Ferrari: all'asta la collezione del ristorante "Il Cavallino" di Maranello
Vanno all'asta i cimeli del ristorante "Il Cavallino" di Giuseppe Neri, per anni posto di fiducia di Enzo Ferrari e di tutta la sua fabbrica
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Da sempre vi è un posto a Maranello che significa casa, un luogo dove si è vissuta a piene mani la storia della Ferrari. Uno spazio in cui lo scorrere delle lancette della vita non aveva scalfito la sua destinazione: il ristorante ufficiale della Casa di Maranello, “Il Cavallino”. Nome evocativo, gestito per trentasei anni da Giuseppe Neri, che ha saputo accogliere gli uomini della Rossa, da Niki Lauda a Gilles Villeneuve, fino a Michael Schumacher. Sempre con cordialità e passione, servendo il loro piatto forte: i tortellini in brodo. La particolarità di questo posto è la grande collezione di cimeli dedicati alla storia della Ferrari, che oggi vanno all’asta.
Un luogo mitico
All’intero del locale in via dell’Abetone inferiore, si potevano trovare i caschi alle pareti, le dediche, i motori da F1 esposti, tute e magliette, statue e tanto altro. Ma soprattutto qui vi mangiava in ogni occasione Enzo Ferrari, il Drake, che sceglieva tortelli burro e salvia, risotto alla parmigiana, pesce. Presso “Il Cavallino” aveva festeggiato anche l’ultimo dei suoi compleanni, quello dei novant’anni ed era stato lui a convincere l’amico Neri ad ampliare l’attività di ristorazione. Giuseppe Neri è venuto a mancare nel 2015, così le figlie hanno continuato a gestire il locale fino a quando l’anno scorso la Ferrari, proprietaria dell’immobile, non ha deciso di ammodernarlo affidando la gestione allo chef stellato Massimo Bottura.
I cimeli dell’asta
Il 6 febbraio, a Parigi, la case d’aste Artcurial metterà all’incanto tutti i cimeli di questo luogo storico, elementi che fino a poco tempo fa facevano parte dell’arredo del locale. Fra gli oggetti più interessanti ci sono parti della Ferrari 641 di Alain Prost (base d’asta: 20-30 mila euro), il volante della 412T2 di Jean Alesi e Gerhard Berger del 1995, e anche la monoscocca appartenuta all’austriaco. Ma il fiore all’occhiello è il motore V12 di 3 litri, sempre della 412 T2, uno degli ultimi dodici cilindri del Cavallino. Era esposto all’ingresso accanto al bancone su un piedistallo di colore rosso (prezzo tra i 70 e gli 80 mila euro). Ma ci sono anche motori di supercar stradali, come il V12 della 612 Scaglietti e il V8 della Maserati Granturismo S.
Interessante anche la cover del motore della F2002, quella del terzo titolo di Michael Schumacher con la Ferrari, così come il casco del tedesco (stagione 2005) e quello di Fernando Alonso usato nel 2010, senza contare il grande numero di fotografie, poster autografati (uno di Jean Todt vale sui 1.000-1.500), la scultura di un Cavallino rampante di Domenico Poloniato, decine di modellini, volanti, lavagne usate dai meccanici, orologi, valigie, insegne, e cataloghi d’epoca. Un vero pezzo di storia della Ferrari.
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