Ford si scaglia contro i dazi di Trump: per adesso sono uno svantaggio

Jim Farley di Ford critica i dazi di Trump e propone una politica tariffaria globale per equità nel settore auto. Scopri i dettagli

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 7 feb 2025
Ford si scaglia contro i dazi di Trump: per adesso sono uno svantaggio

Ford chiede una riforma radicale dei dazi doganali negli Stati Uniti, dopo aver subito pesanti perdite a causa delle politiche protezionistiche introdotte durante l’era Trump. L’amministratore delegato Jim Farley ha lanciato un appello per l’introduzione di tariffe uniformi nell’industria automobilistica durante la presentazione dei risultati finanziari dell’ultimo trimestre del 2024.

Ford e i dati dei dazi

La casa automobilistica americana sta pagando un prezzo elevato per le attuali politiche tariffarie, che prevedono dazi del 25% sulle importazioni da Messico e Canada e del 10% sulla Cina. Una situazione particolarmente gravosa, considerando che circa la metà dei veicoli Ford venduti negli Stati Uniti viene prodotta all’estero, con il Messico che rappresenta il 16,2% delle importazioni.

Il confronto con i competitor è impietoso: mentre Ford deve affrontare pesanti dazi sui suoi modelli di punta come Bronco Sport, Maverick e Mustang Mach-E prodotti in Messico, costruttori come Toyota e Hyundai godono di condizioni decisamente più vantaggiose, pagando solo il 2,5% di dazi per le importazioni da Giappone e Corea del Sud.

Un politica tariffaria equa

“Serve una politica tariffaria completa e omogenea per tutto il settore”, ha dichiarato Farley, sottolineando come l’attuale sistema crei distorsioni di mercato che favoriscono alcuni produttori a discapito di altri. Un esempio emblematico è General Motors, che importando veicoli come la Buick Encore GX dalla Corea del Sud beneficia di tariffe più favorevoli rispetto a quelle imposte su Messico e Cina.

La richiesta di Ford evidenzia un problema più ampio nell’industria automobilistica americana: la necessità di bilanciare gli interessi nazionali con una competizione equa sul mercato globale. In attesa di possibili riforme, le aziende più esposte alle attuali politiche protezionistiche continuano a vedere erosa la propria competitività, mentre si intensifica il dibattito sulla necessità di un sistema tariffario più equilibrato.

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