F1: Leclerc in pista a Fiorano con la Ferrari di Villeneuve
Charles Leclerc è salito sulla Ferrari 312 T4 del 1979, quella che fu di Villeneuve e Scheckter, sulla pista di casa di Fiorano.
Charles Leclerc è assolutamente l’uomo del momento, sia perché è riuscito a riportare al successo la Ferrari dopo oltre due anni di digiuno in F1, nonché in testa a entrambe le classifiche iridate, sia perché suo malgrado è divenuto protagonista di una disavventura che l’ha colpito in prima persona, con il furto in un prezioso e unico orologio Richard Mille a Viareggio nel giorno di Pasquetta.
Adesso il monegasco del Cavallino Rampante ha infiammato di nuovo gli appassionati, girando sulla pista di Fiorano con la Ferrari 312 T4 di un altro idolo di Maranello, il compianto Gilles Villeneuve. Il canadese e il giovane di Monte Carlo tra l’altro sono due piloti che hanno molto in comune, in primis la spettacolarità nella guida e la capacità di trovare dei sorpassi anche quando sembra impossibile.
Un’auto iridata
Siamo alle porte dell’atteso GP di Imola, dove sarà previsto il tutto esaurito grazie specialmente a un seguito di tifosi del Cavallino che sono tornati a emozionarsi grazie alle gesta del loro numero 16. Nel frattempo Leclerc ha pensato bene di mettere alle spalle la vicenda del furto salendo a bordo della Ferrari 312 T4 di Gilles Villeneuve, ultima auto iridata del Cavallino con Jody Scheckter, sudafricano compagno di squadra del canadese nel 1979, prima dell’epoca dei successi in serie targati Michael Schumacher.
In un video che è diventato in breve tempo virale, vengono ripresi i primi metri di Charles al volante della monoposto sul circuito di “famiglia”, immortalati dal fotografo olandese Derek Conelissen. Si sente l’inconfondibile sound del 12 cilindri di Maranello, una sinfonia inequivocabile e forse l’unica vera pecca dell’attuale SF-75 che in quanto a sound ha qualcosa da invidiare alle vecchie monoposto del passato, capaci di saper coinvolgere e di toccare le corde delle emozioni più profondo solamente con il borbottio profondo e austero di un motore che ha fatto scuola.