Fiat Barchetta: la coraggiosa scoperta a 2 posti che vorrebbe un’erede
La sua nascita fu un atto di coraggio e anche il frutto del desiderio di riaprire il capitolo delle spider Fiat biposto, ma la Barchetta non ha avuto continuità.
La Fiat Barchetta compie 30 anni di vita produttiva. Questa spider, dalle linee sensuali, fu plasmata in catena di montaggio dal 1994 al 2005, anche se il debutto commerciale avvenne all’inizio del 1995. Oggi continua a piacere, coi suoi tratti classici e senza tempo. Per chi cerca una vettura scoperta a due posti secchi e dal fascino romantico, può essere una buona tentazione. Anche perché la spesa da sostenere al momento dell’acquisto non è per pochi eletti.
La definizione stilistica del modello prese forma dall’estro creativo del designer greco Andreas Zapatinas, che seppe svolgere con grazia il tema a lui assegnato. Dalla sua matita sbocciò una bella opera, sapientemente miscelata negli elementi grafici e volumetrici.
Un look seducente e armonico
Di particolare fascino il trattamento della sezione posteriore, che regala alla vista uno specchio di coda muscolare e gradevole. Non meno seducente è il frontale, anch’esso di grande presa scenica. Ottimo il lavoro di raccordo eseguito dalla fiancata. Nel complesso, la Fiat Barchetta è un’auto coerente nei suoi aspetti “linguistici”, espressi in modo fluido e senza contorsionismi, come invece accade per la Fiat Coupé.
L’autore dello stile fece della Ferrari 166 MM la sua musa ispiratrice, ma in un quadro dialettico completamente diverso, anche se la nervatura laterale e lo sviluppo tondeggiante del posteriore creano delle connessioni ideali. Sulla Fiat Barchetta la sigla riprende il soprannome affibbiato alla vettura del “cavallino rampante” da Gianni Agnelli.
A fare da base per questa scoperta ci pensò il telaio della Punto, sul quale i tecnici della casa torinese intervennero accorciando il passo. La sinergia industriale contribuì a rendere competitivo il prezzo d’acquisto, facendone una ghiotta tentazione per gli amanti della guida en plein air.
Cuore aspirato per la Fiat Barchetta
Sotto il cofano anteriore pulsa un motore da 1.8 litri, con 4 cilindri e 16 valvole, per una potenza di 130 CV a 6300 giri al minuto. Ne deriva una tela prestazionale briosa, ma non da bolide di Le Mans. Del resto, non è questa la natura della Fiat Barchetta, nata per soddisfare i desideri di una clientela amante del vento sui capelli, di un’estetica coinvolgente, di una buona guidabilità e di costi di acquisto ed esercizio abbordabili. I numeri, comunque, non deludono affatto, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 8,9 secondi e con una velocità massima di oltre 200 km/h.
L’energia viene gestita attraverso un cambio manuale a 5 marce. All’azione frenante provvede un impianto a 4 dischi, con l’ABS in opzione (tranne su alcune versioni speciali dove era di serie). La Fiat Barchetta è una delle auto più piacevoli realizzate dalla casa torinese nell’era moderna. Al fascino del look si abbina il sano comportamento stradale, che riesce a gratificare il conducente e chi gli sta a fianco. Oggi quest’auto meriterebbe un’erede. Arriverà? Vedremo.