Federmetano ha dubbi sul Decreto Biocarburanti: impatti e contraddizioni
Il Decreto Biocarburanti penalizza il biometano favorendo il GPL fossile. Federmetano denuncia gli effetti su consumi ed emissioni di CO2
Federmetano ha espresso forti preoccupazioni riguardo agli effetti del Decreto Biocarburanti, entrato in vigore il 1° gennaio 2025, che introduce l’obbligo di immettere una quota crescente di biocarburanti nel settore del metano per autotrazione. Secondo l’associazione, questa misura rappresenta un ulteriore ostacolo per il comparto del biometano, già in difficoltà a causa di molteplici fattori negativi.
Tra le principali criticità, Federmetano evidenzia l’aumento del prezzo del gas del 360% dal 2021, la spinta europea verso l’elettrificazione e l’idrogeno nel trasporto su strada, e la mancanza di un regolamento sulla semplificazione del ricollaudo dei serbatoi, atteso da quasi quattro anni. Inoltre, la recente delibera di Arera per il riassetto dei sistemi di misura del gas ha ulteriormente aggravato la situazione per gli operatori del settore.
Un vantaggio per il GPL
Un aspetto particolarmente controverso del decreto riguarda il fatto che, mentre tutti i carburanti per autotrazione sono chiamati a contribuire ai costi per lo sviluppo dei biocarburanti, il GPL, ancora di origine fossile, è esentato. Federmetano ha definito questa situazione una “deliberata alterazione del libero mercato”, sottolineando come favorisca economicamente il GPL a discapito del biometano, che ha recentemente raggiunto l’obiettivo di sostituire completamente i carburanti fossili nel settore automobilistico.
Impatto su consumi ed emissioni
Secondo i dati del Ministero dell’Ambiente relativi ai primi 11 mesi del 2024, i consumi di carburanti fossili sono in aumento: +1,1% per il gasolio, +5,2% per la benzina e +3,5% per il GPL. Federmetano critica questa tendenza, sottolineando come contrasti con gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di CO2 del 50% entro il 2030. “Invece di incentivare il biometano, una risorsa preziosa per la decarbonizzazione del trasporto a costo zero”. dichiara l’associazione, “il Paese sembra preferire politiche che consolidano l’uso dei carburanti fossili”.
Prospettive future secondo Federmetano
Nonostante le difficoltà, Federmetano individua una possibile via d’uscita: destinare il biometano a settori industriali come vetrerie, piastrellifici e navi da crociera, dove potrebbe sostituire combustibili fossili. Tuttavia, questa scelta rappresenterebbe una perdita per il settore dei trasporti, che necessita di soluzioni di transizione verso un futuro sostenibile.
La nota si conclude con un’amara riflessione: il biometano, che potrebbe rappresentare un valido supporto alla transizione energetica in un momento in cui l’elettrico fatica a decollare, rischia di essere destinato a contesti meno strategici per il raggiungimento degli obiettivi climatici.