Ferrari: la Daytona SP3 debutta in pista nelle Finali Mondiali al Mugello
La nuova vettura del progetto Icona gira in pista con il capo dei collaudatori Ferrari Raffaele De Simone
Le Finali Mondiali Ferrari sono state teatro di un debutto straordinario, quello della Daytona SP3, terza vettura del progetto Icona, che per la prima volta è entrata in azione dopo la presentazione statica avvenuta nel corso del weekend. A guidarla non poteva che esserci lui, Raffele De Simone, responsabile dello sviluppo dinamico delle rosse.
Le Finali Mondiali scenario ideale per i primi passi della Daytona SP3
L’atmosfera era stata accesa dai duelli delle 488 del Ferrari Challenge per l’assegnazione dei titoli mondiali andati, rispettivamente, a Luka Nurmi nel Trofeo Pirelli, ad Ernst Kirchmayr nella Coppa Shell, ed a Christian Brunsborg nel Trofeo Pirelli Am in cui corrono i gentleman drivers. In seguito è stata infuocata dal passaggio delle Ferrari di F1 F70 H ed F60 guidate da Andrea Bertolini, Giancarlo Fisichella ed Oliver Beretta, in cui per la prima volta una monoposto dell’era ibrida è stata protagonista di una manifestazione al di fuori del campionato della massima formula. Sound e prestazioni hanno letteralmente impressionato i fortunati spettatori, tra cui c’eravamo anche noi, nelle tribune colorate di rosso: il preludio perfetto al debutto in società della Daytona SP3.
Le sensazioni di guida raccontate da Raffele De Simone
Come ci ha raccontato il responsabile del centro stile di Maranello, Flavio Manzoni, la Daytona SP3 nasce ispirandosi ad un concetto, quello delle mitiche sport prototipo che vincevano negli anni ‘60; così al Mugello la nuova creatura del progetto Icona è stata affiancata dalle P3 e P4, angeli custodi ideali per un’occasione tanto speciale. Al volante della preziosa biposto a cielo aperto non poteva che esserci il capo dei collaudatori Ferrari, Raffaele De Simone, con cui abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola prima dei giri di pista per capirne di più a livello dinamico.
Rispetto alla LaFerrari, la Daytona SP3 perde la componente ibrida della power unit, questo vuol dire che l’auto è più viscerale nelle emozioni che trasmette, infatti, mentre con la hypercar da quasi 1.000 CV si corre il rischio di toccare velocità elevate senza rendersi conto di quanto si stia viaggiando forte, sulla Daytona SP3 si percepisce nettamente il fatto che si sta forzando la meccanica per alzare l’andatura. Anche l’insonorizzazione è stata studiata per percepire maggiormente le sensazioni, e lo stesso vale per la taratura di sterzo e pedale del freno. Nello specifico, il volante risulta più pesante da girare rispetto a quello della LaFerrari, e il comando del freno ha una corsa più lunga, in modo da rendere più fisica la guida, di amplificare il rapporto tra auto e conducente.
Insomma, la Daytona SP3 è stata pensata per offrire le sensazioni delle antenate da corsa con tutta la sicurezza della tecnologia di oggi, che però non filtra, anzi amplifica, ogni messaggio proveniente dalla vettura. Sul tracciato del Mugello la sua dinamica si è esaltata tra curve veloci e cambi di pendenza ed il suond del V12 in purezza ha risuonato fino alle tribune dove gli spettatori hanno potuto fare il pieno di adrenalina.