Ferrari Roma Spider: a tu per tu con Flavio Manzoni
Scopri le particolarità della Ferrari Roma Spider nell’intervista a Flavio Manzoni.
Quando nasce una nuova Ferrari c’è un lavoro sinergico alle spalle che coinvolge tutte le branche della casa di Maranello, ma una scoperta rappresenta una sfida d’eccezione per il centro stile capitanato da Flavio Manzoni. Soprattuto quando comporta un cambiamento importante, come il passaggio dal tetto metallico della Portofino M a quello in tela della Roma Spider. Questa vettura è un opera d’arte in movimento, una realizzazione metallo su tela che sembra prendere in prestito la filosofia dei grandi artisti del passato facendola propria. C’è il genio di Leonardo in un meccanismo che nasconde il tetto in uno spazio contenuto; l’eleganza di Raffaello nelle proporzioni del soft top a vettura chiusa; e la minuziosità dei fiamminghi nella realizzazione della cappelliera.
Ferrari Roma Spider: più armonia con il soft top
“Con il tetto in tela abbiamo potuto mantenere la zona posteriore più bassa, con una coda discendente, rispetto a quella più alta della Ferrari Portofino M che contribuiva a fornirle una forma a cuneo”, ci racconta Manzoni. Poi si avvicina alla porzione del soft top che si ricongiunge con la carrozzeria, ed enfatizza quello che è un effetto flottante: “In questo punto il tetto contribuisce ai flussi aerodinamici, e con questo escamotage abbiamo integrato anche il terzo stop senza inserirlo direttamente nel corpo vettura”.
Ferrari Roma: la soluzione è nel tonneau cover
La più grande difficoltà è stata quella di non sacrificare troppo il bagagliaio della Ferrari Roma Spider, che è di 255 litri, sfruttando il tonneau cover che ospita tutti i cinematismi della capote in tela. “Questa è stata la grande sfida del progetto, perché volevamo mantenere la linea armoniosa, ma nello stesso tempo avevamo la necessità riuscire a contenere lo spazio per alloggiare il soft top senza sottrarre litri al bagagliaio”. Missione compiuta, anche perché l’armonia della fanaleria della Roma non è stata intaccata, “piuttosto vengono messi in risalto i gruppi ottici”, aggiunge Manzoni.
Il colpo di genio nelle finiture
Quando la ricerca della perfezione va di pari passo con la voglia di innovare, ecco che nascono delle soluzioni capaci di fare la differenza. “I filamenti metallici che si ergono dal tetto in tela, annegati tra le trame di tessuto, spiega Manzoni, sono un richiamo alle colorazioni della carrozzeria”. Questa soluzione è stata ripresa anche nel rivestimento della cappelliera, e si intravede attraverso il lunotto a vettura chiusa, mostrandosi completamente con l’auto aperta. “Volevano dare una soluzione di continuità tra l’interno e l’esterno della vettura”, conclude.