Fleximan torna in azione, distrutto l'autovelox da 4.000 multe in un anno

A Codroipo un nuovo atto vandalico firmato Fleximan: un autovelox abbattuto. Indagini in corso per fermare il responsabile e prevenire altri episodi

Di Renato Terlisi
Pubblicato il 12 feb 2025
Fleximan torna in azione, distrutto l'autovelox da 4.000 multe in un anno

È più facile un ribelle senza causa che una causa senza ribelli“. Mai citazione fu più adatta per descrivere l’ultima impresa di Fleximan, il misterioso vandalo degli autovelox, che questa volta ha colpito a Codroipo, in provincia di Udine. Durante la notte tra domenica e lunedì, un altro dispositivo di rilevazione della velocità è stato abbattuto sulla strada Pontebbana, utilizzando una tecnica ormai consolidata: lo svitamento dei bulloni alla base del palo di sostegno.

Il ritorno di Fleximan

L’azione, che si aggiunge alla lunga lista di episodi di vandalismo contro gli autovelox in tutta Italia, presenta una particolarità tecnica: il dispositivo non è stato distrutto irreparabilmente, ma solo disattivato rimuovendo la struttura portante. Il sindaco di Codroipo, Guido Nardini, ha spiegato che il palo è stato fatto cadere in un fosso adiacente, lasciando intatta la componentistica più delicata.

Il danno non è solo strutturale ma anche economico: il dispositivo aveva generato nel 2024 sanzioni per 365mila euro, di cui 237mila effettivamente riscossi, grazie a oltre 4mila multe emesse tra auto e mezzi pesanti. Ora, questa cifra rischia di venire meno, con potenziali ripercussioni anche sulla sicurezza stradale della zona.

Non si tratta di un caso isolato in Friuli Venezia Giulia. Solo due mesi fa, un episodio simile si era verificato a Bertiolo, sempre nell’udinese. Il fenomeno Fleximan, così soprannominato per l’uso iniziale del flessibile nei suoi atti, si è ormai diffuso dal Nord al Sud Italia, coinvolgendo regioni come Piemonte, Lombardia, Veneto e Puglia.

Non è un caso isolato

Le forze dell’ordine stanno conducendo indagini approfondite. Il reato contestato è quello di danneggiamento, che prevede pene fino a tre anni di reclusione e il risarcimento dei danni. La prima denuncia del 2024 ha già un sospetto: un cinquantacinquenne piemontese identificato come possibile responsabile.

La vicenda alimenta un acceso dibattito pubblico tra chi considera gli autovelox fondamentali per la sicurezza stradale e chi li critica come strumenti per fare cassa, specialmente quando collocati in tratti con limiti di velocità percepiti come eccessivamente restrittivi.

Nel frattempo, mentre le autorità cercano soluzioni per proteggere i dispositivi da futuri attacchi, il “giustiziere della strada” continua la sua personale battaglia, sollevando interrogativi sulla gestione del controllo della velocità sulle strade italiane.

Ultime notizie