Ford Eluminator: primi dettagli del motore elettrico retrofit
Inedito progetto di conversione delle auto a propulsione “tradizionale” annunciato da Ford Performance Parts.
Anche Ford apre la propria divisione aftermarket al retrofit, cioè la trasformazione di una vettura già circolante, e provvista di “tradizionale” motore a combustione, in un’auto elettrica mediante la sostituzione “tout court” del propulsore con un’unità “zero emission”. Una interessante novità, destinata ad arricchire il “catalogo” dei kit ufficiali di conversione da benzina in elettrico che da tempo animano una ristretta tuttavia curiosa “nicchia” di mercato, come ampiamente messo in luce, da un lustro a questa parte e per riferirci a solamente alcuni degli esempi più eclatanti, da Jaguar (con E-Type Zero, assurta a notorietà mondiale per essere stata la “Wedding Car” nel matrimonio fra il principe Harry e Meghan Markle), Aston Martin (attraverso la propria Divisione Works), Volkswagen (la Divisione VW Group Components ha, nel 2019, sviluppato un progetto di conversione “zero emission” per lo storico Maggiolino e l’altrettanto iconico Combi T2) e, da noi, le creazioni Garage Italia Customs di Lapo Elkann su base delle “immortali” Fiat 500 e Fiat Panda.
Lo vedremo al SEMA 2021
Il nuovo kit proposto dall’Ovale Blu, attraverso la Divisione Ford Performance, si chiama “Eluminator”, ed è stato anticipato nei primi dettagli di massima da un “Tweet” che ne indica l’anteprima ufficiale fissata per il SEMA di Las Vegas, in programma dal 2 al 5 novembre 2021. Un’anticipazione che dunque arriva con un certo anticipo, e che per questo si ritiene non mancherà di suscitare una certa curiosità fra il pubblico.
Elettrico farà rima con high performance
Il nuovo kit “Eluminator” costituisce, tenuto conto della denominazione scelta, una diretta derivazione 100% elettrica dall’unità motrice V8 5.0 benzina “Aluminator”, venduta in kit da Ford Performance a 12.500 dollari secondo la soluzione aftermarket “Crate”, cioè i motori proposti “in cassetta di trasformazione” e pronti per essere assemblati e collocati sotto al cofano delle vetture compatibili (che siano di attuale produzione oppure storiche). Ricordiamo, a questo proposito, la realizzazione di Ford Mustang Lithium (esposta al SEMA 2019) e, in tempi più recenti, di Electric Mustang Cobra Jet (primavera 2020) e di Ford Mustang Mach-E 1400 (estate 2020), due prototipi che la stessa Ford Performance aveva sviluppato per mettere bene in evidenza le potenzialità tecnologiche del new deal di Dearborn all’insegna della e-mobility. Dal canto suo, il nuovo progetto Ford potrà essere chiamato ad un ruolo di competitor anche nei confronti di alcune delle proposte di conversione già presenti, o in fase di arrivo, in nord America, come ad esempio il kit realizzato dalla factory californiana Electric GT nel 2019 per equipaggiare Toyota Land Cruiser e Chevrolet, che nel 2020 aveva annunciato il prossimo debutto di un “conversion kir” entro fine 2021. Non resta che attendere ulteriori dettagli: nelle prossime settimane, in prossimità del “taglio del nastro” del SEMA 2021, se ne saprà di più.
La legislazione in Italia: come convertire in elettrico una vettura a combustione
In Italia, il legislatore ha da tempo autorizzato la conversione in veicolo elettrico (le modalità sono state disposte dalla legge 134/2012, il cui regolamento attuativo è stato approvato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel gennaio del 2016): e si è trattato di una normativa all’avanguardia a livello europeo, considerato il fatto che il nostro Paese è stato il primo in assoluto, nei Paesi UE, ad avere emanato una norma atta a stabilire l’iter tecnico e amministrativo per l’omologazione dei sistemi di conversione in elettrico di autovetture, autocarri e autobus dotati all’origine di propulsione benzina o diesel. Per la conversione, occorre in primis rimuovere per intero il motore a combustione (oltre, naturalmente, all’impianto di scarico, al radiatore, al serbatoio ed al circuito di raffreddamento). Lo step successivo consiste nell’aggiunta del pacco batterie (che, solitamente, per motivi di progettazione del veicolo viene alloggiato nel vano bagagli) ed un sistema elettronico di gestione. Si tratta di un kit omologato, e la cui installazione (che spesso mantiene il gruppo cambio-frizione “di serie” per non gravare sui costi di conversione) viene eseguita da un’officina autorizzata. Una volta completato l’intervento di re-engineering, occorre provvedere all’aggiornamento della carta di circolazione del veicolo in Motorizzazione.