo un muretto box che prende decisioni sbagliate anche in situazioni di vantaggio, ecco che il quadro è completo. In Mercedes devono farsi, tutti, un esame di coscienza, magari comprare una cassa di Red Bull e lavorare anche di notte!
Ferrari Flop: gara senza chance e stagione compromessa
Sembra il copione già visto di un film dalla trama poco avvincente, uno di quelli che inizi a guardare e poi ti ritrovi a fare altro perché perdi interesse. Ecco, è triste dirlo, persino per me che mi farei tatuare il Cavallino sul petto, ma quando apprendi che in Ferrari sono intenzionati a congelare lo sviluppo per fare all-in sul 2022 e vedi che né Sainz, né Leclerc, vanno a punti, inizi a pensare che anche quest’anno il team abbia tirato i remi in barca. Magari con un fine più alto e più nobile, ma dopo il podio di Monaco e delle prestazioni in costante miglioramento è come se di colpo in un film d’azione uccidessero il protagonista. Pensate ad “Arma Letale”, quando alla fine del primo tempo l’odio per i cattivi e la commiserazione verso Martin Riggs raggiunge il suo apice; ecco, se in quel preciso momento la mano del regista operasse una scelta incomprensibile, come quella di lasciar morire l’impavido capitano di polizia, come fareste a proseguire nella visione? Forse Binotto ha trovato la ricetta giusta per vincere nel 2022, ma come si sentiranno i piloti e gli altri uomini del team in questi mesi di transizione vedendo le monoposto avversarie sfrecciargli davanti? Sa tanto di de ja vu, e dopo aver assistito a gare in cui Sainz e Leclerc sono riusciti a fare meglio di Norris, Gasly, Alonso, Vettel, e qualche volta a mettere le ruote davanti a Mercedes e Red Bull, dispiace pensare che nei prossimi appuntamenti non dovrebbe essere così. La speranza è che in Ferrari continuino a lavorare, in parte, anche sulla vettura del 2021, per non vanificare un lavoro che fino ad oggi ha dato i suoi frutti.
McLaren Top: dietro a Red Bull e Mercedes ci sono le due orange
La gara del Paul Ricard ha evidenziato che le McLaren sono le monoposto più performanti dopo le vetture che si stanno giocando il mondiale. Norris e Ricciardo hanno potuto sfruttare i bolidi di Woking con profitto ed hanno battuto nettamente la concorrenza con un quinto e sesto posto che vale molto a livello di punti, e moltissimo a livello morale. Con una coppia di piloti perfettamente assortita, dove talento ed esperienza formano un mix micidiale, adesso che anche Ricciardo inizia a correre con maggior costanza di rendimento, la McLaren può cominciare a pensare in grande e magari tentare di vincere anche qualche gara prima del termine della stagione.