Furti di rame alle colonnine elettriche, fioccano i primi arresti

Furti di rame alle colonnine elettriche in Italia: un ostacolo alla mobilità sostenibile. Azioni delle autorità e soluzioni innovative

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 17 apr 2025
Furti di rame alle colonnine elettriche, fioccano i primi arresti

L’allarme legato ai furti rame dalle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici sta assumendo proporzioni allarmanti nel Lazio. Con oltre 200 episodi registrati negli ultimi mesi, le colonnine elettriche vandalizzate rappresentano un problema crescente per le aziende del settore e per gli utenti. Il fenomeno non solo mina la fiducia nella mobilità sostenibile, ma comporta anche costi elevati e disservizi significativi per chi ha scelto di adottare veicoli a zero emissioni.

Un freno alla transizione verde

I furti rame dalle colonnine di ricarica non sono solo un problema economico, ma anche un ostacolo allo sviluppo della mobilità sostenibile in Italia. Secondo i dati di Motus-E, l’associazione di riferimento per il settore, il danno causato va ben oltre il valore del materiale sottratto. Le infrastrutture vandalizzate restano inutilizzabili per lunghi periodi, causando notevoli disagi agli automobilisti e scoraggiando l’adozione di veicoli elettrici. Questo rallenta inevitabilmente il progresso verso una mobilità più verde e sostenibile.

Collaborazioni e soluzioni contro il fenomeno

Per contrastare questa emergenza, le forze dell’ordine e gli operatori del settore hanno avviato una stretta collaborazione. La Polizia di Stato ha intensificato le indagini, portando all’arresto di diversi responsabili. Parallelamente, Motus-E ha creato un gruppo di lavoro tecnico dedicato al monitoraggio e all’analisi del fenomeno.

Tra le misure più efficaci adottate finora, spiccano l’installazione di telecamere di sorveglianza dotate di sistemi di lettura targhe e l’introduzione di sistemi anti vandali. Le nuove colonnine sono progettate con tecnologie avanzate, come cavi resistenti al taglio e sistemi di allarme che si attivano in caso di manomissione. Queste soluzioni rappresentano un passo avanti importante nella protezione delle infrastrutture e nella prevenzione dei furti.

Impatto economico e quadro normativo

La legge italiana considera i reati contro le infrastrutture energetiche particolarmente gravi, prevedendo pene che possono arrivare fino a dieci anni di detenzione per i furti aggravati. Questo sottolinea l’importanza strategica delle reti di ricarica per la transizione energetica del Paese.

Tuttavia, nonostante la severità delle sanzioni, il ripristino delle colonnine elettriche danneggiate comporta costi elevati per le aziende. Come evidenziato da Francesco Naso, segretario generale di Motus-E, il valore del rame sottratto è trascurabile rispetto ai danni complessivi alle infrastrutture. Questo rende evidente la necessità di proteggere le reti di ricarica con soluzioni tecnologiche e operative più avanzate.

Una sfida per il futuro della mobilità

La protezione delle infrastrutture di ricarica rappresenta una sfida cruciale per garantire il futuro della mobilità sostenibile in Italia. È fondamentale un approccio coordinato tra istituzioni pubbliche, aziende private e cittadini per affrontare il problema in modo efficace. Solo attraverso un impegno congiunto sarà possibile assicurare la continuità e l’efficienza delle reti di ricarica, favorendo la transizione verso un sistema di trasporti più sostenibile e rispettoso dell’ambiente.

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